di Mariapina Accardo
Storia di un semidio con umane fragilità.
Il Maui di cui vi parlerò è uno dei personaggi principali del film Disney Oceania, liberamente ispirato all’omonimo semidio polinesiano legato alla nascita delle isole Hawaii. Un semidio dal drammatico passato.
Maui è il coprotagonista del film. Maui nasce umano, abbandonato dai genitori, la madre lo gettò in mare, venne salvato dagli dei che lo resero un semidio. Mutaforme semidio del vento e del mare. Gli dei gli fecero dono di un gigantesco amo da pesca che gli consente di mutare forma ed ha il corpo coperto da tatuaggi animati che raccontano la sua storia. I tatuaggi di Maui, la sua seconda pelle, non sono una decorazione ma il racconto del percorso della sua vita, un racconto dinamico in quanto i tatuaggi vivono, un racconto incompleto in quanto i tatuaggi appaiono man mano.
La leggenda racconta che “ in principio c’era solo l’Oceano, finché non emerse un’isola, l’isola madre Te Fiti. Il suo cuore aveva il più grande potere mai conosciuto, creare la vita. E Te Fiti lo condivise con il mondo. Ma con il tempo alcuni cominciarono a bramare il cuore di Te Fiti, pensavano che con il cuore si sarebbero impossessati del potere della creazione, e un giorno il più sfrontato di tutti attraversò in volo il vasto oceano per prendere il cuore, egli era un semidio del vento e del mare, era un guerriero, un ingannatore, un mutaforma che poteva cambiare aspetto col potere del suo magico amo da pesca, e il suo nome era Maui. Ma senza il cuore Te Fiti cominciò a sgretolarsi e generò una terribile oscurità. Maui tentò di fuggire ma venne affrontato da un altro che cercava il cuore, Te Ka un demone della terra e del fuoco. Maui fu colpito in celo e nessuno lo vide più , sia il suo magico amo che il cuore di Te Fiti si persero in mare. E dopo mille anni Te Ka e i demoni degli abissi sono ancora alla ricerca del cuore. Protetti da un’oscurità che continuerà a diffondersi, che caccerà via i pesci, che prosciugherà la vita isola dopo isola, finché ognuno non sarà divorato dalle fauci assetate di sangue di una morte spietata.
Ma un giorno il cuore verrà ritrovato da qualcuno che supererà il Reef, troverà Maui, gli farà attraversare il grande Oceano per restituire il cuore di Te Fiti e salvare tutti”.
Vaiana la protagonista del film quando finalmente trova Maui, dopo essere stati nel regno dei mostri, gli chiede di raccontargli del suo drammatico passato e quando ne viene a conoscenza comprende che il motivo per cui il semidio ha sempre tentato imprese grandiose era cercare di accontentare gli esseri umani. Abbandonato dagli uomini, con una prima forzata esperienza di separazione, Maui farà di tutto per essere da loro nuovamente accettato, e così ha alzato il celo, ha rubato il fuoco, ha rallentato il sole, ha imprigionato i venti, ha creato isole. Lo scopo di Maui, che come gli dice Tamatoa ha l’abbandono impresso nel cuore, era quello di donare il cuore di Te Fiti all’umanità affinché anche gli umani ottenessero il potere di creare la vita, e lui potesse dare un senso alla sua.
Potremmo dire che se Edipo è il figlio di un amore incestuoso, Ruben il figlio di un non amore (Accardo, Lorenzini, 2014), Maui è il figlio non amato, che passa l’intera esistenza a cercare di essere accettato. Ne viene fuori una sorta di Complesso di Maui, che potremmo ritrovare in misura evidente nei figli abbandonati, che vivono con la ferita di non essere stati voluti; o in misura altrettanto significativa in chi pur non essendo stato abbandonato vive la frustrazione di non essere mai abbastanza, di non andar bene, di sentirsi incompleto rispetto alle aspettative genitoriali, costellando l’intera esistenza di tentativi finalizzati a sentirsi accettati e superare il senso di inadeguatezza.
Si conclude qui questa breve recensione. Ti abbraccio piccolo grande Maui perché infondo credo che sia questo quello che tanto desideravi, e perdona nonna Tala che senza conoscerti bene ti ha definito ingannatore e wikipedia che molto superficialmente ti ha definito arrogante ed egocentrico.