di Michele Simeone
Venerdì 28 ottobre si è tenuto a Bari il convegno “Comprendere e curare la mente ossessiva” organizzato dalle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva AIPC, APC e SPC. L’evento è stato interamente dedicato al disturbo ossessivo compulsivo (DOC) e rivolto a tutti i coloro che si occupano di salute mentale. Un’occasione per conoscere i più recenti contributi scientifici alla comprensione e al trattamento del DOC tra cui l’ultima pubblicazione a cura di Francesco Mancini dal titolo “La mente ossessiva”, edita da Raffaello Cortina, che coniuga la teoria attenta e puntuale sul funzionamento della mente ossessiva con la presentazione di interventi e prassi operative verificate nell’efficacia.
Ad aprire i lavori Maria Grazia Foschino Barbaro, direttore della neonata scuola di psicoterapia AIPC (Associazione Italiana di Psicoterapia Cognitiva) che inaugura quest’anno l’apertura della sua prima sede a Bari. È lei a sottolineare il merito delle scuole APC e SPC, marchi storici della formazione in terapia cognitivo-comportamentale in Italia, di aver valorizzato il ruolo della ricerca come strumento di conoscenza scientifica e verifica degli esiti.
Insieme a lei Domenico Semisa, Direttore del Dipartimento della salute mentale ASL di Bari e Rosalinda Cassibba Direttore del Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia e Comunicazione dell’Università Aldo Moro di Bari.
Nella prima parte della giornata di studio si sono susseguiti diversi interventi, moderati da Gabrielle Coppola e Rocco Luca Cimmino: Andrea Gragnani con l’identikit del disturbo ossessivo seguito dal contributo di Alessandro Bertolino sul rischio genetico della psicopatologia e sul funzionamento cerebrale.
La parola è passata a Francesco Mancini che ha presentato gli scopi e le credenze che diventano, nella mente ossessiva, determinanti psicologici prossimi della sintomatologia riconducibili in definitiva allo scopo cruciale di prevenire il senso di colpa deontologica che minaccia gravemente il proprio valore personale. È la tesi su cui si basa il lavoro pluriennale di ricerca e attività clinica del suo gruppo che ha contribuito alla comprensione raffinata di questo disturbo in termini squisitamente psicologici.
Angelo Maria Saliani ha poi orientato il focus del suo intervento sulle relazioni familiari dei pazienti ossessivi che possono contribuire al mantenimento del disturbo o, viceversa, favorirne la remissione.
Giuseppe Romano ha moderato la seconda sessione dedicata al trattamento cognitivo comportamentale del DOC. Annalisa Bello ha descritto il razionale e l’impostazione del piano terapeutico, seguita da Gianluigi dell’Erba che ha messo in luce le componenti principali e gli aspetti più efficaci della CBT del DOC; Barbara Barcaccia ha, invece, sottolineato il ruolo centrale dell’accettazione del rischio temuto nella pratica dell’E/RP. Antonello Bellomo ha concluso con un’analisi critica delle più recenti linee guida internazionali per la presa in carico e management del paziente con DOC andando oltre il trattamento farmacologico.
In definitiva, il convegno si è rivelato per gli addetti ai lavori un’occasione preziosa per comprendere meglio il funzionamento del DOC e cogliere spunti di riflessione su cui orientare i propri interventi.