La mindfulness aumenta la resilienza nell’età evolutiva

di Stefania D’Angerio

I protocolli di intervento mindfulness aiutano ad affrontare lo stress, insegnano a non reagire agli eventi difficili della vita e si stanno diffondendo anche fra bambini e  adolescenti

In psicologia, il termine “resilienza” indica la capacità dell’individuo di superare e trarre forza da eventi stressanti e traumatici. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti. Il concetto di resilienza è mediato dalla scienza dei materiali, per la quale un materiale ad alta resilienza è quello in grado di adattarsi a pesanti sollecitazioni mantenendo la sua forma originaria.Mindful età evol
“Le persone che vengono nella nostra clinica – ha detto il biologo statunitense Jon Kabath-Zinn – imparano presto che lo stress è una componente inevitabile della vita […].Lo stress fa parte nella natura umana […] ma questo non significa che dobbiamo soccombere a forze più grandi di noi. Non possiamo fermare le onde, ma imparare a surfarle”.
La promozione della resilienza sta diventando sempre più centrale nei programmi di prevenzione per la salute mentale, anche in età evolutiva. Le pratiche mindfulness, in particolare, insegnano a rimanere in contatto con le difficoltà. Negli ultimi anni, inoltre, si è assistito a un incremento di bambini e adolescenti in età scolare che presentano un’ampia varietà di problemi sociali, emotivi e comportamentali, e la mindfulness si sta rivelando un valido aiuto nella prevenzione di tali disagi. La mindfulness insegna, infatti, ad essere totalmente presenti “prestando attenzione a ciò che più di saliente ed importante c’è in ogni momento”, ha spiegato Kabath-Zinn: i bambini e gli adolescenti imparano a prendersi un attimo di tregua, a premere il tasto ‘pausa’ e a sentire di cosa hanno veramente bisogno in quel momento.

Queste pratiche derivano dalle discipline orientali di meditazione e di yoga. Insegnano a porre l’attenzione al proprio respiro, al proprio corpo, ai propri pensieri, ai propri sentimenti, e alle cose che ci circondano. L’obiettivo consiste nel migliorare le competenze emozionali, vale a dire nel riconoscere e regolare il proprio sentire, e nell’acquisire le capacità di descrivere pensieri e emozioni senza giudicarli, accettandoli per quello che sono e imparando a restare in contatto con quello che si prova, senza mettere in atto comportamenti impulsivi. Si sono rivelate utili anche per la prevenzione di comportamenti a rischio, come l’assunzione di droga ed alcol, la cui età di esordio sta diventando sempre più precoce. Per dirlo con le parole di Sarah-Jayne Blakemore, dell’University College di Londra, “la mindfulness cerca di migliorare il controllo e il processo decisionale, resistendo alla pressione dei pari e per questo è un aiuto nella prevenzione”. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito le pratiche mindfulness sono state inserite nelle attività scolastiche di numerosi istituti e anche nel Nord Italia sono state fatte alcune sperimentazioni, grazie alle quali oggi esistono protocolli per bambini e adolescenti della durata di otto incontri.
Per un bambino o per un adolescente non è facile rimanere con gli occhi chiusi a osservare il proprio respiro per molto tempo: è per questo che il protocollo d’intervento in età evolutiva prevede tempi di meditazione molto più brevi (8-10 minuti), alternati a esercitazioni pratiche, condivisioni in gruppo e momenti di psicoeducazione. I gruppi di mindfulness con gli adolescenti si dimostrano particolarmente efficaci per migliorare aspetti problematici quali aggressività, impulsività, autoregolazione attentiva, reattività allo stress, ansia e rimuginio, depressione, e in generale possono aiutare a coltivare e sviluppare modalità meno disfunzionali di gestione di problematiche quali ansia e stress. Alcuni studi hanno dimostrato anche un aumento delle attività cerebrali legate all’attenzione, apprendimento e memoria, all’introspezione e alla compassione, alla gioia e all’elaborazione emotiva.

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