di Luana Stamerra
Se per “alessitimia” si intende l’incapacità di riconoscere e verbalizzare i sentimenti e l’utilizzo di uno stile cognitivo orientato verso eventi esterni, con “estroversione” ci si riferisce a una dimensione della personalità caratterizzata da tendenze socievoli. Tali costrutti apparentemente lontani sono tra loro correlati, come dimostrato da diversi studi che dimostrano che individui alessitimici e meno estroversi mostrano difficoltà nella comunicazione di emozioni, e che alti livelli di alessitimia sono legati a bassi livelli di estroversione. Tali evidenze, emerse da ricerche che hanno utilizzato solo misure esplicite per valutare l’estroversione, cioè misure che chiedono all’individuo di giudicare se determinate affermazioni corrispondono a loro caratteristiche e tendenze comportamentali, ora vengono supportate anche dall’utilizzo di misure indirette che, di contro, inferiscono le rappresentazioni di sé o i contenuti mentali attraverso specifiche performance in contesti sperimentali. Tali misure indirette permettono di rilevare stabili rappresentazioni associative del sé (implicito concetto di sé della personalità) correlate a comportamenti guidati da tendenze e motivazioni di natura automatica. Dunque, mentre le misure esplicite evidenziano i processi deliberativi sottostanti ai comportamenti sociali, le misure implicite rilevano i processi automatici e più impulsivi sottostanti agli stessi. L’utilizzo di entrambi i tipi di misure, ugualmente importanti nella loro complementarietà, è avvenuto in uno studio pubblicato di recente, nel quale è stata esaminata la relazione tra l’alessitimia e l’estroversione misurata in maniera esplicita ed implicita, attendendosi il riscontro di una correlazione negativa tra l’alessitimia e l’estroversione, misurata direttamente e indirettamente.
Lo studio è stato condotto su un campione di sole donne, in quanto proprio le donne sembrano manifestare relazioni più forti tra i due tipi di misure. Esso si avvaleva del test TAS-20 per misurare l’alessitimia, mentre misurava l’estroversione utilizzando una misura esplicita, il NEO Five Factor Inventory e una misura implicita, l’Implicit Association Test (IAT). Lo studio ha evidenziato un’associazione negativa tra l’alessitimia e l’estroversione implicita rilevata attraverso lo IAT. In altre parole, al crescere di una variabile (ad esempio, alessitimia), si osservava il decrescere dell’altra (ad esempio, estroversione). La correlazione non emergeva invece per l’estroversione misurata esplicitamente (self report). Quindi, le partecipanti con elevati punteggi di alessitimia mostravano un implicito concetto di sé di estroversione più basso rispetto alle partecipanti con alessitimia più bassa. I risultati confermano la presenza di una relazione negativa tra l’alessitimia e l’implicito concetto di sé di estroversione, suggerendo che individui con caratteristiche alessitimiche più pronunciate mostrano associazioni più forti del sé con caratteristiche legate all’introversione come, ad esempio, la timidezza, la reticenza o la riservatezza, rispetto a individui con caratteristiche alessitimiche meno pronunciate. Tale risultato è coerente con i risultati di precedenti studi indicanti che l’alessitimia è inversamente associata con espressioni di immediatezza non verbale, come il contatto oculare, il sorriso o la prossimità fisica mentre si parla agli altri, e una ridotta immediatezza non verbale potrebbe favorire stili interattivi più introversi e meno socievoli.
Per approfondimenti:
Günther, V., Matthes, A., Kersting, A., Egloff, B., & Suslow, T. (2016). Alexithymia and the implicit self-concept of extraversion in women. Personality and Individual Differences, 88, 21-25.