I sogni: creature sconosciute… Ma non troppo!

di Rocco Luca Cimmino

Da argomento di filosofi e poeti a oggetto di indagine della moderna scienza, il sogno è da sempre un fenomeno ricco di fascino e mistero sia in ambito sperimentale sia nella cultura popolare

Da sempre hanno destato peculiare attenzione, divenendo protagonisti sui lettini degli psicanalisti o nelle ricevitorie, galvanizzate da fiumi di schedine promettenti cospicue vincite: in fondo, “lo si è sognato!”. Premonitori di sciagure o di buone nuove, i sogni rivestono da sempre una particolare importanza nella cultura popolare, tanto da ispirare anche grandi artisti come Eduardo De Filippo che, in una delle sue commedie più note, è riuscito a immortalare tutto ciò che gravita intorno alle credenze partenopee riguardanti i sogni.
Parlare dei sogni non può non prescindere dallo studio del sonno per una serie di motivazioni. Anzitutto, ogni attività cognitiva che si realizza durante il sonno può essere definita “sogno”.  Inoltre, il sonno sembrerebbe porsi come una vera e propria finestra sul mondo dei sogni, tanto che l’interesse che riscuotono nasce proprio in seguito alla sorprendente scoperta dell’ormai noto sonno REM (Rapid eyes moviment, Movimenti Rapidi degli Occhi). Nel 1953, gli studiosi Aserinsky e Kleitman, con enorme sorpresa, notarono, infatti, che il risveglio dal sonno REM era legato alla capacità di riferire i sogni in maniera chiara e particolareggiata e hanno identificato il sonno REM come il momento del “sogno”. La scoperta non tardò a solleticare l’interesse degli studiosi, che si affidarono al sonno REM per studiare “in vivo” i sogni, bypassando i resoconti dei pazienti e “limitandosi” a svegliare il paziente dal sonno.
Tuttavia, non sempre si riesce a riferire un sogno, nonostante il risveglio dal REM. Come mai? La spiegazione risiede nella breve permanenza della traccia onirica nei banchi di memoria. Se si distoglie l’attenzione o si ritarda il racconto, la traccia onirica si fa indistinta. Non è, infatti, un caso riuscire a ricordare un sogno dopo un improvviso risveglio rispetto a quando ci si sveglia gradualmente e si è distolti da altro che interferisce con la memoria onirica.
Ma da dove originano i sogni? Secondo alcune ricerche, sembrerebbe che, durante il sonno, il nostro magazzino mnesico ne approfitti per liberare spazio dalla regione ippocampale, destinando i nostri ricordi in altre aree cerebrali e, nello specifico, frontali. Alcuni flussi di queste informazioni potrebbero, quindi, rappresentare il contenuto dei nostri sogni. Non solo. I contenuti onirici potrebbero avere diverse origini, tra cui anche stimoli sensoriali che il dormiente riceve durante la notte. Alcuni sogni riguardano fatti accaduti nei giorni precedenti o durante il giorno stesso; altri si ispirano alle esperienze e alle informazioni che precedono l’addormentamento e, quindi, il sonno.
Chiarita l’origine dei sogni, resta da spiegare il motivo per il quale alcuni dichiarano di sognare ogni notte e altri sono convinti di farlo solo sporadicamente. La verità è che tutti sognano ogni notte allo stesso modo ma non tutti hanno la stessa capacità di ricordare. Qual è la causa delle variazioni della capacità di ricordare i sogni? La porta da accesso ai sogni è il sonno in tutti i suoi stadi. Cambiano, piuttosto, le sembianze oniriche che nelle fasi non Rem si traspongono in resoconti di frammentarietà di idee e di pensieri. Il motivo sembra collegarsi all’attivazione corticale. Maggiore è l’attivazione corticale più numerosi saranno i particolari riferiti. Una ridotta attivazione corticale si associa a una altrettanto ridotta attività cognitiva, tanto che nel primo stadio del sonno fanno capolino le cosiddette allucinazioni ipnagogiche, una forma di attività cognitiva che accompagna la fase di addormentamento durante il quale il pensiero si fa sempre più associativo e meno vigile sino a lasciar posto alle immagini. Il contenuto dei sogni sembra, quindi, essere correlato al momento della notte in cui il sogno viene concepito: quelli fatti nelle ultime ore di sonno, oltre ad essere più strutturati, riguardano con molta probabilità eventi passati, mentre quelli relativi al primo sonno REM alludono a esperienze quotidiane.

Per approfondimenti:

Peretz Lavie, Il meraviglioso mondo del sonno. Viaggio alla riscoperta dei segreti che abitano le nostre notti, Einaudi Editore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *