III Forum sulla Formazione in Psicoterapia

Se è vero che le idee migliori sono proprietà di tutti, allora il III Forum sulla Formazione in Psicoterapia  (Assisi, 27 e 28 Marzo 2009) ha rappresentato un ottimo esempio di come si fa a costruire e divulgare il sapere.

Organizzata dall’Associazione di Psicologia Cognitiva e dalla Scuola di Psicoterapia Cognitiva, in collaborazione con Studi Cognitivi, la due giorni di Assisi si è caratterizzata per la vivacità del dibattito, la qualità scientifica delle relazioni e l’autentico interesse di ciascuno per il lavoro dei colleghi.

Il senso dell’iniziativa era legato all’obiettivo di suscitare negli allievi una maggiore consapevolezza del legame tra clinica e ricerca in psicoterapia e prima ancora tra gli assunti della psicologia sperimentale dei processi normali e l’insorgenza di sofferenza psichica, traguardo largamente raggiunto, così come testimoniato dai lavori presentati. In questo senso, possiamo dire di aver conseguito l’obiettivo che la scuola continua a perseguire da anni e che vede impeganti direttore e didatti e cioè privilegiare metodi di insegnamento che riconoscano grande valore alla conoscenza e alla ricerca scientifica, proposito che negli anni è stato realizzato anche grazie all’organizzazione di congressi, giornate di studio e seminari che hanno visto dibattere alcuni tra i più importanti protagonisti della psicologia e della psicoterapia internazionale.

E’ in questo quadro che si inscrive l’esperienza di Assisi, iniziativa fortemente voluta dai due direttori, Francesco Mancini e Sandra Sassaroli. E ad entrambi è parso chiaro che nella splendida cornice duecentesca si fosse raggiunto un punto d’arrivo fissato trent’anni fa da chi la scuola l’ha fondata. Alto  livello degli standard raggiunti, produzione scientifica che continua ad affermarsi nella letteratura italiana ed internazionale, ore di formazione dedicate alla ricerca e dosi massicce di motivazione ed entusiasmo. Ed è questo l’ingrediente importante. L’entusiasmo era palpabile, denso negli applausi e nel senso critico, contenuto nell’ansia dei giovani relatori e negli incoraggiamenti dei tutor, franco nelle domande del “pubblico” e carico d’aspettativa nei “bisogna continuare ad incontrarsi per studiare insieme”. L’imperativo è non disperdere questo desiderio autentico di conoscenza. Difendere con sapienza e valorizzare i momenti in cui le idee nascono, continuando a dettare una linea culturale che trovi forza nei contenuti ed anche nei metodi cari alla ricerca scientifica.

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E le idee, ad Assisi, sono nate anche nei ristoranti e nei bar dove ci si è incontrati per continuare a commentare quanto ascoltato in plenaria. Una città presa d’assedio e non dalle orde Saracene di Federico II, ma dal senso di appartenenza, dalla curiosità intellettuale, dall’eccitazione di continuare ad incontrarsi per pianificare nuove ricerche. Questo è il clima che abbiamo respirato, vera e propria boccata d’ossigeno per le menti dei più “anziani”, rientrati a casa con tante cose in più su cui riflettere, grati agli studenti per aver ricordato che bisogna essere dei curiosi, ai limiti del pettegolezzo per far progredire la conoscenza comune.

Infine, nel corso degli ultimi anni e grazie all’impegno di chi lavora per la scuola, si è affermato definitivamente il convincimento che bisogna promuovere profili di professionalità fondati su una visione dello psicoterapeuta come promotore di scienza e profondo conoscitore dei fenomeni della mente, a dispetto di quanti nel panorama culturale lo vorrebbero esclusivo dispensatore di tecniche. Possiamo dire di essere riusciti nell’intento. Possiamo dire che i cinquecento partecipanti al congresso di Assisi hanno dimostrato che chi intraprenderà la Professione di Psicoterapeuta saprà agire nella convinzione che la cura non si risolve nell’esercizio della sola tecnica e che il messaggio relativo alla necessità di agire avendo come riferimento solide basi scientifiche non resterà inascoltato.

