di Katia Tenore
L’analisi della storia di vita rappresenta una fondamentale fase per la comprensione della psicologia della persona
Il modo con cui una persona racconta la propria storia è una preziosissima fonte di informazioni per la comprensione della sua psicologia. La possibilità di descrivere in maniera fluida la personale autobiografia, conferisce un senso di unità e favorisce la comprensione degli scopi che sottostanno ai singoli comportamenti. Alcuni teorici descrivono l’identità narrativa come l’insieme di due processi di base. Il primo viene chiamato “memory specificity” ed è deputato alla generazione di specifiche memorie immaginative, cioè dei ricordi sotto forma di immagini. Il secondo processo, collegato al primo, è relativo al “meaning-making” e comporta un allacciamento delle esperienze ricordate alle strutture del sé. Una flessibile combinazione di questi due processi narrativi è la chiave del benessere psicologico.
I ricordi autobiografici narrano di rilevanti eventi di vita collegati a scopi esistenziali e il loro insieme rappresenta la storia di vita. Tra i ricordi autobiografici quelli particolarmente significativi, in quanto collegati con temi importanti per il singolo, evolvono poi in ricordi autocaratterizzanti, attraverso cui il singolo si autorappresenta e descrive l’idea di sé.
Per diventare autocaratterizzanti, i ricordi autobiografici devono non solo essere valutati come importanti nell’immediato, ma è necessario che siano rivissuti per qualche mese dopo l’evento in oggetto ed essere collegati a un significativo capitolo della storia di vita. Se i ricordi autobiografici si connettono ai temi più critici delle narrative personali, superano la soglia per diventare auto-caratterizzanti e non rappresentano esclusivamente un segmento della storia di vita di una persona, ma della storia di vita nel complesso.
Esiste dunque un sistema di memoria duale che genera ricordi, alcuni dei quali, a causa della loro rilevanza rispetto agli scopi esistenziali e/o per la presenza di importanti conflitti, evolvono in ricordi autocaratterizzanti. Convergenze tra ricordi autocaratterizzanti conducono alla creazione di script narrativi che descrivono delle sequenze ripetitive di azione-risultato-risposta emotiva e, grazie alla possibilità di ricordare che in situazioni simili reagiamo allo stesso modo, possiamo avanzare delle previsioni sul nostro comportamento.
Sia i ricordi autocaratterizzanti sia gli script narrativi fungono da ingredienti per una storia di vita globale, che con il tempo aumenta in termini di complessità e si arricchisce di “capitoli” nel corso della vita.
L’analisi della storia di vita e, in particolare, dei ricordi autocatterizzanti rappresenta una fondamentale fase del processo terapeutico, in quanto facilita la comprensione dei temi personali e dei bisogni frustrati del paziente. Allo stesso modo, risulta di fondamentale importanza per il lavoro sulla vulnerabilità storica e quindi per la prevenzione delle ricadute.
Per approfondimenti:
Singer, J. A., Blagov, P., Berry, M., & Oost, K. M. (2013). Self‐defining memories, scripts, and the life story: Narrative identity in personality and psychotherapy. Journal of personality, 81(6), 569-582.