Così come per altre situazioni cruciali del ciclo vitale, la gravidanza e il periodo postnatale costituiscono eventi che possono incrementare il rischio di sviluppare o peggiorare condizioni di disagio psicologico o psichiatrico. Spesso si rivolge l’attenzione alla depressione post partum e a altre condizioni che ineriscono a alterazioni umorali, meno frequentemente si fa riferimento ai disturbi d’ansia. Tuttavia, per quanto non si disponga di robusti dati epidemiologici, diverse ricerche evidenziano che, in concomitanza di tali eventi, la prevalenza di disturbi d’ansia, tra cui il Disturbo Ossessivo – Compulsivo (DOC), è piuttosto significativa. Secondo uno studio condotto da Zambaldi e colleghi (2009) su un campione di 400 puerpere, il 63,5% ha riportato sintomi ossessivo – compulsivi e il 9% ha soddisfatto i criteri per il DOC. Un altro dato particolarmente rilevante è che il 2,3% del campione ha avuto l’esordio del DOC proprio nel post partum. I fattori di rischio rilevati sono una storia di disturbi psichiatrici e somatici, una gravidanza difficile e complicazioni alla nascita, nonché il fatto di essere madre di più figli.
Ma quali sono le specificità del DOC in questo particolare periodo? Le ossessioni che si presentano in gravidanza sono per più relative alla salute del nascituro e a queste possono seguire compulsioni come la richiesta di rassicurazioni e la reiterazione di controlli medici. Nel periodo postnatale, esempi di ossessioni sono il timore che il neonato possa essere contaminato da agenti patogeni con conseguenti danni alla sua salute; il timore di nuocere al proprio bambino (buttarlo dalla finestra, farlo cadere per le scale, pugnalarlo, affogarlo mentre fa il bagnetto, stringerlo fino a soffocarlo, abusarne sessualmente…); il timore di non essere una madre competente, che non è in grado di accudirlo, allattarlo, consolarlo; o, ancora, l’ossessione per l’ordine e la simmetria. Nel tentativo di abbassare l’ansia generata da tali ossessioni, le madri mettono in atto rituali di pulizia, realizzano ripetuti controlli, richiedono rassicurazioni e mettono in atto condotte di evitamento.
È fin troppo evidente quanto siano elevati i costi di questo disturbo in termini di benessere della donna e di conseguenza in termini di relazione madre-bambino. La madre, evoluzionisticamente e culturalmente chiamata ad accudire il piccolo, è attanagliata dalle ossessioni, spesso a contenuto drammatico rispetto agli scopi attivi in questo delicato periodo, ed è assorbita dalla messa in atto delle compulsioni, arrivando financo a trascurare o evitare il contatto con il proprio figlio per timore di nuocergli, a sicuro detrimento del suo sviluppo psico-fisico. A ciò si aggiungono le autosvalutazioni e le critiche esterne che innescano ulteriori circoli viziosi sia di tipo intrapersonale, che possono evolvere in vissuti depressivi, sia di tipo interpersonale, che vanno quindi ad esacerbare una condizione già problematica.
Il primo passo per intervenire è chiaramente individuare precocemente i soggetti a rischio e operare una valutazione accurata in cui si tenga conto delle problematiche di tipo ansioso. A tale proposito, per aiutarci nella fase di screening, è stato sviluppato e validato uno strumento specifico: la Perinatal Obsessive-Compulsive Scale (POCS) (Lord, Rieder, Hall, Soares, & Steiner, 2011). Si tratta di un self report di facile e veloce somministrazione, che permette di individuare la presenza di sintomatologia ossessivo –compulsiva nella gravidanza e nel post partum.
Per quanto riguarda l’intervento, non sono state elaborate linee guida specifiche, pertanto ci si rifà alle indicazioni per il DOC in generale, che prevedono la terapia cognitivo – comportamentale e la farmacoterapia (NICE, 2006). La ricerca clinica sul DOC post partum comunque avanza e Challombe e Salkovskis (2011), attraverso uno studio su casi clinici, hanno rilevato che un trattamento cognitivo – comportamentale intensivo, studiato ad hoc per le donne con DOC nel post partum, ha un impatto positivo sulla riduzione della sintomatologia e sulla percezione che le madri hanno della loro capacità di accudimento del bambino.
Bibliografia
Challacombe, F., & Salkovskis, P. (2011). Intensive cognitive-behavioural treatment for women with postnatal obsessive-compulsive disorder: A consecutive case series. Behaviour Research and Therapy , 422-426.
Lord, C., Rieder, A., Hall, G., Soares, C., & Steiner, M. (2011). Piloting the Perinatal Obsessive-Compulsive Scale (POCS): Development and validation. Journal of Anxiety Disorders , 1079– 1084.
Zambaldi, C., Cantilino, A., Montenegro, A., Paes, J., Albuquerque, T., & Sougey, E. (2009). Postpartum obsessive-compulsive disorder: prevalence and clinical characteristics. Comprehensive Psychiatry , 503–509.
http://www.nice.org.uk/nicemedia/live/10976/29948/29948.pdf
Per approfondire…
Studi e ricerche sul Disturbo Ossessivo Compulsivo