di Carlo Buonanno
La distrazione risulta essere un metodo, diverso dalla ristrutturazione cognitiva, tra i più efficaci nel ridurre gli errori causati dall’informazione emotiva in fase di giudizio
Se chiediamo a un amico come si sente in una giornata uggiosa, è molto probabile che risponda di non essere soddisfatto. Ma se gli facessimo la stessa domanda in una calda e assolata giornata primaverile, forse ci dirà che la vita gli sorride. Si tratta di due risposte intuitive e influenzate dallo stato emotivo del momento.
Il “bias” (mancanza di oggettività di giudizio) che orienta le valutazioni del nostro amico è l’emotional information, una reazione agli stimoli che influenza le valutazioni delle persone. In molti casi migliora la comprensione intuitiva nei processi decisionali ma spesso determina sistematici errori di giudizio.
I neuroscienziati Lench, Bench e Davis hanno condotto cinque esperimenti per fare luce sui meccanismi che possono mitigare le distorsioni prodotte dai processi emotivi nei compiti di presa di decisione. Se gli errori cognitivi possono essere diminuiti rendendo le persone consapevoli delle scorciatoie che intervengono quando siamo chiamati a prendere rapidamente decisioni importanti, negli errori alimentati dall’attivazione delle emozioni, l’intervento emotivo rende particolarmente convincente l’informazione utilizzata per decidere, tanto che anche aumentando la consapevolezza sulla fonte della decisione le scelte rimangono intatte. Ciò accade perché chi le prende “sente” che la scelta è corretta, un feeling che annulla gli effetti delle strategie cognitive abitualmente efficaci nel ridurre gli errori.Per ottenere risultati migliori, quindi, dovremmo ricorrere a strategie di regolazione delle emozioni. Tra queste, la distrazione risulta essere un metodo, diverso dalla ristrutturazione cognitiva, tra i più efficaci nel ridurre gli errori causati dall’informazione emotiva in fase di giudizio, come accade, ad esempio, quando distraiamo lo sguardo da un’immagine cruenta oppure la osserviamo assumendo il punto di vista di un chirurgo.
Alcuni studiosi hanno coinvolto giovani adulti in compiti di scelta decisionale e hanno valutato l’entità con la quale ricorrevano a quattro differenti strategie di contenimento degli errori: rallentare il giudizio, valutare con più attenzione le probabilità, distrarsi dalle emozioni e articolare meglio l’analisi degli eventi. Inoltre, gli sperimentatori chiedevano ai soggetti di considerare l’eventualità che le loro risposte fossero sotto l’effetto dell’emotional information e di indicare come tale processo avesse influenzato le risposte stesse. Ebbene, se è vero che i partecipanti agli esperimenti non hanno esplicitamente promosso l’uso della distrazione come strumento per migliorare le proprie decisioni e non sembravano capaci di valutare consapevolmente l’impatto degli aspetti emotivi, in quattro studi su cinque i risultati hanno mostrato come distrarsi riduca sensibilmente le distorsioni nelle fasi di giudizio e inibisca gli effetti dell’emotional information.
I risultati di questa ricerca si inscrivono in un filone che si occupa di sviluppare strategie utili alla riduzione dell’impatto delle emozioni sui giudizi e le scelte e fornisce un contributo apprezzabile alla comprensione dei meccanismi che intervengono nei processi decisionali degli individui.
Per approfondimenti:
Lench H.C., Bench S.W., Davis E.L. (2015). Distraction from emoziona information reduces biased judgements. Cognition and Emotion, 4, 638-53. doi: 10.1080/02699931.2015.1020767
Tversky, A. e Kahneman, D. (1974). Judgment under uncertainty: Heuristic and biases. Science, 185, 1124-1131. Doi:10.1126/science.185.41571124