Qualcuno diceva che la scienza può progredire soltanto negli ambienti che sono pronti ad accoglierla. Ebbene, l’esperienza di Assisi ci rassicura. In Italia, giovani cognitivisti crescono con una forte disposizione alla ricerca. E questo è un bene, anche se non conviene abbassare la guardia.

Numeri e considerazioni: uno sguardo ai dettagli

Tanti gli allievi che hanno raggiunto Assisi dalle diverse sedi delle Scuole SPC ed APC (da Roma 72, Verona 52, Napoli 37, Grosseto 23, Ancona 11, Lecce 8 e da Reggio Calabria 5, per un totale di 203 allievi) e dalle sedi della scuola “Studi Cognitivi” (200 allievi).

Numerosi, oltre che di grande interesse teorico e clinico, anche i lavori presentati (21 relazioni orali e 49 poster). In particolare, allo scopo di dare maggior risalto ai poster, tipologia di presentazione cui solitamente viene dedicato poco spazio con inevitabile svilimento dei lavori, sono state organizzate sessioni in parallelo, all’interno delle quali ciascun autore ha potuto presentare il lavoro svolto e, sotto l’attenta guida di tutor, dare vita ad una breve discussione.

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Quelli che in prima linea

Positivo il riscontro tra gli allievi che hanno partecipato all’iniziativa in qualità di relatori piuttosto che di uditori. Il dibattito ha consentito loro di approfondire e condividere le proprie conoscenze sulla letteratura scientifica internazionale su particolari questioni teoriche e cliniche ancora aperte in ambito psicopatologico e psicoterapeutico.

Con estremo favore, i didatti e i docenti delle scuole hanno notato che termini come“correlazione, variabile dipendente/indipendente, operazionalizzazione, campione, analisi della varianza, ecc.” circolavano liberamente tra gli allievi senza suscitare particolari timori o dubbi.

Da notare come tutte le scuole abbiano partecipato con contributi interessanti ed originali, caratterizzati da un certo rigore metodologico, a testimonianza di come la necessità di impegnarsi in attività di studio e ricerca sia condivisa e diffusa in tutte le sedi (il libro degli abstact è consultabile su http://www.apc.it/convegni_e_congressi.asp). Nel corso della due giorni, abbiamo visto avvicendarsi al tavolo della presidenza i protagonisti del Forum: Carone et al. (SPC Verona) hanno dimostrato come in soggetti cui è stato indotto senso di colpa, la presenza di controfattuali si accompagni ad una minore sensibilità alle espressioni di rabbia e disgusto; Balestrini et al. (SPC Grosseto) hanno presentato una rassegna della letteratura scientifica sul rischio di suicidio nel trattamento della Depressione;  Avallone et al. (SPC Napoli) hanno aggiornato la platea sullo stato dell’arte delle neuroscienze sociali in riferimento all’empatia. Ed ancora, la review sull’impulsività in età evolutiva di D’Alessandro et al. (SPC Ancona), lo studio di Barbarulo et al. (SPC Napoli, IV anno) con il quale hanno dimostrato come la capacità di inferire sia stati mentali, sia stati emotivi si deteriori con il progredire dell’età, la presentazione di Calarco et al. (SPC Reggio Calabria) sulla relazione tra tratti narcisistici, perfezionismo ed alessitimia, l’interveno di Bencivenga et al. (SPC Napoli) sulle differenze qualitative e quantitative nella valutazione dell’alleanza terapeutica.
Cantanna et al. (APC Lecce) hanno valutato la co-presenza di impulsività e comportamenti ossessivo-compulsivi in condizioni di dipendenza sessuale; nell’ambito del dibattito sulla difficoltà di porre diagnosi di disturbo di personalità, il lavoro di Martelli Venturi (SPC Roma) che ha confermato le criticità nel porre diagnosi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità; Baroncelli et al. (SPC Grosseto) hanno valutato sul territorio nazionale le attitudini alimentari, l’immagine corporea, l’impulso alla magrezza ed il body checking in un campione non clinico, rintracciando differenze a carico di alcune regioni; Carone et al. (APC Lecce) hanno condotto uno studio volto a rintracciare somiglianze e differenze tra maschi e femmine nello sviluppo di disturbi del comportamento  alimentare.

