La paura è un dono della natura

di Roberta Trincas

I timori sono parte del bagaglio biologico di tutti gli esseri umani. È sano accettarli senza vergogna e ridurre il loro potere quando sono sproporzionati rispetto al pericolo

Capita spesso di avere pensieri come: “Non dovrei avere paura” o “Sono un debole se ho paura”. Generalmente le persone tendono a considerare la paura e l’ansia come emozioni negative o vergognose. Tuttavia, ci sono buoni motivi per considerare la paura come naturale e fondamentale per la sopravvivenza, nonostante in alcuni casi possa sembrare irrazionale e inutile. paura_disney
Secondo una prospettiva evoluzionistica, tutte le nostre paure hanno la funzione di favorire la sopravvivenza della specie. All’interno di quest’ottica, lo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale statunitense Robert Leahy offre alcune interessanti osservazioni sulle origini dei nostri disturbi d’ansia nelle condizioni di vita primitive: la paura di un attacco da parte di estranei poteva associarsi a comportamenti adattivi come tenersi lontani dagli stranieri, proteggere il territorio, ricercare vicinanza con la famiglia o la tribù; la paura dei predatori, al contrario, poteva associarsi all’esigenza di evitare gli animali e il buio o di aggregarsi al gruppo per avere protezione. Timori che possono aver aiutato i nostri antenati a evitare esiti dannosi.
Le paure che un tempo potevano essere utili per la sopravvivenza oggi sembrano far parte di alcuni disturbi d’ansia. L’agorafobia – la paura degli spazi aperti -, per esempio, senza dubbio si ricollega al timore di essere attaccati dai predatori durante l’esposizione in spazi aperti. Il disturbo post-traumatico da stress potrebbe avere origine dalla convenienza di tenersi lontani da pericoli già sperimentati nel ruolo di testimone o di vittima. Il disturbo d’ansia generalizzata sembrerebbe essere una versione moderna della lungimiranza: le preoccupazioni delle tribù, infatti, potevano avere il semplice intento di anticipare le calamità e prepararsi ad esse.

Una volta che abbiamo compreso che le nostre ansie hanno una solida base nella nostra storia evoluzionistica, potremmo essere meglio preparati ad accettarle come parti del nostro bagaglio biologico. Non dovremmo più vederle come difetti o limiti che ci fanno sentire in colpa o in imbarazzo. Ma la vera buona notizia è che non necessariamente tali timori possono avere sempre il controllo su di noi: è possibile ridurre il loro potere, specialmente quando sono sproporzionati rispetto al pericolo presente. Molte paure che si hanno naturalmente nell’infanzia, ad esempio, scompaiono quando diventiamo adulti: i bambini spesso sono spaventati dagli animali, dall’acqua, dal buio o dalla solitudine e normalmente, durante la crescita, imparano che non necessariamente costituiscono una minaccia.

La ricerca è a sostegno di questa tesi: sembra, infatti, che i bambini di città siano più spaventati dai serpenti rispetto ai bambini che vivono in zone di campagna, i quali sono più spesso in contatto con i serpenti e apprendono, quindi, che non sono pericolosi. Molti bambini sono terrorizzati dall’acqua alta, ma quando imparano a nuotare la paura scompare.
Le paure che abbiamo oggi sono le stesse che un tempo consentivano l’adattamento ad un ambiente pericoloso, dove i predatori braccavano gli antenati, gli stranieri potevano uccidere e dove la fame era una preoccupazione quotidiana. Senza la paura, non saremmo potuti sopravvivere e diventare ciò che siamo.
Questa affascinante prospettiva evoluzionista in qualche modo porta con sé un importante messaggio: la paura non è un nemico da sconfiggere o eliminare né qualcosa di cui vergognarsi ma è un’emozione normale che fa parte di tutti gli esseri umani, da condividere e accettare.

Per approfondimenti:

Leahy, R.L. (May 02, 2016). The gift of fear. Psychology Today © 1991-2016 Sussex Publishers, LLC | HealthProfs.com © 2002-2016 Sussex Directories, Inc.

 

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