Si chiama “sensorimotor” la nuova frontiera della salute mentale

di Elisabetta Pizzi

Un nuovo filone di ricerca per la cura del Disturbo Post-traumatico da Stress Complesso

I professionisti del campo della salute mentale, come ad esempio psicoterapeuti, psicologi, assistenti sociali o psichiatri, possono aderire a diverse “scuole di pensiero” su come ridurre i sintomi psicologici in maniera efficace. Alcune di queste teorie si basano direttamente su dati scientifici, che indicano i percorsi migliori per il sollievo dei sintomi. Questo tipo di interventi sono denominati “Evidence-based Practice” (EBP).

Ancora oggi, tuttavia, molti professionisti che si occupano di salute psicologica non offrono trattamenti che si basano su forti evidenze scientifiche, nonostante gli studi e la nascita di enti, come il National Institute for Health and Care Excellence (NICE), forniscano indicazioni scientifiche in materia di salute, sanità pubblica e assistenza sociale.

In linea con il filone scientifico, recentemente è stata condotta in Inghilterra una ricerca per valutare una nuova modalità di trattamento per la cura del Disturbo Post-traumautico da Stress (PTSD – Post Traumatic Stress Disorder) e del Disturbo Post-traumatico da Stress Complesso (CPTSD – Complex Post Traumatic Stress Disorder), chiamata “Terapia di gruppo di psicoterapia sensorimotor”. Gli autori, Nuri Gene-Cos, Janina Fisher, Pat Ogden e Andy Cantrel hanno valutato gli esiti del trattamento su venti pazienti del Traumatic Stress Service (TSS), un servizio ambulatoriale universitario specializzato nella cura del Disturbo Post-traumatico da Stress Complesso, a cui afferiscono pazienti da tutto il Regno Unito. La maggioranza dei pazienti del Traumatic Stress Service è già stata sottoposta a terapie mirate al trattamento del trauma, con poco o nessun miglioramento. Solitamente queste persone hanno bisogni complessi e un malessere cronico: hanno perso il lavoro, sono socialmente isolati e hanno poche disponibilità economiche. La maggior parte di essi inizia ad avere traumi già nell’infanzia. Arrivano al centro con gravi lesioni alla testa oppure lesioni fisiche a seguito di tortura o altri tipi di aggressioni.

I PTSD possono essere considerati come un’alterazione, causata da un evento traumatico, del modo di sentire la propria esperienza interna, che passa dal sentire “troppo” (iper-arousal) – con sintomi come ipervigilanza, ansia, immagine intrusive dell’evento traumatico o flashback, disregolazione emotiva, reattività e impulsività e comportamenti autodistruttivi – al sentire “troppo poco” (ipo-arousal) – con sintomi come il numbing o annebbiamento mentale, la perdita d’interesse e di piacere, l’isolamento, la disconnessione emotiva dalle persone care, un affievolimento della percezione della presenza corporea, l’alessitimia, un rallentamento della risposta muscolo-scheletrica e una diminuzione del tono muscolare.

Nel Disturbo Post-traumatico da Stress Complesso, sono presenti, inoltre, i comportamenti autodistruttivi, un persistente concetto di sé negativo, sentimenti di vergogna, colpa o fallimento e problemi interpersonali.

Secondo questo nuovo tipo di trattamento, il Disturbo Post-traumatico da Stress è dunque una sindrome bifasica che necessita di tecniche di cura che riguardano sia l’eccitazione fisiologica sia i sintomi da ipo-arousal. ll protocollo del gruppo di Psicoterapia Sensorimotor incorpora infatti, oltre alla psicoeducazione sul trauma, la mindfulness e interventi di trattamento per lo sviluppo della regolazione autonoma sia di sintomi da ipo-arousal sia di sintomi da ipo-arousal.

Sono stati osservati cambiamenti statisticamente significativi nei punteggi di pre-trattamento su misure di sintomi di PTSD, depressione, salute generale, lavoro e funzionamento sociale.

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