di Daniela Pulsinelli e Francesco Mancini
Confronto sperimentale tra inflated responsibility e fear of deontological guilt
In accordo con la cosiddetta tesi morale del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), le preoccupazioni ossessive sarebbero, in ultima analisi, morali e le compulsioni sarebbero finalizzate a risolvere queste preoccupazioni. La tesi morale, tuttavia, si declina in almeno due versioni. La prima ritiene che lo spiccato senso morale degli ossessivi sia riconducibile alla cosiddetta “inflated responsibility”, vale a dire alla credenza di avere il potere cruciale di prevenire eventi negativi o comunque moralmente criticabili e soggettivamente importanti. Questa tesi implica che il paziente ossessivo e, più in generale chi tende a ossessioni e compulsioni, si riconosca un ampio diritto-dovere di intervenire sulla realtà e dunque larghi margini decisionali. Da ciò deriverebbe la tendenza, tipicamente ossessiva, a sentirsi responsabili di eventi che la maggior parte delle persone giudica al di fuori del proprio controllo e dunque oltre la propria responsabilità. Ad esempio, Mario si impegnava in estenuanti compulsioni di ordine e simmetria al fine di prevenire la caduta dell’aereo sul quale i genitori viaggiavano spesso. I margini decisionali, cioè l’ampiezza del diritto-dovere di intervenire che ci si riconoscono, sono connessi al rango al quale si sente di appartenere: più elevato il rango che ci si attribuisce, meno ci si sente vincolati dal principio Not Play God. In effetti, alcuni studi hanno mostrato come i pazienti ossessivi, quando giudicano altre persone, risentano dell’omission bias (la tendenza a giudicare le omissioni moralmente meno reprensibili delle corrispondenti azioni) meno di altri. Ad esempio, nel dominio problematico della eutanasia, sospendere una cura salvavita è giudicato moralmente più permissibile che somministrare un farmaco finalizzato a ridurre sofferenze inutili e la vita. In sostanza, secondo questa tesi gli ossessivi sarebbero meno vincolati dal principio morale Not Play God.
La seconda tesi, “fear of deontological guilt”, suggerisce, al contrario, che gli ossessivi siano assai timorosi di colpe deontologiche, vale a dire di trasgredire il principio Not Play God. In effetti, nel dilemma del trolley (“un vagone è fuori controllo e certamente travolgerà cinque operai che si trovano sul suo binario, salvo che tu non muova uno scambio e mandi il vagone su un altro binario dove, però, travolgerà un altro operaio”) pazienti ossessivi e ossessivi subclinici tendono a preferire la scelta omissiva, cioè a non muovere lo scambio.
Due tesi a confronto, dunque: gli ossessivi tendono a percepirsi nei panni di Dio o, al contrario, tendono a evitare di mettersi nei panni di Dio?
In uno studio, due gruppi di persone sono stati sottoposti a due serie di dilemmi tipo trolley. In una serie ai soggetti era chiesto di immedesimarsi in un ruolo di autorità responsabile di un’emergenza, ad esempio il capo dei vigili del fuoco durante un incendio, e poi di decidere se agire deviando il fumo dell’incendio da una stanza in cui si trovavano tre persone, salvandoli, e mandare il fumo in un’altra stanza dove sarebbero morte due persone, oppure se non interferire con il destino e lasciar morire i tre. Questa seconda scelta, diversamente dalla prima, è congrua con il principio Not Play God. La seconda serie di dilemmi era identica alla prima, ma si chiedeva ai soggetti di immedesimarsi in un passante che si trovava casualmente nell’emergenza. I risultati sono stati che, come previsto, i soggetti che si immedesimavano in un ruolo di autorità, cioè in un rango più elevato, omettevano di meno dei soggetti che si identificavano in un passante. Ma i soggetti con elevata propensione a ossessioni e compulsioni e che si immedesimavano in un ruolo di autorità, tendevano a omettere di più dei soggetti con bassa tendenza a ossessioni e compulsioni. Questo risultato è congruo con la tesi della fear of deontological guilt ma è incongruo con quella della inflated responsibility.
Note:
La ricerca alla quale si fa riferimento è la tesi triennale in Scienza della Formazione e Tecniche Psicologiche “La responsabilità di ruolo nei dilemmi morali”, che Daniela Pulsinelli ha svolto presso l’Università Marconi, relatore prof. Francesco Mancini.