di Barbara Basile
Il 23 gennaio a Roma, presso la APC- SPC, si è tenuto il workshop diretto da Eckhard Roediger (Schema Therapy Institute, Francoforte) sull’applicazione della Schema Therapy alle coppie (introdotto da Raffaella Calzoni).
Partendo da alcuni degli elementi chiave della Schema Therapy di Young è possibile utilizzare questo modello anche nel trattamento di problematiche interpersonali. In particolare, Roediger utilizza i concetti di core needs (o bisogni emotivi fondamentali, i.e., attaccamento e assertività), identificando quattro emozioni associate (rabbia, noia/disgusto, tristezza e paura) e i possibili coping modes (evitamento/chiusura, ipercompensazione/aggressività e sottomissione) collegati.
Tramite la Mode Cycle Clashcard è possibile, sin dalle prime sedute, creare una formulazione del caso condivisa, dove i partner possono indicare quali sono i coping modes, le parti del bambino (e le rispettive emozioni) e del genitore e i bisogni emotivi fondamentali frustrati all’interno della coppia. Quindi, assieme, si cerca di identificare una soluzione che possa portare alla soddisfazione dei core needs di entrambi i partner.
Per la risoluzione di un problema interpersonale specifico, partendo da un evento condiviso, si chiede ai partner di raccontare qual è la loro esperienza soggettiva, dalla prospettiva da cui hanno vissuto l’evento. Questa visione viene quindi proiettata in uno spazio (che Roediger chiama “arena”), che non va ad attaccare direttamente l’altro, ma che rappresenta un luogo sicuro dove i partner possono manifestare i loro vissuti. In seguito, il messaggio personale formulato da ciascuno viene ripetuto dall’altro partner, in modo che questo lo possa assimilare, cercando, successivamente, di identificare il bisogno emotivo associato. Nuovamente, insieme, si cerca di identificare una soluzione concreta che poi viene riportata in un contratto scritto, che diventa l’obiettivo per la settimana successiva. La ST applicata alla coppia si avvale, oltre che delle note tecniche di imagery e delle sedie, dell’utilizzo di homework che i partner possono mettere in atto individualmente o in coppia tra una seduta e l’altra.
Gli sviluppi possibili del modello della ST applicato al contesto interpersonale possono essere molteplici e, sebbene molti spunti provengano dal modello sistemico-relazionale, c’è ancora spazio per apportare modifiche e tecniche aggiuntive efficaci. Ad esempio, sarebbe interessante sviluppare ulteriormente delle strategie per incrementare il livello di playfulness (disposizione alla giocosità) all’interno della coppia, in modo da favorire la pratica di esperienze ludiche, creative e divertenti e la condivisione di affetto, che possono aumentare le emozioni positive (Fredrickson, 2000), le abilità di coping di fronte ad eventi stressanti, l’attrazione sessuale e l’attaccamento nella coppia (Proyer & Wagner, 2015). All’interno del modello della ST questo sarebbe applicabile, ad esempio, potenziando il mode dell’Adulto sano di ciascun partner, in modo da insegnare a coltivare un maggior livello di playfulness, con l’obiettivo finale di favorire il benessere della coppia.
Riferimenti bibliografici
Fredrickson Barbara 2001. “The Role of Positive Emotions in Positive Psychology: The Broaden-and-Build Theory of Positive Emotions.” American Psychologist, 56:218–26.
Proyer René & Wagner Lisa 2015. “Playfulness in Adults Revisited The Signal Theory in German Speakers”. American Journal of Play, 7:2:201-228.
Chiara Simeone-DiFrancesco, Eckhard Roediger, Bruce A. Stevens 2015. “Schema Therapy with Couples: A Practitioner’s Guide to Healing Relationships”. Wiley-Blackwell