Come esprimere i propri bisogni

di Roberta Trincas

 Perché molti conflitti nelle relazioni dipendono dal modo di comunicare

La maggior parte dei conflitti interpersonali, con un partner, con un genitore o un figlio, può dipendere dal modo di comunicare.
Certi atteggiamenti o pensieri su cui si basa la propria comunicazione quotidiana si associano a situazioni di conflitto o insoddisfazione e incomprensione nelle relazioni.
Spesso capita di usare frasi che vengono considerate aggressive o pretenziose, come, ad esempio: “Perché non hai fatto ciò che ti ho chiesto?”, “Sei sempre il solito!”, “Potevi stare più attento!”; oppure capita di avere atteggiamenti passivi che implicano pretese o aspettative, l’idea che l’altro debba comportarsi secondo le proprie attese. Infine, alcune persone possono assumere atteggiamenti passivi allo scopo di evitare di comunicare con l’altro per timori diversi (“Se chiedo aiuto sono un debole o dipendo dall’altro”, “Non posso dire di no altrimenti si offende”, ecc.).
Secondo la teoria della comunicazione non violenta di Rosenberg, dietro questi modi di comunicare ci sarebbe un bisogno non riconosciuto. Per esempio: Anna torna a casa da lavoro molto stanca e vorrebbe trovare la cena pronta come coccola da parte del suo compagno; appena varca l’uscio di casa e non trova niente di ciò che si aspettava, si arrabbia e dice al compagno: “Ma che hai fatto oggi a casa? Sei stato senza far niente?”. Oppure, passivamente, tiene il muso con l’idea di fargli capire di essere arrabbiata con lui.
Entrambe le modalità comunicative generano incomprensione e spesso conflitti: il compagno non ha chiaro come mai Anna torna a casa arrabbiata e potrebbe sentirsi in colpa o arrabbiarsi a sua volta senza capirne il motivo. Anna, anziché utilizzare una comunicazione assertiva, riconoscendo una propria esigenza con una richiesta chiara, né accusatoria nei confronti dell’altro né passiva e pretenziosa, non esprime il suo bisogno di base (“Vorrei essere coccolata di più, mi piacerebbe che il mio compagno ogni tanto mi preparasse la cena quando torno a casa tardi dal lavoro”) e la conseguenza è che si genera un conflitto.
La comunicazione non violenta si basa su alcuni principi chiave, molto semplici, e ha lo scopo di trovare maggiore autenticità nella comunicazione, una maggiore comprensione, connessioni più profonde e risoluzione dei conflitti relazionali.

È un processo che comprende quattro caratteristiche:

  1. L’osservazione dei fatti, in cui si descrivono le azioni concrete, ciò che è accaduto (nell’esempio precedente, “Quando torno a casa e ti vedo seduto sul divano…”);
  2. L’espressione dei sentimenti (“… mi sento mortificata e stanca”);
  3. L’espressione dei bisogni che hanno causato i sentimenti (“… ho bisogno di sentirmi coccolata”);
  4. Fare richieste chiare che riguardano azioni concrete da rivolgere al partner (“…e mi piacerebbe che ogni tanto, quando torno tardi dal lavoro, preparassi la cena per me”).

Tenere a mente questi principi è utile, tuttavia è necessario un grande allenamento e impegno quotidiano per poter esercitare e modificare il proprio modo di comunicare.
Ciò vale per la comunicazione in coppia, tra genitori e figli, ma anche nei contesti scolastici in cui si ha a che fare con l’educazione di minori.
Praticare questa forma di comunicazione è semplice e può aiutare a ridurre i conflitti e ad avere relazioni più serene, tuttavia, nel caso di situazioni conflittuali più severe e difficili, è importante rivolgersi a un esperto per chiedere aiuto.

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