di Valentina Di Mauro
curato da Elena Bilotta
Essere “Mindful” vuol dire portare l’attenzione ai propri sentimenti, pensieri, e sensazioni corporee del momento, accettandoli e non giudicandoli. Negli ultimi decenni, molti studi hanno osservato associazioni positive tra la Mindfulness e la soddisfazione di vita. È quindi importante conoscere meglio i meccanismi psicologici che possono spiegare gli effetti della Mindfulness.
Un meccanismo chiave attraverso il quale essa ha il suo effetto benefico è attraverso la promozione della regolazione delle emozioni. Quando le persone sono in uno stato consapevole, sono sensibili ai segnali emotivi presenti nel loro campo esperienziale. Inoltre, la Mindfulness incoraggia le persone a visualizzare le proprie emozioni come eventi mentali transitori piuttosto che riflessi della realtà. Questo atteggiamento può quindi aiutare le persone a non utilizzare strategie di regolazione emozionale disfunzionale, come l’evitamento esperienziale e la ruminazione. In breve, praticare la Mindfulness può aiutare le persone ad affrontare le proprie emozioni in modo più adattivo.
Finora, i ricercatori hanno principalmente esaminato gli effetti della Mindfulness su emozioni esplicite auto-riportate. Però, ci sono ragioni per sospettare che ciò possa avvenire anche per risposte emozionali implicite.La ricerca ha costantemente osservato che la Mindfulness facilita la regolazione delle emozioni.
Sulla base di queste considerazioni, Remmers et al., (2016) hanno posto come obiettivo del loro studio quello di creare un collegamento tra Mindfulness, la regolazione delle emozioni implicite e i relativi processi sottostanti. La loro ipotesi principale è che la Mindfulness migliori l’umore negativo sia a livello implicito che esplicito.
Gli autori hanno indotto tristezza in 72 volontari sani, dopo avergli fatto effettuare un esercizio di Mindfulness, di distrazione o di ruminazione (tutti e tre sono metodi, descritti in letteratura, per regolare le emozioni). I cambiamenti nell’umore impliciti sono stati valutati attraverso l’Implicit Positive and Negative Affect Test (IPANAT), invece quelli espliciti, attraverso il Positive and Negative Affect Schedule (PANAS).
È stato dimostrato che lo stato d’animo positivo è aumentato in tutte le condizioni, mentre, per quanto riguarda la regolazione dell’umore negativo, i risultati erano in linea con l’ipotesi principale di Remmers et al., (2016): solo i partecipanti che avevano effettuato un esercizio di Mindfulness o di distrazione avevano un significativo miglioramento dell’umore. I partecipanti nella condizione di ruminazione hanno mantenuto il loro stato d’animo negativo, il che è in linea con le precedenti ricerche sugli effetti della ruminazione sull’umore.
I risultati attuali si adattano con l’idea che il non-giudizio e l’atteggiamento non reattivo che le persone adottano durante la pratica Mindfulness può interrompere i processi operativi automatici. Questo processo di de-automatizzazione può aiutare le persone ad accettare i sentimenti negativi piuttosto che farli entrare automaticamente in fase di elaborazione di cicli disfunzionali. Un indicatore empirico della capacità integrativa della Mindfulness può essere una maggiore congruenza tra umore implicito ed esplicito. Infatti, i partecipanti del gruppo Mindfulness avevano maggiore congruenza tra le misure di umore negativo esplicito ed implicito rispetto ai partecipanti nelle condizioni di distrazione e ruminazione.
Questi ultimi dati suggeriscono che anche se la distrazione e la Mindfulness sono relativamente simili nel miglioramento dell’umore, esse regolano le emozioni negative attraverso diversi meccanismi psicologici.
Sembra che la Mindfulness favorisca uno stato mentale più equilibrato in cui i conflitti tra i diversi livelli vengono risolti.
Nel complesso, la ricerca futura dovrebbe districare il potenziale degli effetti differenziali dell’esperienza Mindfulness a lungo termine contro gli interventi Mindfulness a breve termine, come quello di questo studio.
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