Frequentare una scuola di formazione in psicoterapia è una buona scelta?

di Claudia Perdighe e Francesco Mancini

Alcuni dati sul destino professionale dei diplomati APC e SPC

Dopo cinque anni di università, e raggiunta la laurea specialistica, uno psicologo italiano può decidere se investire quattro anni nella formazione in psicoterapia. La psicoterapia è una professione affascinante e per molti laureati in psicologia è un importante punto di arrivo. Infatti, soddisfa un desiderio di conoscenza, completa la formazione universitaria aggiungendo competenze pratiche e consente un ruolo lavorativo sempre più rispettato nella società.

Tuttavia, sussiste un dubbio legittimo circa le reali possibilità di raggiungere questi obiettivi e, in particolare, di riuscire a inserirsi nel mondo del lavoro. Per rispondere a questi dubbi il modo migliore è studiare i fatti, vale a dire la reale situazione professionale dei giovani psicoterapeuti. La risposta a questi dubbi è importante anche per le Scuole di Psicoterapia: le risorse investite nella formazione portano a risultati di cui si possa essere fieri? La formazione erogata dalla Scuola aiuta i giovani psicoterapeuti a raggiungere una posizione professionale soddisfacente?

All’interno delle Scuole APC e SPC, è stata svolta una prima ricerca sul destino professionale dei diplomati dal 2007 al 2009 nelle sedi di Verona, Roma e Lecce. Nel corso della ricerca, sono state indagate tre aree: la soddisfazione professionale, quella economica e l’utilità percepita della formazione ricevuta dalla Scuola. Le risposte sono state molto positive: circa il 90% degli intervistati hanno riferito un alto grado di soddisfazione per tutti i tre aspetti indagati (vedi: http://www.scuola-spc.it/public/Ricerca%20destino%20professionale.pdf).

Nel 2016 si è deciso di ripetere la ricerca per tre ragioni principali. Innanzitutto perché erano passati diversi anni dalla rilevazione precedente. In secondo luogo, è sembrato opportuno intervistare i diplomati di tutte le sedi APC e SPC. In terzo luogo, perché, nel frattempo, l’Italia ha subito una crisi economica che ha alterato il mondo del lavoro. Con la consulenza del prof. Pasquini per gli aspetti statistici e con l’aiuto dei colleghi Fabio Rossi e Valeria Scalisi, sono stati raccolti i dati di un campione di diplomati tra il 2008 e il 2015, provenienti da tutte le sedi APC e SPC (Roma, Verona, Grosseto, Ancona, Napoli, Lecce, Reggio Calabria). In totale i diplomati sono stati 1450. Il campione è costituito da un primo gruppo di 254 giovani psicoterapeuti che ha risposto a un questionario on-line e da un secondo gruppo di 280 colleghi che sono stati intervistati telefonicamente (per comporre questo secondo gruppo sono state sorteggiate alcune persone per ogni classe, al fine di correggere un possibile bias legato all’auto selezione). Come nella ricerca precedente, sono state poste numerose domande; le più importanti riguardavano la soddisfazione della propria posizione professionale, economica e l’utilità percepita della formazione ricevuta dalla Scuola.

Tra gli intervistati, il 97% degli specializzati dichiara di lavorare; il 2% di non lavorare, l’1% indica un’altra condizione (es. sospensione dell’attività per maternità o malattia). Tra quelli che praticano la professione, oltre l’80% lo fa per almeno 10 ore a settimana, il 25% per un numero di ore compreso tra 20 e 30 e il 36% lavora più di 30 ore settimanali.

L’83% del campione dichiara di svolgere, al momento della compilazione del questionario, l’attività di psicoterapia; il 7% dichiara di non svolgerla. Il restante 10% indica “altro”, specificando che svolge attività come neuropsicologo, psichiatra, educatore, dirigente in strutture del privato sociale e simili.

Anche gli indici di soddisfazione professionale sono molto incoraggianti sia in termini di soddisfazione globale sia in termini di gratificazione professionale e realizzazione delle attese (oltre l’80% del campione colloca le sue risposte tra 4 e 7 di una scala Likert e con gran parte dei punteggi distribuiti tra 5 e 6).

Per quanto riguarda la soddisfazione economica, la media degli intervistati si dichiara “abbastanza soddisfatto”.

Un dato importante che emerge è che i livelli di impiego e di soddisfazione sono tendenzialmente omogenei per le diverse sedi: tutti lavorano e vedono pazienti, indipendentemente dalla sede di specializzazione o zona di Italia di residenza. Quello che cambia è la soddisfazione da un punto di vista economico che, coerentemente con una tendenza generale, è maggiore nelle regioni del Centro e del Nord che in quelle del Sud.

Riguardo la Scuola, circa l’80% dei soggetti ritiene che l’aver frequentato la scuola di psicoterapia APC o SPC abbia contribuito “molto” o “moltissimo” alla possibilità di avere un lavoro e, in generale, gli indici di soddisfazione della formazione tendono a essere sempre molto alti.

È importante notare che i dati che emergono per il campione raggiunto via telefono sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli del campione che ha risposto on-line. Questo suggerisce l’esistenza di uno scarso effetto di autoselezione (in altri termini, non hanno risposto al questionario solo quelli che lavorano).

Quale commento possiamo fare? La rappresentazione che questi dati ci danno del futuro professionale degli specializzati delle scuole APC e SPC appare decisamente incoraggiante: emerge un quadro molto positivo, infatti, sia delle possibilità di impiego professionale (praticamente la quasi totalità degli specializzati dichiara di lavorare, anche se con una certa variabilità nel numero di ore settimanali impegnate), sia della soddisfazione professionale ed economica, sia della soddisfazione per la formazione ricevuta. Una delle ragioni di interesse di questa ricerca è che il destino professionale degli specializzati in psicoterapia è poco studiato sia in Italia sia a livello internazionale. Naturalmente questi risultati non hanno la pretesa di essere generalizzabili a tutti gli psicoterapeuti, ma riguardano solo il nostro campione di diplomati APC e SPC.

Nel video di seguito i risultati della ricerca presentati, dalla dott.ssa Claudia Perdighe, nel corso del tradizionale Forum degli allievi delle Scuole APC e SPC che si è tenuto il 13, 14 e 15 ottobre 2017 ad Assisi.

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