“Una perdita significativa segna l’inizio di una vita diversa per i sopravvissuti”. Anna Rita Verardo
Anche se è una parte naturale della vita, il lutto rappresenta sempre un’esperienza particolarmente difficile da affrontare che cambierà inevitabilmente e radicalmente il modo di vivere, sentire e pensare. Se vissuto in fase precoce o in adolescenza, ha un peso emotivo maggiore, soprattutto se chi viene a mancare è il genitore. Supportare un bambino o un adolescente che vive un lutto genera sempre molta incertezza, preoccupazione e paura. Inoltre, se si sta vivendo per primi una perdita, è difficile occuparsi del dolore del bambino o del ragazzo, offrendogli conforto e vicinanza. È importante, dunque, avere una buona rete familiare o degli amici su cui ci si possa appoggiare, seguire alcune indicazioni e, in alcuni casi, chiedere aiuto a uno psicologo. Di frequente, invece, accade che convinzioni errate su questo tema inducano a compiere azioni che rallentano o ostacolano il processo di elaborazione del lutto e possono avere effetti negativi sullo sviluppo evolutivo. Sono da evitare comportamenti come: nascondere la verità, non dire subito che la persona è deceduta, non far “salutare” il defunto; se la perdita è successiva a una malattia, non preparare il bambino o il ragazzo alla morte del proprio caro; non nominare mai il defunto; non farsi vedere tristi e non mostrare la propria fragilità.
Il percorso di elaborazione del lutto tra adulti, bambini, adolescenti, è simile, ma non uguale. Il bambino manifesta il lutto attraverso sentimenti intensi, ma con tempi brevi di elaborazione, poiché si difende dal dolore distogliendo il pensiero dalla perdita e distaccandosi dalla realtà dolorosa. La perdita di una persona cara compromette il senso di sicurezza del bambino, generando ansia e paura. Nel volume “Il Lutto. Psicoterapia cognitivo evoluzionista”, gli autori Onofri e La Rosa spiegano che le reazioni emotive compaiono solitamente a “intervalli periodici e in modo discontinuo e sono: intensa sofferenza, rabbia per esser stati lasciati da soli, distacco emotivo, tristezza, senso di colpa, reazioni somatiche a causa dello stress, regressioni a fasi precedenti della crescita. Possono insorgere nuove paure, tra cui la paura che possa succedere qualcosa a sé o alle persone care rimaste in vita o ansia da separazione”. Nel gioco e nel disegno, i bambini che hanno vissuto un lutto rappresentano scene con tematiche di morte. A seconda dell’età, esprimono tristezza, tendenza all’isolamento, scarsa capacità di concentrazione, difficoltà nel dormire, mancanza o eccessivo appetito. Possono sentire la necessità di piangere, ma se ne vergognano. Infine può emergere, nei confronti della perdita, un senso di colpa per le proprie azioni e per aver provocato la morte della persona cara e rimpianti per azioni che avrebbe voluto compiere prima della morte. In questo caso, è importante ricordare al bambino l’affetto reciproco provato con la persona scomparsa. È importante che l’adulto dia al bambino la possibilità, attraverso il dialogo, di esprimere questi sentimenti, facendosi descrivere cosa pensa e prova, aiutandolo così a elaborare il dolore. Si devono validare le emozioni, ossia confermare che ciò che prova è naturale. Per rassicurare il più possibile il bambino bisogna, inoltre, rendere la vita quotidiana prevedibile e stabile e insegnare delle strategie per continuare a vivere nonostante la perdita.
Per approfondimenti:
Onofri A., La Rosa C. (2015) Il Lutto. Psicoterapia cognitivo evoluzionista e EMDR, Giovanni Fioriti Editore