Come i disturbi del sonno interagiscono con i disturbi psichiatrici

di Fabio Moroni

 Gli interventi sui disturbi del sonno potrebbero migliorare l’efficacia dei protocolli di intervento nei disturbi psichiatrici

Sono numerose le ricerche che dimostrano come i disturbi del sonno si presentino molto spesso in concomitanza con i disturbi psichiatrici. Questa alta comorbidità tra disturbi suggerisce l’esistenza di fattori eziologici e di mantenimento comuni, come evidenziato da Allison J. Harvey e il suo gruppo che identifica i disturbi del sonno come meccanicisticamente transdiagnostici. In altre parole, secondo l’autore, i disturbi del sonno sarebbero legati agli altri disturbi psichiatrici attraverso una reciproca interazione nella regolazione delle emozioni e nei meccanismi neurobiologici sottostanti, nell’espressione genetica e nella regolazione dei sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici e dopaminergici. In effetti, sono numerose le prove scientifiche che supportano l’ipotesi che i disturbi del sonno e altri disturbi psichiatrici interagiscano ai tre livelli indicati.

Per quanto riguarda la regolazione dell’emozioni, sono ben noti gli effetti della deprivazione di sonno sull’umore ed è stato osservato come la mancanza di sonno aumenti l’intensità delle emozioni negative in occasione di fallimenti e diminuisca l’intensità di quelle positive in occasioni di successi. D’altra parte, l’aumento dell’intensità emotiva e dell’attivazione, o arousal, interferiscono con il sonno negativamente, creando così un circolo vizioso tra sonno disturbato e disregolazione emotiva. Inoltre, è ben noto da un punto di vista neurofisiologico che la deprivazione di sonno produce una diminuzione dell’attività corticale delle aree mediali e prefrontali che sono implicate nell’inibizione delle risposte emotive, compromettendo così l’efficacia dei meccanismi di controllo emotivi. Al contrario, i circuiti neurali legati alla risposta emotiva, come per esempio quelli della risposta da stress, possono alterare la funzionalità dei meccanismi omeostatici e circadiani di regolazione del sonno.

Senza entrare troppo nel dettaglio degli studi sulla genetica, sono stati individuati e studiati numerosi geni che ricoprono un ruolo nella regolazione dei ritmi sonno/veglia e che sono stati visti implicati anche nei disturbi psichiatrici. Il sistema monoaminergico (serotonina e dopamina), inoltre, è fortemente implicato nella regolazione del ritmo sonno/veglia e le sue alterazioni sono ugualmente implicate nell’eziologia e farmacoterapia di disturbi psichiatrici e medici. Per esempio, sappiamo che alterazioni del funzionamento serotoninergico possono essere legate ai disturbi dell’umore, ai disturbi d’ansia, ai disturbi alimentari, alla schizofrenia e anche a condizioni non psichiatriche come l’epilessia, l’emicrania e il dolore. Mentre, alterazioni del funzionamento dopaminergico possono essere legate ai disturbi psicotici, ai disturbi dell’umore, al gioco d’azzardo e all’ipersessualità.

Per concludere, diverse evidenze scientifiche suggeriscono che l’interazione tra disturbi del sonno e disturbi psichiatrici può avvenire in tutti e tre i livelli indicati producendo meccanismi di mantenimento reciproco tra i disturbi stessi.

Questa visione dei disturbi del sonno come transdiagnostici nei disturbi psichiatrici può avere notevoli implicazioni cliniche. In primo luogo, se i disturbi del sonno e la sintomatologia psichiatrica si mantengono vicendevolmente, trattare il sonno potrebbe aiutare a ridurre la sintomatologia dei pazienti. In secondo luogo, un’eziologia comune permetterebbe di produrre protocolli di intervento sul sonno che potrebbero essere applicati, con piccoli adattamenti, alla maggior parte dei pazienti con disturbi psichiatrici che presentano difficoltà nel sonno. In terzo luogo, migliorare il sonno migliora in ogni caso la qualità della vita dei pazienti. Pertanto, il trattamento dei disturbi del sonno, che attualmente viene ancora trascurato nella pratica clinica del trattamento dei disturbi psichiatrici, potrebbe offrire nuove prospettive di integrazione e potenzialmente maggiore efficacia nei trattamenti già esistenti.

Per approfondimenti:

Harvey AG, Murray G, Chandler RA, Soehner A. Sleep disturbance as transdiagnostic: consideration of neurobiological mechanisms. Clin Psychol Rev. 2011 Mar;31(2):225-35. doi: 10.1016/j.cpr.2010.04.003. Epub 2010 Apr 24. Review.

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