Psicoterapia: sfatiamo i falsi miti

di Annalisa Bello

Quando la falsa informazione popola gli ambienti della salute e del benessere, è necessario metterla a tacere

Numerosi falsi miti rischiano di gettare fango sulla psicoterapia cognitiva, nonostante la sua comprovata efficacia. Il rischio è quello di minare l’importante opera di sensibilizzazione e giusta informazione di cui ognuno dovrebbe disporre, per il proprio benessere e per quello dei propri cari.

Il falso mito più diffuso è che la terapia cognitiva sia eccessivamente intellettuale e non abbia a che fare con i sentimenti.

Le cose stanno diversamente: la terapia cognitiva si concentra particolarmente su ciò che l’individuo pensa e su come si comporta; ma i pensieri e le convinzioni importanti nella terapia cognitiva sono emotivi, ciò significa che hanno a che fare con le emozioni, non con l’intelletto. Non a caso, infatti, in terapia cognitiva al paziente viene chiesto continuamente di osservare, registrare e comprendere come si “sente”.
Poco importa il QI di un individuo: per un buon esito della terapia, ciò che conta è la capacità di osservare il pensiero, valutarlo e prendere in considerazione modi alternativi di pensare. La terapia cognitiva non si cura di chi primeggiava tra i banchi di scuola, anzi, è rivolta a tutti, sfatando un’altra convinzione: che solo le persone intelligenti ne possano trarre beneficio.

Proseguendo nell’opera di demolizione delle fake che popolano gli ambienti, virtuali e non, dell’informazione, occorre mettere a tacere l’assordante bufala secondo cui la terapia cognitiva sia superficiale e non affronti l’influenza esercitata dal passato di una persona.

Le cose stanno in altro modo: chi conosce la psicoterapia sa bene che, pur focalizzandosi sul presente, le esperienze difficili del passato e le avversità vissute nell’infanzia sono considerate come un’importante influenza sul funzionamento emotivo presente dell’individuo.

La psicoterapia cognitiva, nello specifico, aiuta l’individuo a identificare e modificare le percezioni inesatte di sé stesso e del mondo che lo circonda, che creano disagio emotivo. Attraverso l’analisi delle rappresentazioni mentali del paziente –  credenze, pensieri automatici, schemi – si arriva a comprendere il disagio psicologico e ciò che lo alimenta, perpetuandone la sofferenza.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è un percorso di trattamento dei disturbi psicologici che vuole ridurre la sofferenza emotiva, aiutare a vivere meglio e a raggiungere i propri scopi di vita.
Alla luce dell’ingombrante incidenza della psicopatologia sulla popolazione, risulta indispensabile disporre di corrette rappresentazioni riguardo ciò che può fare la differenza nel trattamento e nella risoluzione della sofferenza psicologica, che si esprime attraverso diversi disturbi, tra cui quelli ansiosi o depressivi.
È opportuno, dunque, dare la giusta considerazione a ciò che, come evidenziato dall’American Psychiatric Association e dalle linee guida del National Institute for Health and Care Excellence, risulta essere il trattamento di elezione per molti disturbi.

Informare e informarsi correttamente è importante, per avere cura di noi e di chi ci sta a cuore.

 

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