I single hanno un più alto senso di autodeterminazione e una maggiore probabilità di sviluppo personale rispetto alle persone che vivono in coppia
Sarà forse colpa di un retaggio fiabesco-popolare ma da troppo tempo, ormai, è comunemente condivisa una visione dei single che li vede sperare caldamente in una serena vita di coppia. Se donne, poi, le loro giornate potrebbero trascorrere in triste stile Bridget Jones, strette nell’abbraccio di un caldo piumone, nella disperata attesa di quel principe azzurro che possa garantire il tanto agognato “E vissero per sempre felici e contenti”.
Ebbene tutto sta per cambiare perché i vantaggi di una vita da single stanno per essere portati allo scoperto.
Con l’intervento “Quello che nessuno ti ha mai detto sui single”, l’estate scorsa, durante la 124esima convention annuale della American Psychological Association, la psicologa dell’Università di Santa Barbara Bella DePaulo ha stravolto la visione del matrimonio come predittivo di una vita lunga e felice e ha esaltato i punti di forza di chi vive da single.
Dall’esame degli abstract di 814 lavori condotti negli ultimi trent’anni e risultato di una ricerca svolta attraverso il database “psycINFO”, la DePaulo ha messo in luce come solo un ristretto numero di ricerche si sia realisticamente interessato all’analisi ed alla comprensione della condizione dei single, tipicamente considerati quale campione di comparazione all’interno di lavori incentrati sulle caratteristiche della vita di coppia e del matrimonio.
In base agli esiti delle ricerche, che negli anni hanno messo a confronto persone single e persone sposate, emerge un ritratto che mostra i single caratterizzarsi per un più alto senso di autodeterminazione e per una maggiore probabilità di sperimentare un senso continuo di crescita e di sviluppo personale. Diversi studi longitudinali evidenziano, inoltre, la tendenza dei single ad attribuire maggiore significato al proprio lavoro rispetto a coloro che vivono in coppia, differenza riscontrabile già negli anni delle scuole secondarie superiori, in un’età in cui, in generale, non si è chiaramente orientati circa la scelta o meno del matrimonio.
Secondo la DePaulo, la gente che si sposa diventa più “insulare”, contrariamente a chi, rimanendo single, accresce la propria vita sociale e rafforza legami con amici, familiari, vicini di casa e colleghi; i single, ancora, grazie alla loro autosufficienza, sarebbero meno propensi a sperimentare emozioni negative, vantaggio spesso ignorato per via di una visione del matrimonio che da sempre ne esalta i benefici emotivi e psicologici, sottolineandone dimensioni quali la cura, l’intimità, la compagnia e il supporto.
Bella DePaulo ha spiegato che il suo tentativo non ha il fine di esaltare una condizione piuttosto che l’altra, quanto quello di allontanare le scienze sociali da una visione della vita da single secondo un modello del deficit: “La preoccupazione circa i pericoli della solitudine può mettere in ombra i suoi profondi benefici […] è tempo di un ritratto più accurato dei single e della vita da single che ne riconosca i reali punti di forza”.
Uno scenario, insomma, in controtendenza con l’aumento annuo dei matrimoni, più consistente degli ultimi anni soprattutto in Italia, che si mostra pur sempre ancorata a un modello di vita romantica e “da trascorrere insieme”. L’intervento di Bella DePaulo è di certo confortante per tutte coloro che, nella loro quotidianità da single, potranno adesso ritenersi quasi più fortunate di Cenerentola, anche all’idea di un sabato sera in compagnia di pizza e tv o di un ingordo pomeriggio di shopping consolatorio con le amiche.
Per approfondimenti:
Bella DePauolo, Session 2124: ”What No One Ever Told You About People Who Are Single,” Plenary, Friday, Aug. 5, 2016, American Psychological Association, Denver.
link: https://www.apa.org/news/press/releases/2016/08/single-people.pdf