di Barbara Barcaccia
Si è appena concluso il VI Forum sulla formazione in psicoterapia. La Cittadella di Assisi, da diverse edizioni sede del Forum, ha visto l’invasione allegra di circa 500 specializzandi delle scuole APC-SPC e Studi Cognitivi, e di un buon numero di didatti e docenti.

L’apertura dei lavori con Francesco Mancini e Sandra Sassaroli ha subito portato l’attenzione al “senso” del Forum: la clinica deve essere fondata sulla ricerca, non perché tutti gli psicoterapeuti debbano necessariamente diventare dei ricercatori di professione, ma perché ogni terapeuta ha il dovere di offrire ai pazienti il miglior trattamento disponibile per i problemi che porta. E quale sia la migliore terapia è la ricerca scientifica a indicarcelo con chiarezza. Quindi, se con un pizzico di curiosità e apertura ci accostiamo a un’attività di ricerca, impariamo tanto su come funzionano i processi psicologici normali e patologici, e alla fine anche questa esperienza contribuirà a farci proporre ai pazienti terapie migliori.
E poi, oltre ad assolvere al mandato etico della nostra professione, fondare la clinica sulla ricerca è la scelta più sensata che possa farsi in questi tempi difficili di crisi economica: è più facile lavorare se si è in grado di proporre ai pazienti trattamenti evidence-based.
Nel corso del Forum sono stati presentati molti lavori, tra relazioni orali e poster, ottimamente illustrati e commentati da alcuni colleghi proprio in questo blog.
Qui invece vorrei soffermarmi su altri aspetti del convegno, che mi sembrano tanto importanti quanto quelli strettamente scientifici. Del resto si sa, anche l’apprendimento è facilitato da un clima affettivamente caldo e sereno!
Cos’altro c’è stato, dunque, ad Assisi 2015, oltre ai molti lavori scientifici interessanti? Il clima familiare, l’incontro con il compagno di università che si era perso di vista, e che si scopre proprio in questa occasione aver intrapreso il nostro stesso percorso post-laurea, la paura di essere respinti, o non ricordati, e poi il sorriso dell’altro che smentisce quel che avevamo in mente e scioglie la timidezza, le chiacchiere al sole di metà mattina durante il coffee-break con gli autori di una relazione che ci aveva particolarmente colpito, le passeggiate in una città magica e ospitale, la segreteria accogliente e sorridente della nostra scuola all’interno della Cittadella, il venerdì sera trascorso nel locale tipico assisano a scherzare con i colleghi, e poi l’ansia per la presentazione, ma anche il piacere di relazionare e di rispondere alle curiosità suscitate dal proprio lavoro, il Direttore che non perde una sessione, ascolta tutti, e prende appunti sul suo prezioso taccuino, il calore di un abbraccio con qualcuno che non vedevamo da tempo, la cena sociale trascorsa a chiacchierare piacevolmente con gli amici a tavola, ma anche andando a salutare altre persone in giro per la sala (rendendo così complicatissima la vita dei camerieri, costretti a fare lo slalom tra sedie spostate e tavoli assemblati dai commensali…), la sorpresa, per chi era lì per la prima volta, di trovare a tavola l’eccellente vino APC-SPC delle “mitiche” cantine Mancini, il dopo-cena in discoteca a ballare fino alle due del mattino, specializzandi e docenti. E di nuovo tutti (o quasi…) presenti per l’ultimo giorno di presentazioni, domenica mattina, per concludere con l’esplosione di gioia dei vincitori dei premi per le relazioni orali e per i poster.
Un unico dispiacere: dover aspettare fino al 2017 per il prossimo FORUM!
Una perfetta descrizione del clima vissuto in questa fantastica esperienza. I miei colleghi ed io eravamo stati informati della meravigliosa atmosfera che c’era stata negli scorsi anni, ma esserci dal vivo ha reso ancor meglio l’idea. La realtà ha superato l’immaginazione, non mi aspettavo di divertirmi così tanto cenando e ballando con amici, vecchi colleghi e con i professori; per non parlare delle interessantissime relazioni ascoltate!! Assisi: ci rivediamo il 2017!!
La mia prima esperienza al Forum di Assisi (16-18 ottobre 2015). Che dire? Avrei troppo, anzi “troppissime” cose da raccontare ma credo che il tutto posso racchiuderlo in un’unica emozione: felicità pura. Sicuramente è stata un’esperienza formativa che mi ha caricato di tanti nuovi scenari e spunti di riflessione per la mia formazione e professione ma al contempo è stata un’esperienza di vita e di colleganza, di amicizie e di conoscenze, di sguardi e di risate che hanno incorniciato ogni istante in un connubio perfetto di formazione e divertimento.