L’importanza di fare parte di un gruppo

di Luca Cieri

La terapia di gruppo incrementa la riflessione sulle proprie modalità di interazione, facilita la sperimentazione di nuovi punti di vista e l’apprendimento di nuove abilità sociali

Il senso di coesione e di appartenenza va oltre l’unirsi in vista di un obiettivo comune, per raggiungere un risultato o per fare fronte a un avversario. È, piuttosto, quello stato nel quale si prova agio nella sola vicinanza, nei momenti di gioia come in quelli di dolore. Il sentirsi parte di un gruppo coeso e in relazioni affettive significative è, in particolar modo, importante negli eventi esistenziali ineluttabili, come la malattia, la morte, la violenza, le calamità naturali.
Ci sono, tuttavia, persone che, a causa dei loro difficili percorsi di vita, possono aver avuto in passato, o riscontrare nel presente, difficoltà a essere parte di un gruppo. Alcuni vivono sentimenti di esclusione e diffidenza, altri sperimentano difficoltà a entrare in una comunità, fino ad abbandonare l’idea stessa di vivere questa dimensione. Ma c’è anche chi non riconosce il valore dell’appartenenza e della condivisione e non ne sente particolarmente il bisogno.
Solo alcune persone (più spesso gli adolescenti) iniziano una psicoterapia proprio per un problema di difficoltà o assenza di affiliazione a un gruppo. Altre, pur soffrendo per questo, chiedono aiuto per sintomi di tipo depressivo o ansioso. Ciò può avvenire perché la persona può essersi rassegnata a un’assenza di vita di gruppo e aver disinvestito rispetto ad essa, a vantaggio di relazioni a due (la coppia, l’amicizia singola) o di altri obiettivi e attività individuali (lo studio, il lavoro, gli hobby e così via). Inoltre, entrare a contatto con un vissuto di solitudine ed esclusione e parlarne al terapeuta può far vivere una forte emozione di vergogna e un timore di giudizio negativo.
In tal senso, la psicoterapia ha il compito di comprendere come si sono sviluppati la difficoltà o il rifiuto verso un’esperienza così importante per la vita di una persona. Diversi elementi possono fungere da ostacoli a un senso di appartenenza e ricerca di affiliazione: dall’ansia e la vergogna, legate al timore di  un giudizio negativo all’aspettativa di critica e rifiuto, dal vissuto di “essere sbagliati” e provare ostilità verso gli altri al sentirsi superiori agli altri e autosufficienti, fino al nutrire più interesse per le attività in solitaria che per le relazioni.
Una volta che questo lavoro inizia a consolidarsi e la persona ha affrontato le difficoltà relazionali nella terapia individuale, diventa possibile iniziare una terapia di gruppo. Attraverso il lavoro di gruppo, è possibile incrementare la riflessione sulle proprie modalità di interazione, sperimentare nuovi punti di vista e apprendere nuove abilità sociali. Tali esperienze e strumenti saranno utili alla persona per migliorare le relazioni già esistenti e promuovere l’affiliazione ad altri gruppi nella vita al di fuori del contesto terapeutico.

Per approfondimenti:

Ivaldi A. (A cura di), (2016). Il trattamento dei disturbi dissociativi e di personalità. Franco Angeli.

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