di Alessandra Micheloni
Il docufilm “Le Mur”, realizzato da Sophie Robert, apre finalmente gli occhi al mondo coinvolto nell’Autismo. Una conquista importante dopo una dura lotta per la conoscenza e la comprensione di ciò che accade in Francia, nella Svizzera francese e nel Belgio francofono.
Gli psicanalisti francesi diffondono e parlano di teorie che spiegano l’origine e la causa dell’autismo ma non di scienza, ricerca, trattamento e presa in carico del bambino autistico.
Dalla raccolta delle interviste, presenti nel film, emerge l’idea che il bambino autistico in Francia si chiuda dentro di sé, si distacchi dal mondo e si rifiuti di mettere in moto i meccanismi del linguaggio. Come afferma lo psicanalista Alexandre Stevens non esiste una differenza strutturale tra psicosi e autismo. L’ autismo infatti è definito come “una situazione estrema che fa parte del gruppo delle psicosi” proveniente dunque da una cattiva relazione con la madre.I genitori di questi bambini, molto spesso e non solo in Francia, possono provare sensi di colpa, sono ‘invasi’ da moltissimi interrogativi e si chiedono cosa avrebbero potuto fare di diverso. Immaginiamo in territorio francese in cui le madri sono chiamate “coccodrillo” dagli psicanalisti lacaniani. La Dott.ssa Genevieve Loiso spiega, con un coccodrillo di plastica tra le mani, che il loro scopo è quello di far si che questo animale non si divori il proprio bambino e che venga difeso da tale intento da una ‘sbarra/matita’ da apporre nella gola del coccodrillo che rappresenterebbe il “pene del padre”.
Tali parole colpiscono e lasciano riflettere su ciò che ne consegue: in questi paesi, in cui sono diffuse tali dottrine psicoanalitiche lacaniane, solo il 20-30% di bambini con disturbi dello spettro autistico frequenta strutture scolastiche, contro l´80% e oltre negli altri paesi occidentali.
Si respirano e vivono, dunque, le rivolte e le proteste da parte dei genitori, famiglie ma anche della scienza, che sono uniti per la ricerca del vero o quantomeno di dati della ricerca scientifica che possano aiutare i nostri bambini, con adeguati trattamenti, a conquistare una ‘maggiore autonomia’, che sia con il programma TEACCH (Treatment and Education of Autistic and related Communication-handicapped Children), ABA (Applied Behavior Analysis) o PECS (Picture Exchanged Communication System) ecc..
Ecco come la diffusione di questo film dia la speranza a tutti coloro che sono impegnati in questa battaglia per l’autismo di poter superare e far cadere il “Muro” della psicoanalisi.
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