Depressione, ansia e insonnia nella terza età

di Brunetto De Sanctis

Gli anziani non sono immuni da problematiche psicologiche ma raramente ricorrono alla psicoterapia: studi dimostrano, invece, quanto sia fondamentale per risolverle

Non c’è una definizione univoca di “invecchiamento” e di “anziano”. Per “invecchiamento” si intende generalmente un complesso insieme di cambiamenti che aumentano il rischio di malattia e di morte, mentre con “anziano”, in ambito geriatrico, ci si riferisce a persone con 65 o più anni di età, distinguendo tra “giovani anziani”, dai 65 agli 80 anni, e “anziani anziani”, dagli 80 anni in su. Secondo dati emersi da studi internazionali sulla salute mentale, tra i disturbi psicologici, il disturbo depressivo è molto presente nell’età anziana, con una percentuale di presenza massima del 12% sopra i 65 anni. I disturbi d’ansia, poi, raggiungono un picco del 15% sopra i 60 anni e, tra questi, il disturbo d’ansia generalizzato è il maggior presente.
La popolazione anziana necessita, dunque, di un’importante considerazione clinico-psicoterapeutica. Le prime ricerche che hanno analizzato l’efficacia della psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC) negli anziani sono stati pubblicati negli anni ’80 e gli studi che si sono susseguiti fino ad oggi hanno dimostrato l’efficacia della TCC sia nel disturbo depressivo sia nei disturbi d’ansia e di insonnia. Nei principali protocolli, viene utilizzato un approccio modulare, agendo rispetto alle necessità del caso specifico.
Considerando il disturbo depressivo, oltre ad un lavoro sui pensieri negativi che causano sofferenza, risulta utile aumentare l’attivazione motoria-comportamentale e la competenza del risolvere i problemi che si presentano nella vita di tutti i giorni.
Nel disturbo d’ansia viene utilizzata la psico-educazione, finalizzata a comprendere come funziona il proprio problema, a gestire l’eccessiva ansia con tecniche di rilassamento, a lavorare sulla riduzione dei pensieri negativi, a migliorare la competenza nel risolvere i problemi. Vengono inoltre attuate strategie di esposizione graduale ai problemi che causano l’ansia e strategie per migliorare la gestione del sonno.

Sebbene l’insonnia sia molto frequente negli anziani, solo il 15% dei pazienti con insonnia cronica riceve un trattamento e raramente si ricorre alla psicoterapia per gestire questo importante problema. La TCC, anziché risolverla con i farmaci, spesso problematici per le persone anziane che già assumono molte medicine, utilizza la psico-educazione per comprendere il problema, attua strategie per gestire gli ingolfi di pensieri e di emozioni disturbanti che interferiscono con il sonno e impiega tecniche di rilassamento e altre procedure molto specifiche per riequilibrare il ritmo del sonno e della veglia.
La terza età non risulta essere immune da problematiche psicologiche e la psicoterapia cognitivo-comportamentale risulta fondamentale quando la persona anziana mostra avere dei sintomi di sofferenza psicologica o dei chiari problemi psicologici.

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