“Sei sempre il solito egoista, non mi ascolti mai quando ti parlo!”

di Teresa Cosentino

Come esprimere una critica in maniera utile e costruttiva

Capita a tutti, nel corso della giornata, di provare fastidio, rabbia o dispiacere per come qualcuno si è comportato: in ambito lavorativo, nei confronti del capo o di qualche collega, con gli amici, con il partner o i figli. Si vuole esprimere la propria lettura dell’accaduto ma spesso si è frenati dal timore delle conseguenze: si immagina l’altra persona ferita, dispiaciuta, arrabbiata per la critica e si teme che il rapporto possa interrompersi; si pensa di essere incapaci di fronteggiare la discussione che potrebbe derivarne o che affrontare la questione sia inutile perché tanto tutto resterebbe come prima. Altre volte, capita di esprimersi in maniera troppo aggressiva, infarcendo la critica di accuse e insulti, ingigantendo le conseguenze negative del comportamento dell’altra persona. Tacere o esprimere la critica, dunque?
Le critiche espresse in maniera costruttiva sono funzionali e utili alla strutturazione di una relazione interpersonale solida e durevole poiché, segnalando un comportamento poco gradito, si fornisce all’altro la possibilità di porvi rimedio e non reiterarlo in futuro; si sgombera il campo da possibili fraintendimenti e si allenta la tensione che, accumulandosi, potrebbe portare a violente esplosioni con possibili rotture relazionali. Come esprimere quello che si pensa senza correre il rischio di formulare critiche distruttive, poco utili se non addirittura dannose alla relazione e alla risoluzione del problema?
A fare la differenza è, anzitutto, la valutazione che si dà al comportamento dell’altro. Pensieri del tipo: “L’ha fatto apposta, sa benissimo che non lo sopporto, non ci tiene a me altrimenti non si comporterebbe così, io non lo avrei mai fatto” è molto probabile che aprano la strada a critiche distruttive. Pensare, invece, che il comportamento dell’altro, esattamente come il proprio, è guidato e regolato dal suo sistema di valori e scopi, dal suo modo di vedere il mondo e che, per quanto fastidioso o disturbante, sia in linea con le sue credenze e bisogni, apre la strada a una critica costruttiva che mira a segnalare il proprio disagio senza far sentire l’altro giudicato o accusato. Si tratta, fondamentalmente, di comunicare alla persona il fatto che un suo comportamento ha, dal proprio canto, delle conseguenze negative in termini emotivi, perché arreca sofferenza o rabbia.
In linea di massima, si è tanto più motivati a operare dei cambiamenti quanto più è chiaro cosa cambiare, le ragioni per cui si dovrebbe farlo e i vantaggi che se ne ricavano. “Marco, ho notato che a colazione spesso leggi il giornale mentre ti parlo e ciò mi dispiace perché non mi sento ascoltata. Che ne dici di rimandare la lettura a quando la colazione sarà finita? Avresti modo di concentrarti maggiormente su quello che leggi”. Marco ascoltando questa critica, non si sentirà giudicato come persona o attaccato, avrà modo di comprendere gli effetti negativi che un suo comportamento ha per l’altro e sarà probabilmente più disponibile a prendere in considerazione altre soluzioni al suo bisogno di tenersi informato.

Imparare a esprimere le critiche in maniera costruttiva è utile e possibile e rientra tra gli obiettivi di un training mirato allo sviluppo e potenziamento di competenze comunicative assertive.

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