di Roberto Ancona, Elena Bratta, Elisabetta Bratta, Vito Brugnola, Felicia Fiore, Annalisa Settanni, Nicola Simeone
Che Assisi fosse situata sul versante nord-occidentale del Monte Subasio lo sapevamo, lo avevamo scoperto cercando cosa visitare in città tra una presentazione e l’altra del convegno. Quello che non avevamo capito è che questo implica scalare centinaia di gradini per arrivare ai rispettivi bed&breakfast, portando valigie, poster e fardelli dalla metratura più svariata. Il tutto vestiti sicuramente più eleganti del solito, il che rendeva ancora più comica la situazione se consideriamo anche i lancinanti dolori alla schiena causati da una lunga nottata in pullman (o in treno). La prima cosa che abbiamo pensato, dopo le prime sferzate di vento di tramontana (affrontate con una giacca inadeguata), è stata: “Ma chi ce l’ha fatto fare a venire???”. L’arrivo ci ha lasciato con l’amaro in bocca. Provati dalle prime sfide lanciate da questo meraviglioso borgo medievale, ci siamo diretti al convegno.
Appena arrivati a Cittadella Ospitalità l’atmosfera inizia a cambiare. La struttura che ospitava il convegno era suggestiva e accogliente, l’organizzazione impeccabile. Ci siamo liberati delle borse e abbiamo gustato un buon caffè. Gli ospiti erano tantissimi ed includevano importanti personalità del mondo scientifico. Era sorprendente osservare una tale quantità di persone provenienti da tutta Italia che condividevano tutti la stessa passione per la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Camminando tra i corridoi si sentiva parlare in continuazione di “Come hai impostato la ricerca?”, “Hai mai provato la mindfulness?”, “No guarda, il training assertivo ti cambia la vita!”, “Inutile, il Disturbo Borderline è il più difficile da trattare!” con la sola differenza che ogni frase era pronunciata con accento diverso in base alla città di provenienza.
È stato emozionante ritrovare colleghi conosciuti durante gli anni universitari e apprendere che hanno scelto il nostro stesso percorso di specializzazione, seppure in sedi diverse, e passare dalla condivisione dell’ansia pre-esame a quella pre-relazione!!
Da subito i lavori presentati si sono rivelati essere ricerche innovative ed interessanti spunti di riflessione per lavori futuri. La curiosità ci ha spinto a fare amicizia con i colleghi dell’altra parte dell’Italia per saperne di più e ciò accresceva un forte spirito di collaborazione e condivisione.
“Forse non è stata poi una così cattiva idea quella di venire…”
Foto 2
Già dopo la fine delle relazioni, ci siamo diretti verso cena con una certa soddisfazione per la giornata così ricca! I ristoranti erano invasi da colleghi, il che rendeva l’atmosfera gioviale restituendo un senso di appartenenza mai provato prima. Abbiamo avuto modo di condividere idee, opinioni e sensazioni. Il tema centrale delle nostre chiacchierate ritornava ciclicamente sull’ansia che accompagnava coloro i quali avrebbero presentato i loro lavori. I dubbi erano sempre quelli: “Farò una figura barbina?; Di certo non saprò rispondere alle domande scomode!! Che figura farò di fronte al Supremo Mancini o davanti ai docenti che ci hanno accompagnato in questi anni?”. Il rapporto a livello umano tra noi si consolidava sempre più e, aiutati dal vino e dal cibo, abbiamo imparato a conoscerci meglio! Ben presto le tematiche inerenti il trauma e il perdono lasciano spazio agli apprezzamenti sulle specialità tipiche del posto (tartufi, torta al testo, salumi e chi più ne ha più ne metta).
C’è di fatto che prima o poi il momento della presentazione sarebbe arrivato. Qui ogni relatore ha adottato il proprio stile: chi è andato fiero e con spirito guerriero (Nicola Simeone), chi già dal sabato mattina ha iniziato a ripetere il proprio discorso accompagnato da palpitazioni e sudori freddi (Annalisa Settanni – foto 1), chi inizierà una sessione di 24 ore che prevederà salassi notturni per arrivare preparatissimo la domenica mattina (Roberto Ancona – foto 2), e chi invece penserà a come presentare il proprio lavoro solo alle 9.50 della domenica mattina (Vito Brugnola). La restante parte del gruppo era in qualche modo empaticamente coinvolta in tutto ciò, svolgendo la funzione di supporto emotivo paragonabile quasi a quello di un preparatore atletico durante un incontro di boxe. L’incoraggiamento reciproco ha fatto sì che ogni presentazione sia andata benissimo. Merito forse anche della penna-laser di Nicola utilizzata da tutti a mo’ di passaggio del testimone. Anche la costante presenza della nostra trainer Barbara Barcaccia durante le presentazioni a “tifare per noi” ha spronato i ragazzi a dare il meglio.
E anche la seconda giornata di lavori si avviava alla conclusione. Ma i nostri animi erano infervorati al sol pensiero della cena sociale che ci attendeva da lì a poco. La cena sociale del Forum di Assisi è un’esperienza alla quale bisogna partecipare almeno una volta nella vita di psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Per fortuna siamo riusciti ad ottenere l’agognato braccialetto verde (foto 3-4).
Durante la cena l’atmosfera è stata di allegria e sorpresa. Il tutto era all’insegna di cori, canti, brindisi continui e risate a crepapelle. È addirittura partita una guerra tra tavoli su chi si accaparrava le bottiglie incustodite (e piene) del pregiato vino dei fratelli Mancini e spesso chi accendeva la miccia del tutto erano proprio i nostri professori.
E questo era solo l’inizio. Dopo la cena e il brindisi del Prof Mancini e della Prof.ssa Sassaroli, iniziava la serata danzante. Appena i due dj hanno suonato la prima canzone, l’enorme sala da ballo si è riempita di gente scatenata (noi in primis). Il clima era di goliardia e complicità tra colleghi e professori che non esitavano a mostrare le proprie doti di ballo. Non esisteva vergogna, non esisteva timore del giudizio: eravamo chiaramente dei pazzi psicoterapeuti in libertà. A giudicare da quello che abbiamo visto sembrerebbe che questo mestiere insegni a vivere meglio.
Come se tutta questa esperienza non fosse già abbastanza ricca di emozioni e di aneddoti da raccontare, il finale è stato un’esplosione di felicità per la conclusione inaspettata. Infatti, il collega Vito Brugnola ha trionfato vincendo il primo premio nella sezione Poster. Vito con la sua vittoria ci ha ricordato con umiltà che vale sempre la pena provarci e che come, con impegno e dedizione per il proprio lavoro, si possono ottenere grandi risultati e cambiamenti (foto 5).
“Ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo” come non condividere il pensiero di S. Francesco d’Assisi dopo un’esperienza del genere. Dopo un primo momento di scoraggiamento iniziale questa avventura si è trasformata in una delle più belle della nostra vita: ci siamo arricchiti da diversi punti di vista e ci sentiamo rassicurati per quello che sarà il nostro futuro. Torniamo a casa con la consapevolezza di come i nostri professori e trainer oltre ad essere delle guide dal punto di vista professionale per noi, sono una grande ispirazione dal punto di vista umano e nondimeno… torniamo a casa con glutei scolpiti grazie all’ingente quantità di scalini che la splendida Assisi ci offre per ogni minimo spostamento.
Non mancheremo al prossimo Forum.
P.S. Tutti gli scrittori di questo articolo, il lunedì successivo al Forum, sono stati colpiti dalla S.P.C.C. che proporremo nella prossima edizione del DSM V 5 TR, ovvero la “Sindrome Post Costa Crociere!”