di Caterina Parisio
Le varietà di cannabis disponibili sul mercato illecito presentano un aumento della potenza della sostanza dal punto di vista degli effetti psicotropi
I Beatles con l’esaltazione dei barbiturici in “Yellow Submarine”, i Rolling Stones con “Brown Sugar”, la cocaina in “Casey Jones” dei Grateful Dead e poi ancora loro, i Beatles, e gli allucinogeni di “Lucy in the Sky with Diamonds”, le cui prime lettere compongono la sigla LSD. La celebrazione delle sostanze attraverso canzoni di successo è cosa assai nota, così come è noto il dilagante e aumentato consumo di stupefacenti tra fasce di età sempre più giovani.
Spice, Meow Meow, Kryptonite, Black Mamba hanno nomi esotici, favolistici e ‘speziati’ di sicuro richiamo, altrimenti raccapriccianti come Krokodril, in italiano “cannibale”. Le nuove sostanze psicoattive sono conosciute soprattutto con espressioni quali “smart drugs” e “legal highs”: vocaboli diversi a indicare una stessa minaccia senza precedenti. Si calcola che ogni settimana si produca una sostanza nuova; in Europa ne circolano più di 700.
E poi c’è la cannabis, la sostanza illecita più utilizzata al mondo, soprattutto tra gli adolescenti. Dagli anni ’70, quando divenne una sostanza di largo consumo, è progressivamente aumentata la percentuale di giovani che ne fa uso e si è abbassata l’età della prima assunzione: attualmente è riconducibile alla media-tarda adolescenza, un periodo di importante transizione psicosociale durante il quale gli eventi negativi (ad esempio lutti, separazioni, fallimenti nelle relazioni interpersonali) hanno un potente impatto sulle scelte di vita. Nel 2006, per la prima volta, il rapporto annuale sull’abuso di sostanze delle Nazioni Unite è stato dedicato alle problematiche legate all’uso di cannabis.
Le varietà di cannabis disponibili sul mercato illecito presentano, infatti, un incremento notevole delle concentrazioni di tetraidrocannabinolo (dal 3-4 al 12-18%) con riduzione di quelle del cannabidiolo (1,5%) e un conseguente aumento della potenza della sostanza dal punto di vista degli effetti psicotropi.
Recentemente, diversi autori hanno osservato che i pazienti con disturbi psicotici sono maggiormente sensibili agli effetti psicotropi della cannabis, soprattutto a causa dei suoi effetti tossici subacuti. Vari studi hanno inoltre riportato un’alta prevalenza di uso di sostanze, in particolare cannabis e alcol, tra gli individui al primo episodio di un disturbo psicotico e molte ricerche su individui sani hanno evidenziato che la cannabis è un fattore di rischio per lo sviluppo di psicosi in coloro che presentano una vulnerabilità genetica o uno stato mentale a rischio.
Negli ultimi quindici anni sono stati effettuati diversi studi per definire il legame tra l’uso di cannabis e lo sviluppo di psicosi o di sintomi psicotici, con risultati convergenti che suggeriscono che l’uso di cannabis può essere un fattore di rischio indipendente per l’esordio psicotico. La natura del legame tra cannabis e psicosi, tuttavia, non è stato ancora ben spiegato.
Esistono tre potenziali vie causali che possono spiegare il legame uso di cannabis e psicosi:
- la cannabis potrebbe agire attraverso cambiamenti neurochimici, aumentando la vulnerabilità ai sintomi psicotici;
- i soggetti che sviluppano psicosi potrebbero avere un’aumentata vulnerabilità all’uso di cannabis come conseguenza del loro stato psicologico e probabilmente come un tentativo di automedicazione;
- l’uso di cannabis e la psicosi potrebbero essere reciprocamente correlate attraverso un circolo nel quale l’uso di cannabis aumenta il rischio di psicosi e allo stesso tempo l’esordio di un disturbo psicotico potrebbe determinare un aumentato consumo di cannabis.
Ciò che si sa per certo è che l’uso di cannabis determina un aumento di 2 o 3 volte del rischio relativo per un disturbo psicotico. In base a numerosi dati, si potrebbe predire un aumento nei tassi di schizofrenia nei prossimi 10 anni.
Le attuali conoscenze sull’effetto della cannabis ovvero dei suoi principi attivi (THC e CBD) e delle varie formulazioni sul sistema nervoso centrale e sul ruolo nell’insorgenza di disturbi psicotici dovrebbe portare a campagne di prevenzione più accurate e mirate soprattutto alla fascia di età adolescenziale.