Saltello dieci volte sul piede destro e nulla di male accadrà

di Teresa Cosentino

Quei comportamenti che mettiamo in atto per proteggerci da eventuali minacce e che in realtà ci imprigionano

Un uomo, camminando per strada, nota una persona sul marciapiede intenta a spargere sale intorno a sé. La stessa scena si ripete il giorno dopo e quelli a seguire fino a che, incuriosito dalla bizzarria del comportamento di quella persona, si avvicina e gli chiede: “Come mai sparge sale?”. E l’altro: “Per tenere lontani i coccodrilli!”. “Ma qui non ci sono coccodrilli…”, osserva l’uomo sbalordito. Ma l’altro ribatte: “Certo che non ci sono, è merito del sale che spargo!”.
L’assenza dei coccodrilli diventa per quella persona la dimostrazione dell’efficacia della soluzione da lui adottata, la prova sufficiente per motivarlo a mantenere tale comportamento. Impiega gran parte del suo tempo in questa maniera, trascurando altre attività per lui importanti, certo di scongiurare, così, l’incontro con un coccodrillo. Continuando a farlo, d’altra parte, non avrà mai modo di verificare che, anche senza spargere il sale, il coccodrillo non arriverebbe.
Capita a tutti di compiere gesti, azioni, con l’intento di proteggerci da pericoli vari. Ci succede di compiere gesti scaramantici per scongiurare eventi negativi (ad esempio ripetere un gesto un certo numero di volte, cambiare strada se incrociamo un gatto nero, portare ciondoli o immagini protettive), controlli di vario genere (aver chiuso il gas, le porte, l’automobile), lavaggi ripetuti (mani, indumenti, ambienti ed oggetti) per non rischiare di contaminarci; ci capita di far attenzione a quel che diciamo o ai nostri comportamenti per evitare brutte figure; di restare nei pressi delle vie d’uscita di luoghi chiusi e affollati per poterci allontanare facilmente in caso di necessità.
In alcuni casi, tuttavia, come nel caso dell’uomo del sale, sono proprio tali comportamenti a rendere impossibile l’esistenza o, quantomeno, a ridurre significativamente la qualità della vita della persona. Roberta, ad esempio, si ritrova a toccare più volte lo stesso oggetto, a lavarsi molto spesso le mani, a compiere la stessa azione fino allo sfinimento per scongiurare eventi nefasti che potrebbero capitare a se stessa o ai propri cari. Mario, per non rischiare figuracce, evita di mangiare in pubblico, parla poco e ripete mentalmente le cose prima di dirle, indossa sempre una giacca, anche in estate, per nascondere la sudorazione. Paolo teme di poter avere un infarto e perciò evita gli sforzi fisici, di avere rapporti sessuali, vedere film emozionanti e si sposta solo in zone dove è rapidamente disponibile un aiuto medico. Roberta, Mario e Paolo sono così impegnati a prevenire le minacce temute da trascurare e rinunciare a obiettivi per loro importanti come lo studio, il lavoro, la vita sociale. Come per l’uomo del sale, ci verrebbe spontaneo suggerire loro che affrontare le situazioni temute senza prendere quelle precauzioni consentirebbe loro di acquisire informazioni circa la reale probabilità che la minaccia temuta si verifichi, la gravità delle conseguenze, le possibilità di fronteggiarla e la tollerabilità dell’ansia e del disagio. Su questo principio si basa l’Esposizione con Prevenzione della Risposta, tecnica ampiamente utilizzata nella Terapia Cognitivo-Comportamentale con l’intento di aiutare la persona a verificare e modificare le sue credenze circa la minaccia temuta e l’utilità dei provvedimenti che prende per scongiurarla.

Accettando di esporsi alla situazione o allo stimolo temuto, senza fare nulla per tentare di prevenirla o limitarla, avrà modo di notare che la minaccia non si verifica o che è fronteggiabile e tollerabile anche senza aver preso i soliti provvedimenti. Una volta avuta la dimostrazione della loro inutilità, sarà più semplice rinunciarvi, smettere di spargere il sale e investire le proprie energie in altri scopi e obiettivi significativi.

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