Può essere il risultato di un’attrazione ma crederci fa bene all’amore
Nel leggere il titolo, è probabile che almeno un lettore su tre abbia pensato che l’amore a prima vista esista eccome, che piaccia o meno agli scienziati, perché lui (o lei) lo ha provato personalmente. Infatti, queste sono le stime degli studiosi: nelle società occidentali circa un terzo delle persone riferisce di avere iniziato la propria storia d’amore con un “colpo di fulmine”. È accertato che questa folgorazione romantica che alimenta la passione diventa una parte importante nella storia della coppia, una garanzia del valore unico e dell’autenticità dell’amore che sostiene la relazione, nonché un buon predittore della solidità e longevità del rapporto stesso.
Non sembrerebbe, a questo punto, che rimanga molto altro da investigare. Eppure, è dimostrato che l’innamoramento è caratterizzato da numerose “distorsioni cognitive” e che i ricordi sono il prodotto di una continua rielaborazione dei fatti accaduti in narrazioni, storie che raccontiamo a noi stessi e agli altri. Per questo, un gruppo di ricercatori nordeuropei ha voluto verificare l’ipotesi che l’amore a prima vista potesse essere una “illusione positiva”, una storia romantica che la coppia racconta a se stessa, credendoci, per cementare l’amore. Ad esempio, una distorsione cognitiva nota è detta “bias del risultato”: dopo che qualcosa è andata per il verso giusto, tendiamo a sovrastimare la nostra certezza del successo all’inizio dell’impresa; questo potrebbe indurci a credere di avere sempre saputo che sarebbe stato vero amore, fin dal primo istante.
Per fare la prova, gli sperimentatori hanno coinvolto circa 400 persone in uno studio nel quale si creava artificialmente l’occasione per far scattare la scintilla dell’amore a prima vista; se qualcuno l’avesse provato “in diretta”, si sarebbe potuto escludere che l’amore a prima vista fosse soltanto l’effetto di una distorsione mnestica. In effetti, un numero seppure esiguo di persone ha provato amore a prima vista nell’esperimento; quindi buone notizie, non si tratta soltanto di una distorsione mnestica: l’amore a prima vista esiste!
La seconda domanda allora è: in cosa consiste? Secondo chi studia le relazioni romantiche, l’amore è costituito da tre componenti fondamentali: passione, impegno e intimità; l’ipotesi dei ricercatori era che l’amore a prima vista fosse in realtà infatuazione, cioè un amore passionale senza impegno e senza intimità. Questa ipotesi è stata confermata solo in parte; gli amori a prima vista sono caratterizzati da attrazione fisica, ma con livelli di vera e propria passione, impegno e intimità più o meno simili, e ovviamente più bassi rispetto ai livelli riscontrati nelle coppie che stanno insieme da tempo. In altre parole, il colpo di fulmine è principalmente una forte attrazione e non è propriamente amore, ma una specie di prerequisito dell’amore.
La terza scoperta della ricerca è che probabilmente l’amore a prima vista non avviene in modo simultaneo, ma c’è uno dei due che “contagia” l’altro. Questo non deve meravigliare; infatti, osservando delle fotografie, anziché interagire di persona, ci aspettiamo che sia estremamente improbabile un “colpo di fulmine” incrociato; nell’interazione, invece, la forte attrazione provata da uno dei due può scatenare una “chimica” attraverso un gioco interattivo di sguardi, sorrisi eccetera. In sostanza, quello che chiamiamo “amore a prima vista” è più probabilmente la miccia che innesca un gioco di seduzione.
L’ultimo risultato dello studio è che ricordare l’esperienza di amore a prima vista verso i propri partner contribuisce a rendere più intensa la sensazione di amore e di passione verso il proprio compagno. In definitiva, anche se l’amore a prima vista probabilmente è una forma di attrazione che favorisce i primi passi di un innamoramento, la cosa migliore da fare è ignorare quello che dicono gli scienziati, concedersi di credere all’amore a prima vista e, anzi, tornare spesso a raccontarsi reciprocamente la storia del colpo di fulmine, perché questo fa bene al nostro amore.
Per approfondimenti:
Zsok, F., Haucke, M., Wit, C. Y., & Barelds, D. H. (2017). “What kind of love is love at first sight? An empirical investigation”. Personal Relationships, doi:10.1111/pere.12218