di Chiara Lamuraglia
Il 7 aprile, la Giornata Mondiale della Salute è dedicata ai disturbi depressivi, per motivare chi ne soffre a chiedere aiuto e promuovere una migliore informazione sulla malattia
Secondo i dati emersi dall’ultimo rapporto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e relativi al 2015, nel mondo 322 milioni di persone (4,4%) soffrono di depressione, con un’incidenza in costante aumento: in un solo decennio è aumentata del 18,4%.
Lo studio ha evidenziato che le donne sono più depresse degli uomini (5,1% contro 3,6), con una particolare concentrazione tra i 55 e i 74 anni (7,5% le donne, 5,5% gli uomini).
Altro dato importante è relativo ai casi di suicidio: è la seconda causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 29 anni e 788 mila persone si sono tolte la vita nel 2015 per non contare tutti i casi di coloro che hanno tentato il suicidio ma sono rimasti in vita. Le statistiche cambiano a seconda della nazione, del sesso o anche della classe sociale di appartenenza. Nei paesi a reddito medio-basso, si concentrano circa il 78% del totale dei casi registrati. Più in generale, il suicidio si colloca tra le prime 20 cause di morte nel mondo.
In Italia si è registrata una prevalenza del 5,1% dei disturbi depressivi per un totale di più di tre milioni di casi (una persona su venti). Alla luce di dati così allarmanti, l’OMS ha deciso di dedicare la Giornata Mondiale della Salute, che ricorre il 7 aprile, alla depressione, attraverso la più ampia campagna di sensibilizzazione intitolata Depression: let’s talk. L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione al problema, motivare chi ne soffre a chiedere aiuto e promuovere una migliore informazione su questa malattia, sulle possibili conseguenze (incluso il suicidio) e sulle risorse disponibili per prevenirla e curarla.
Secondo il rapporto di Osservasalute 2015, in Italia persiste il trend in aumento del consumo di antidepressivi: dopo l’aumento costante registrato nel decennio 2001-2011, il volume prescrittivo sembrava aver raggiunto nel 2012 una fase di stabilità e invece, nel biennio 2013-2014, si è registrato un nuovo incremento. Tuttavia, solo il 29% delle persone affette da depressione maggiore ricorre a un trattamento nello stesso anno in cui insorge. Inoltre, diversi studi osservazionali hanno dimostrato che la quota di soggetti che assume antidepressivi in modo continuativo e appropriato è appena il 20%, mentre circa il 50% sospende il trattamento nei primi tre mesi di terapia e oltre il 70% nei primi sei mesi. Questo comporta una ridotta efficacia del trattamento farmacologico con conseguente aumento di complicanze nella popolazione esposta, nonché un aggravio di spesa per il Sistema Sanitario Nazionale.
D’altro canto, esistono ormai numerose evidenze scientifiche circa l’efficacia della psicoterapia cognitivo-comportamentale per la cura della depressione (anche in combinazione con il trattamento farmacologico per le situazioni di maggiore gravità); a tal proposito è interessante citare un recentissimo studio, curato da Wiles, che rivela come la terapia cognitivo-comportamentale risulti efficace anche a lungo termine nella cura della depressione, con un positivo rapporto costi-benefici legato proprio al lavoro sulla prevenzione delle ricadute.
A partire dalla campagna promossa dall’OMS, l’Associazione Italiana di Psicologia Cognitiva (A.I.P.C.) di Bari ha organizzato due iniziative rivolte ai medici di medicina generale, con l’obiettivo di condividere proposte e strategie di intervento efficaci e promuovere una corretta conoscenza degli interventi psicoterapici per i disturbi depressivi: la prima, in collaborazione con l’Associazione Italiana Donne Medico, si terrà nella sede di Puglia Salute, mentre la seconda si terrà nella Casa della Salute CPT Europea di Bari San Paolo.
Il materiale educativo sulla campagna di sensibilizzazione è stato veicolato anche online ai pediatri di famiglia del territorio e la Società Italiana di Pediatria della Puglia ha inserito l’informativa sul proprio sito al fine di promuovere una maggiore consapevolezza rispetto alla gravità del problema, alle possibilità di prevenzione e di cura nell’intera comunità locale.
Per approfondimenti:
Agenzia Italiana del Farmaco (2014). Rapporto “L’uso dei farmaci in Italia”. Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (AIFA).
Bauer A., Parsonage M., Knapp M., Iemmi V., Adelaja B. (2014), The costs of perinatal mental health problems, Centre for Mental Health and London School of Economics.
Melek S., Norris D., (2008), Chronic Conditions and Comorbid Psychological Disorders. Milliman Research Report, Seattle, USA.
Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane (2015). Rapporto nazionale Osservasalute. Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Wang PS, Aguilar-Gaxiola S, Alonso J, Angermeyer MC, Borges G, Bromet EJ, Bruffaerts R, de Girolamo G, de Graaf R, Gureje O, Haro JM, Karam EG, Kessler RC, Kovess V, Lane MC, Lee S, Levinson D, Ono Y, Petukhova M, Posada-Villa J, Seedat S, Wells JE (2007). Use of mental health services for anxiety, mood, and substance disorders in 17countries in the WHO world mental health surveys. Lancet, Sep 8;370(9590):841-50.
Wiles N. J., Thomas L., Turner N., Garfield K., Kounali D., Campbell J., Kessler D., Kuyken W., Lewis G., Morrison J., Williams C., Peters T. J., Hollinghurst S. (2016). Long-term effectiveness and cost-effectiveness of cognitive behavioural therapy as an adjunct to pharmacotherapy for treatment-resistant depression in primary care: follow-up of the CoBalT randomised controlled trial. Lancet Psychiatry, 3: 137–44.
World Health Organization (2017). Depression and other mental disorders. Global health estimates.