Ed infine, ci rassicura l’esito della ricerca di  Carreri et al. (APC Verona) sulla soddisfazione professionale e sul senso di autoefficacia in un campione di specializzati dei corsi APC ed SPC di Verona, finalizzata a definire criteri utili a stabilire l’impatto che la formazione produce sulla qualità professionale.

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Insomma, riteniamo che valesse la pena citarli tutti. Citarli per riconoscere che essere stati per due giorni al centro del dibattito abbia rappresentato un impegno. Un impegno che ha richiesto energie sia nella fase di costruzione, sia nella fase immediatamente precedente la presentazione, con la tensione iniziale che si è sciolta negli applausi tributati a chi si è assunto l’onere del ruolo di protagonista.

Un’ultima cosa… in prima linea c’era anche chi il Forum ha contribuito a realizzarlo. L’Instancabile Lorenza Isola ha coordinato nei mesi scorsi i colleghi del comitato organizzatore: Carlo Buonanno, Rino Capo, Teresa Cosentino, Claudia Perdighe e Giuseppe Romano. Un lavoro secondo noi meritevole di plauso, reso possibile grazie al contributo e alla pazienza di chi era lì ad accogliere i 500 partecipanti al tavolo della segreteria: Francesca Righi, Francesca Crecco e Debora Ferri. Queste le persone che hanno lavorato nei mesi scorsi. A loro un grazie di cuore.

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I lavori premiati

L’evento si è concluso con la premiazione di quattro lavori tra quelli presentati dagli allievi delle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva APC ed SPC. In palio, la partecipazione gratuita al convegno organizzato dall’SPR che si terrà ad Urbino (iscrizione e pernottamento), premio di cui beneficierà lo studente che si è assunto l’onere di presentare il lavoro ad Assisi.

In questo caso, poster e relazioni sono stati scelti in base alla qualità scientifica del lavoro (metodologia, fonti bibliografiche, forza statistica dei dati), all’interesse teorico e/o alla rilevanza clinica del lavoro di ricerca o di review , alla qualità e comprensibilità della comunicazione.

I controfattuali possono moderare l’espressione emotiva? Uno studio pilota di Carone F., Di Sabato A., Costa V., Garau F., Peruquet A., Gangemi A., Mancini F. (APC ed SPC – Verona)

Il Questionario di Sicurezza e Protezione (QSP) di A. Brugnara, R. Fattorini, A. Ferrante, H. Marino, S. Tagliazucchi e C. Toso (APC Verona)

La trasmissione intergenerazionale dello stile di attaccamento tra genitori udenti e bambini sordi di G. Arcaro, M. Bevilacqua, D. Di Donfrancesco, L. Lessio, E.C. Russo, F. Zanella, N. Fabbro (APC ed SPC Verona)

Neuroanatomia funzionale della psicoterapia: quali meccanismi neurali sottendono all’efficacia dei trattamenti psicologici? di T. Ambrosio, C. Barba, A. Borrelli, G. Busiello, G. Castoro, M.T. Colavitto, M.A. Di Lucca, M. Di Meo, G. Gentile, E. Indaco, M. Lopez, P. Landi, I. Nigro, R. Parrotta, S. Piserchia, A. Ponticelli, G. Riccardi, M. Riello, V. Simeone, L. Vergatti e G. D’Urso (SPC Napoli)

La buona Novella

Data l’enorme utilità dell’iniziativa, in termini sia di promozione ed arricchimento della conoscenza, sia di motivazione e formazione alle attività di ricerca, gli organizzatori dell’evento hanno ritenuto opportuno ed auspicabile ripetere l’esperienza tra due anni, con l’intento di farne un appuntamento fisso volto a stimolare le attività di ricerca promosse nella scuola, ottimizzarle in termini qualitativi e rendere patrimonio comune di tutti gli allievi i lavori portati avanti nelle diverse sedi.

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