Quando il dovere guida la propria vita e non lascia via di scampo

di Alessandra Nachira

Stati mentali e credenze del Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità

Gli individui con Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOCP) presentano una moderata compromissione nel funzionamento della personalità che si manifesta nelle seguenti aree: identità, intimità, empatia, capacità di autodirezione. Questi soggetti mostrano un rigido perfezionismo, sentendosi obbligati al raggiungimento degli obiettivi e faticando a rilassarsi. Tendono spesso al controllo dell’altro e se quest’ultimo sfugge, possono avere esplosioni occasionali di rabbia sia a casa sia al lavoro.

Dal punto di vista emotivo, i soggetti con DOCP sono convinti che le loro emozioni debbano essere sempre controllate perché considerate sbagliate, un segno di debolezza morale. Lasciarsi andare a qualcosa di “indegno” li esporrebbe, nella loro mente, al rischio di biasimo e, alla fine, all’abbandono da parte degli altri. Finiscono perciò con il controllare i loro affetti, apparendo agli occhi degli altri rigidi e freddi.

L’emozione più comune per questi soggetti è il senso di colpa, che nasce dall’idea di avere agito irresponsabilmente e avere quindi arrecato danno a sé e/o agli altri. Un’altra emozione ricorrente è la rabbia, verso se stessi quando non si rispettano gli standard o verso gli altri quando non ci si comporta con il dovuto zelo. La loro rabbia non è esplosiva, è più controllata, percepibile dal viso e dal tono di voce. Il dovere guida la loro vita e quando affiora il desiderio di rilassarsi, da un lato si criticano e si sentono in colpa, dall’altro si sentono costretti e si ribellano a chi impone dall’esterno i doveri.
Nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità si possono ritrovare diversi stati mentali con scopi e credenze diverse:
1. Accudimento. Il soggetto è spinto dal desiderio di essere amato, apprezzato, ma percepisce l’altro come rifiutante. In risposta si attiva il sistema del rango sociale: verrà amato se il suo valore sarà considerato adeguato dalle figure di riferimento.
2. Autostima. Il soggetto desidera essere capace, adeguato, ma percepisce l’altro come critico, invalidante. In risposta, sviluppa il tratto ossessivo come strategia volta a sopperire al senso di inefficacia personale.
3. Autonomia/esplorazione. I soggetti con DOCP sono guidati dai loro standard elevati e inflessibili di etica e performance e hanno difficoltà a riconoscere i propri desideri. Inibiscono, perciò, il sistema esploratorio.
I soggetti con DOCP spesso arrivano in terapia a causa di disturbi di natura psicofisiologica, come attacchi d’ansia, impotenza sessuale, senso di stanchezza e sovraccarico. Per il trattamento esistono vari approcci: molti studi hanno osservato l’efficacia della Terapia Cognitiva-Comportamentale in quanto riduce la sintomatologia ansiosa, aumenta l’estroversione, l’assertività e la stabilità emotiva. Un altro intervento è la Terapia Metacognitiva Interpersonale che si dedica al trattamento dei sintomi che il paziente riporta in terapia (ansia, attacchi di panico, depressione, somatizzazioni). Il terapeuta raccoglie episodi narrativi relazionali in cui esplorare insieme cosa il soggetto abbia provato e pensato in quel momento, dando dei nomi alle emozioni. L’obiettivo è rendere il soggetto consapevole di come perfezionismo e standard elevati siano solo strategie finalizzate a farlo accettare dagli altri.

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