Donne e insonnia, come combatterla

di Fabio Moroni

Frequenti soprattutto in gravidanza o in menopausa, i disturbi del sonno si possono curare con il trattamento Cognitivo-Comportamentale e la Mindfulness

Le donne sono più soggette degli uomini a sviluppare un disturbo di insonnia. Le ragioni di questa differenza di genere non sono ancora completamente comprese, tuttavia un ruolo importante viene dato ai cambiamenti ormonali che nella donna sono unici e più complessi rispetto a quelli dell’uomo. I più grandi cambiamenti ormonali che avvengono durante la fase premestruale, la gravidanza, il periodo postparto e la peri- e post-menopausa, infatti, caratterizzano le fasi della vita della donna in cui il sonno subisce alterazioni. Il cambiamento ormonale che si verifica durante queste fasi può essere accompagnato da diversi problemi fisici, fisiologici e psicologici: l’aumento di peso, l’incremento del bisogno di urinare durante il riposo notturno (nicturia), la nausea, il mal di schiena, il ciclo irregolare, le vampate di calore, i cambiamenti nell’umore, le difficoltà cognitive e i disturbi del sonno.
È stato osservato che durante la gravidanza circa l’80% delle donne lamenta un sonno disturbato e alcuni studi hanno evidenziato che potrebbe essere collegata a una maggiore probabilità di sviluppare una depressione pre- o postparto, mentre grandi studi epidemiologici mostrano che il 28-64% delle donne in menopausa lamenta sintomi di insonnia. Va tenuto inoltre in grande considerazione che l’insonnia non è l’unico disturbo del sonno che può presentarsi durante il periodo perinatale e la menopausa. Spesso, infatti, alcune donne sviluppano disturbi respiratori durante il sonno, come la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno o OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) oppure, specialmente in gravidanza, la sindrome delle gambe senza riposo o RLS (Restless Legs Syndrome), che si manifesta con un forte fastidio agli arti che porta alla necessità di muoverli periodicamente, impedendo il sonno.
Considerato, quindi, che possono presentarsi diversi disturbi del sonno, è sempre molto importante, anzi essenziale, che si venga sottoposti ad un’accurata valutazione diagnostica per scegliere, di conseguenza, la terapia – medica e/o psicologica – più adeguata.

Due tipi di insonnia
L’insonnia può essere distinta in occasionale o situazionale, quando il problema si manifesta per un breve periodo in corrispondenza di eventi che alterano il sonno (es. fase premestruale, dolori in gravidanza, allattamento) o eventi stressanti (problemi familiari, lavorativi, lutti, ecc.), e cronica o psicofisiologica, quando perdura per più di tre mesi, anche in assenza dei fattori che hanno portato alla sua insorgenza.  Di solito l’insonnia situazionale diviene cronica quando le preoccupazioni legate al non riuscire a dormire si sostituiscono alle tensioni emotive: la preoccupazione costante di non riuscire a dormire adeguatamente diventa proprio la causa di mantenimento dell’insonnia stessa.
In generale, dormire di meno in un periodo della vita non è problematico di per sé e non ci sono prove di conseguenze negative in seguito a un ridotto numero di ore di sonno. Ma se si dorme per diverso tempo un numero di ore minore a quello di cui si sente la necessità, il debito di sonno aumenta e ci si sente stanche, poco pronte a reagire e affaticate, più irritabili, ansiose, con difficoltà di concentrazione e di memoria. Ne risentono così l’umore, le attività quotidiane, le relazioni e il benessere psico-fisico.

Come curarla
La cura dell’insonnia oggi prevede sia trattamenti farmacologici, per la cura delle insonnie di breve durata, sia trattamenti non-farmacologici, per la cura delle insonnie croniche.
La terapia senza farmaci più accreditata è il Trattamento Cognitivo-Comportamentale dell’insonnia (CBTi Cognitive-Behaviour Therapy for insomnia), un intervento, individuale o di gruppo, basato su tecniche che hanno mostrato una significativa efficacia per la cura dell’insonnia in numerose ricerche sperimentali e anche per la gestione della sintomatologia legata alla menopausa. Purtroppo, ancora non ci sono studi che hanno valutato l’efficacia della CBT-i in gravidanza, nonostante molti ne riconoscano l’importanza e la necessità clinica.
Una seconda tipologia di terapia è una forma di meditazione denominata Mindfulness. In particolare, la Mindfulness Based Stress Reduction o MBSR (riduzione dello stress basato sulla consapevolezza) è un programma per la riduzione dello stress che si è dimostrato efficace per una varietà di patologie, quali: disturbi da somatizzazione, dolori cronici, ipertensione, cefalea, disturbi del sonno, disturbi d’ansia, attacchi di panico e anche per la sintomatologia legata alla menopausa. Recentemente sono disponibili forme di intervento di gruppo per l’insonnia che integrano la CBT-i con il programma Mindfulness Based Stress Reduction.

Per approfondimenti:

Ohayon MM, Roth T. What are the contributing factors for insomnia in the general population? J Psychosom Res. 2001 Dec;51(6):745-55.

Moline ML, Broch L, Zak R, Gross V. Sleep in women across the life cycle from adulthood through menopause. Sleep Med Rev. 2003 Apr;7(2):155-77.

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Eichling PS, Sahni J. (2005) Menopause related sleep disorders. J Clin Sleep Med 1(3):291-300.

Dørheim SK, Bjorvatn B, Eberhard-Gran M. Insomnia and depressive symptoms in late pregnancy: a population-based study. Behav Sleep Med. 2012;10(3):152-66.

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