Crescendo, i bambini imparano a regolare le proprie emozioni e lo fanno soprattutto osservando i propri genitori: quali suggerimenti seguire per aiutarli al meglio in questo percorso?
Le risposte emotive nei bambini variano parecchio nella loro espressione, nella frequenza e intensità e nella capacità di regolarle. La capacità di gestire le emozioni non è innata, ma si apprende con la crescita, soprattutto osservando ciò che accade in famiglia. Sono i genitori, infatti, che aiutano il bambino a comprendere e orientare la tensione interna che si accompagna a un vissuto emotivo. Alcuni bambini sono, per natura, più sensibili o più facili da calmare di altri. In età scolare il bambino diventa più responsabile e consapevole del proprio funzionamento emotivo e all’intervento genitoriale si affianca quello scolastico. Nel corso dell’adolescenza le modificazioni a carico del sistema ormonale sfidano quanto fino ad allora appreso provocando un’apparente retrocessione nella capacità di gestire le emozioni.
Quali passi può seguire un genitore per aiutare suo figlio a imparare a regolare le emozioni in modo sano e appropriato?
1) Dare stabilità, mettere limiti chiari e creare delle routine, in modo da permettere al bambino di prevedere le proprie giornate e sentirsi così più sicuro e stabile. In questo modo svilupperà un sistema di risorse che gli permetteranno di gestire gli imprevisti del mondo esterno.
2) Accettare le emozioni del bambino e riconoscere le prime manifestazioni associate non come intenzionali, ma come qualcosa da “correggere” nella crescita.
3) Dare l’esempio, parlando delle proprie emozioni, mostrando come gestirle e verbalizzarle in modo appropriato e particolareggiato. Saper parlare delle proprie emozioni è stato dimostrato essere un fattore predittivo della buona capacità di imparare a regolarle e permette al bambino non solo di capire cosa sente, ma anche di condividerlo e di manifestare i suoi bisogni.
4) Incoraggiare a propria volta il bambino a parlare di quello che sente. A volte i bambini non esprimono il proprio vissuto emotivo perché sono stati rimproverati o addirittura puniti per averlo fatto in passato. È importante evitare frasi come “non essere triste” o “non dovresti arrabbiarti per questo”, ma incoraggiare espressioni come “ho visto che sei triste. Cosa è successo? Ti va di parlarne?” o riportare esperienze personali per incoraggiare il bambino a parlarne, normalizzando il suo vissuto interno (“una volta anche io mi sono sentito male perché…”). È importante far capire al bambino che uno stesso evento può attivare emozioni diverse fra le persone e che è anche normale provare più emozioni diverse contemporaneamente (a volte anche in contrasto tra loro). Un concetto chiave da trasmettere è che non c’è nulla di sbagliato nel provare emozioni, ma che anzi, è naturale provarle! Bisogna soltanto imparare a capire come e quando è appropriato agirle, considerando il contesto.
5) Fungere da modello, ovvero mostrare come l’adulto affronta le situazioni stressanti. Verbalizzare i propri vissuti e il modo in cui si pensa di gestirli è fondamentale. È noto che i bambini imitano quello che vedono! È importante ricordare di stare calmi e fermi anche quando assistiamo alle loro escalation emotive.
6) Insegnare ai bambini esempi positivi di self-talk da usare nei momenti difficili. Per esempio: “fai tre respiri”, “pensa positivo”, “non mi farò sopraffare da questo!”, “ce la posso fare!”, “ho altri amici che mi vogliono bene”, “con più pratica posso imparare” etc.
7) Identificare situazioni tipiche ricorrenti (fare i compiti, perdere ad una gara, sentirsi dire no, essere preso in giro da altri bimbi etc.) in cui si attivano delle esplosioni emotive per imparare delle strategie di problem solving.
8) Utilizzare i momenti di time out per gestire la rabbia esplosiva, ad esempio, sedersi su una sedia nell’angolo di una stanza e aspettare.
9) Premiare gli sforzi del bambino nel gestire le proprie emozioni; ad esempio dicendogli “vedo che ti sei impegnato, sono fiero di te” e insegnar loro a dire lo stesso a se stessi in futuro. Dare feedback positivi è fondamentale per costruire una buona autostima.
Per approfondimenti:
Carolyn Webster-Stratton “Helping children learn to regulate their emotions”.