“L’amo o non l’amo? È la persona giusta per me?”

di Teresa Cosentino

Come distinguere i normali dubbi amorosi dal disturbo ossessivo-compulsivo di tipo relazionale

È normale avere dubbi sui propri sentimenti o quelli del partner in un rapporto di coppia, domandarsi se sia la relazione giusta o se non sia altrove la propria anima gemella. Tuttavia, a volte questi dubbi possono assumere la forma di un vero e proprio disturbo psicologico, come nel caso di Enrico e di Vittoria. Enrico molto spesso, nel corso della giornata, viene assalito da dubbi circa i suoi sentimenti nei confronti della moglie. I momenti di noia e di inattività, le divergenze di opinioni, la stanchezza fisica o l’umore negativo in presenza della moglie, il trovare attraenti altre donne, il desiderio di solitudine e l’interesse per i propri hobby sono tutte situazioni in grado di attivare suoi dubbi: “Se mi annoio con lei (oppure ci discuto, trovo attraenti altre donne, desidero stare da solo a curare i miei hobby o vedere gli amici) – pensa – allora vuol dire che non la amo!”. Monitora continuamente i suoi pensieri, gli stati d’animo e i comportamenti, per avere riprova del decadere del sentimento nei confronti della moglie: “Oggi mi è capitato di guardare ammirato una ragazza per strada, – dice tra sé e sé – questo dimostra che non provo più attrazione per mia moglie, che non la amo e che potrei arrivare a metter fine alla nostra relazione, infrangendo così tutti i suoi sogni! Sarei davvero una cattiva persona! Non potrei perdonarmelo!”. Vittoria è ossessionata dal dubbio che Stefano, il suo fidanzato, possa tradirla e che non la ami veramente. Controlla costantemente i suoi comportamenti, l’umore, il tempo che dedica a coltivare i suoi interessi e agli amici, le attenzioni e gli sguardi che rivolge ad altre donne: “Invece che approfittare di ogni momento per stare con me, – pensa – torna dal lavoro ed esce con gli amici o va a correre… Allora non mi ama e magari mi tradisce pure!”. Altre volte a Vittoria capita di pensare che è lei a non amare abbastanza Stefano e che magari l’ha tradito pur non avendone memoria. E allora pensa alle varie circostanze in cui ciò sarebbe potuto accadere (“quella volta in cui ho preparato l’esame assieme a Nicola… Magari ci siamo baciati!”) ed evita le situazioni attuali che potrebbero renderlo possibile. Perciò non esce da sola o in compagnia di amici di sesso maschile, nei luoghi pubblici (bar, metropolitana, per strada, ecc.), tiene sempre gli occhi bassi per evitare di incrociare lo sguardo di qualche uomo. Vittoria tenta disperatamente di capire se quello che prova Stefano per lei è vero amore, se è la relazione giusta per lei per non commettere l’errore di sprecare il suo tempo in una relazione sbagliata e doversene in futuro rimproverare. Diversamente da quanto capita normalmente, i dubbi di Enrico e di Vittoria sono vere e proprie ossessioni (pensieri che irrompono all’improvviso nella mente, indesiderati e giudicati irrazionali dalla persona) che occupano gran parte della giornata (un’ora o più al giorno), interferiscono con le attività quotidiane (lavoro, studio, vita sociale, ecc.) e sono in grado di generare una marcata sofferenza. Più che dai normali dubbi amorosi, Enrico e Vittoria sono afflitti da un vero e proprio disturbo: il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Spesso, tuttavia, chi ne è vittima non chiede aiuto pensando si tratti di “sana gelosia” oppure della propria insicurezza o anche perché si vergogna dell’irrazionalità dei propri pensieri e comportamenti. Se non si interviene, con il tempo la situazione è spesso destinata a inasprirsi, anche a causa dei circoli viziosi che alimentano i dubbi e il disturbo. Enrico, ad esempio, notando il senso di spossatezza che prova al termine di intense rimuginazioni, si dice: “Se amassi davvero mia moglie dovrei sentirmi felice e vitale ora che le sto vicino”, dando l’avvio a nuovi dubbi. Nel caso di Vittoria, i circoli viziosi si innescano anche con il partner che, stanco dei continui interrogatori e sospetti, spesso reagisce con rabbia confermando i dubbi di partenza: “Se mi amasse non reagirebbe così!”.

Per approfondimenti:

Mancini, F. (a cura di). (2016). La mente ossessiva. Raffaello Cortina Editore

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