Gli interventi di supporto alla genitorialità. Tra evidenza e clinica.

di Annalisa Bello

L’importanza degli interventi volti a supportare una genitorialità fragile in un incontro tra clinica e ricerca.

Martedi 28 Marzo, l’elegante e suggestiva cornice del Salone degli Affreschi del Palazzo Ateneo in Bari ha accolto lo stimolante seminario su “Gli interventi di supporto alla genitorialità. Tra evidenza e clinica”, organizzato dal Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” in collaborazione con l’Associazione Italiana di Psicoterapia Cognitiva (A.I.P.C.).

L’evento ha rivolto lo sguardo verso il tema della genitorialità da promuovere e sostenere all’interno di una cornice che ha contemplato il dialogo tra clinica e letteratura scientifica senza prescindere dai riferimenti teorici, innovativi e validi nella cura dell’infanzia come quelli che si rifanno alla teoria dell’attaccamento e al cognitivismo clinico.

Ad inaugurare la mattinata con la presentazione dell’evento ed i saluti, la Prof.ssa Rosalinda Cassibba, Direttore del Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia e Comunicazione dell’Università Aldo Moro di Bari e il Dottor Michele Pellegrini, Psicologo e Psicoterapeuta, che si è fatto portavoce della la Dott.ssa Maria Grazia Foschino Barbaro, direttore della scuola di psicoterapia AIPC.

Il primo intervento è stato firmato dalla Prof.ssa Gabriella Coppola, Professore associato Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, che ha sottolineato l’importanza che riveste la pratica evidence-based nella definizione di interventi di supporto alla genitorialità, soprattutto in un’ottica preventiva finalizzata al sostegno di una genitorialità fragile che possa garantire un buon funzionamento e adattamento del bambino, prevenendo a lungo termine sia l’emergere di problematiche comportamentali e disadattamento socio-emotivo nel minore sia i costi sociali che questo comporta.

L’analisi della letteratura sulla validazione degli interventi di promozione della genitorialità appare promettente. Ne sono un valido esempio le procedure di intervento basate sul video feedback (Videofeedback Intervation to Promote Positive Parenting, VIPP) che prevedono la registrazione di momenti di interazione genitore-bambino e la successiva visione congiunta con il genitore, per promuovere la genitorialità positiva, e quindi la capacità di leggere e interpretare correttamente i segnali del bambino.

La parola è poi passata al Dottor Furio Lambruschi, Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsichiatria infantile presso AUSL della Romagna nonché Direttore della Scuola bolognese di Psicoterapia Cognitiva. Il Dottor Lambruschi ha analizzato la complessità del setting in età evolutiva dove assumono particolare importanza 1) la dimensione senso-motoria che delinea la necessità da parte del terapeuta di interagire con il piccolo paziente attraverso codici analogici e affettivo-motori che passano per il corpo del bambino, portavoce dei suoi legami di attaccamento e 2) la coppia genitoriale da porre al centro del processo terapeutico e di cui occuparsi all’interno di un intervento terapeutico volto ad integrare le 2 funzioni di parenting, quella educativa autorevole e quella affettiva. L’obiettivo è, infatti, supportare i genitori nell’osservazione del bambino e nella mentalizzazione con lui cosi da poter avere accesso a spiegazioni più profonde della dimensione sintomatica del bambino stesso, attraverso tecniche come l’analisi funzionale e videoregistrazioni. In particolar modo, l’utilità e il potenziale di quest’ ultima tecnica è stata esposta dalla Dott.ssa Marvita Goffredo che si è fatta portavoce dell’intervento firmato dalla Dott.ssa Maria Grazia Foschino Barbaro. Attraverso la presentazione di un caso di incuria emozionale, la Dott.ssa Goffredo ha messo in evidenza l’importanza del videofeedback nelle esperienze sfavorevoli infantili attraverso la costruzione di un percorso che non può prescindere da una buona alleanza con la coppia genitoriale. Alleanza basata sulla collaborazione e sulla pariteticità da calibrare tenendo conto del timing e della distanza affettiva tollerata da genitori “traumatizzati”. Sono stati illustrati i vantaggi veicolati dall’utilizzo del videofeedback che permette, ad esempio, un confronto immediato tra la rappresentazione, rigida e distorta,del bambino da parte del genitore e l’osservazione dello stesso nella dimensione episodica rappresentata dal video. Facilmente evincibile il potere di questa tecnica nello stimolare 1) capacità riflessive da parte del genitore, 2) il recupero del vissuto emotivo riguardo la propria genitorialità e 3) la possibilità di cogliere i momenti di rottura nella relazione con il bambino. Tutti, questi, presupposti imprescindibili all’interno di un lavoro basato sull’analisi della sintonizzazione emotiva diadica genitore-bambino.

La mattinata si è conclusa, infine, dando spazio al dibattito, riflesso di interesse e partecipazione da parte del pubblico presente nei confronti di una tematica di particolare rilevanza clinica e sperimentale.

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