“Keep calm and make a distance”

di Caterina Parisio

Condivisione, non appartenenza e abilità metacognitive

Intorno al 2012, pensando a come accrescere il comfort dei clienti della propria business class, la compagnia aerea olandese Klm ha condotto una serie di esperimenti in cui un attore va a sedersi accanto a un passeggero dell’aeroporto Schiphol di Amsterdam, nonostante l’abbondanza di posti disponibili. La reazione dei malcapitati passeggeri è invariabilmente identica: si alzano e si allontanano perché avvertono che il proprio spazio personale sia stato invaso. La conseguenza è un aumento dello stress e un senso di fastidio. Di qui la conclusione della compagnia: i viaggiatori della loro business class hanno sempre diritto a un posto vuoto accanto a loro.
Qual è lo spazio giusto tra sé e gli altri? Dipende se si è di sesso maschile o femminile? Da chi è l’altro e da dove si è nati? Da regole implicite alle quali si obbedisce? Quand’è che il cervello comincia a far avvertire un senso di disagio?
L’antropologo americano Edward Hall, nel libro “La Dimensione Nascosta” del 1966, scrive: “Tutti gli individui sono avvolti da una sorta di bolla che regola il proprio spazio personale e che si contrae o si estende a seconda del contesto, delle persone con cui si ha a che fare, del ruolo che si interpreta e così via”.
Nello specifico, diversi disturbi clinici comportano la difficoltà di stabilire relazioni interpersonali soddisfacenti e di sentirsi parte del gruppo sociale cui appartengono. Tuttavia, non tutti i disturbi presentano tali difficoltà secondo lo stesso gradiente di problematicità. Ci sono pazienti che vivono le situazioni sociali con ansia e timore del giudizio, ma riescono tuttavia a costruire alcune relazioni sociali intime e a mantenerle nel tempo. È il caso, per esempio, dei pazienti con disturbo di ansia sociale, dotati di una buona consapevolezza dei propri stati mentali, che mostrano, però, una scarsa padronanza degli stati emotivi in presenza di altri.
Diverso da un punto di vista funzionale e assai più compromesso risulta il quadro delle abilità psicosociali in pazienti con disturbo evitante di personalità (DEP). I pazienti DEP presentano una forte inibizione emotiva nell’affrontare le situazioni sociali, provano costantemente un senso di estraneità e di esclusione nelle interazioni con persone o gruppi sociali cui dovrebbero appartenere e non percepiscono un’intimità soddisfacente nemmeno nelle relazioni duali. La difficoltà di generare momenti di condivisione con l’altro e il costante senso di non appartenenza provocano una sensazione cronica e generalizzata di disagio nelle relazioni, che prende perciò una forma qualitativamente e quantitativamente più grave rispetto ad altre forme di ritiro sociale.
Cosa bisogna fare per condividere qualcosa con gli altri? Da dove nasce l’esperienza di condivisione e appartenenza?
Tale aspetto sarebbe connesso al funzionamento metacognitivo, ovvero alla capacità di rappresentarsi la propria mente, quella altrui, procedere a confronti e riuscire a percepire che nella mente dell’altro c’è qualcosa di simile alla propria.
La cronica condizione dello stare in ascensore con sconosciuti: ecco la costante sensazione di pazienti pervasi dal senso di inibizione sociale e da un primario senso di non-appartenenza; da uno stato emotivo di forte ansia e l’incapacità di regolarlo; credenze negative su di sé e sugli altri (cicli interpersonali disfunzionali); scarse abilità metacognitive; limitate abilità sociali. La combinazione di tali elementi sembra inficiare o rendere molto faticosa l’opportunità di condivisione durante la storia di vita di questi pazienti.
Alla luce di ciò e ipotizzando che tutti i clienti della compagnia aerea coinvolta nell’esperimento sociale non potessero avere un disturbo di personalità, è sempre bene avere a mente un monito quando ci si rapporta agli gli altri: “Keep calm and make a distance”.

 Per approfondimenti:

Michele Procacci, Raffaele Popolo, Nicola Marsigli (a cura di), Ansia e Ritiro Sociale. Valutazione e Trattamento (2011), Ed. Raffaello Cortina

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