di Francesco Mariano Arbore
I sei principi dell’Acceptance and Commitment Therapy
L’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) si fonda su sei principi di base. Questi operano combinatamente al fine di gestire efficacemente le esperienze e i pensieri dolorosi e di creare una vita ricca ed essenziale. I principi sono: 1) defusione cognitiva; 2) espansione e accettazione; 3) contatto e connessione con il momento presente; 4) il “Sé Osservatore”; 5) chiarificazione dei valori; 6) azione impegnata.
Principio 1: la defusione cognitiva. Generalmente gli individui conferiscono alle immagini mentali, alle memorie e ad altre cognizioni, un valore assoluto inconfutabile, a tal punto da considerarle degli eventi minacciosi, delle regole a cui obbedire o delle verità oggettive. L’abilità della “defusione cognitiva” consiste nella disidentificazione tra i prodotti della mente e i suoi referenti, allo scopo di percepire i primi come nient’altro che frammenti di linguaggio e immagini.
Principio 2: Espansione/accettazione. L’“espansione”, come preferisce definirla lo psicoterapeuta australiano Russ Harris, si riferisce a quella pratica di fare spazio alle emozioni, sensazioni e agli stimoli spiacevoli, invece di cercare di sopprimerli e respingerli. Immaginiamo che lo stimolo spiacevole sia un treno in transito e la nostra mente una stazione. Il treno giunge a una fermata per un certo periodo, solitamente breve, per poi ripartire di nuovo e andare via, eventualmente tornando in un altro momento.
Principio 3: Contatto (connessione) con il momento presente. Sempre secondo Harris, per “connessione” si intende il vivere nel presente, focalizzandosi su ciò che stiamo facendo, e portando la piena consapevolezza sull’esperienza dell’hic et nunc con apertura, interesse e ricettività.
Principio 4: il Sé Osservatore. Il “Se Osservatore” può essere definito come una continuità di consapevolezza che è immutevole, sempre presente, ed impossibile da danneggiare. In altre parole può essere rappresentato come un luogo di monitoraggio dei processi di pensiero che ci consente di sperimentare le nostre componenti cognitive come ad esempio pensieri, emozioni, stimoli, sensazioni, immagini e regole come aspetti periferici di noi stessi, in costante mutamento e che non costituiscono l’essenza di ciò che noi siamo.
Principio 5: la chiarificazione dei valori. Questo principio dell’ACT riguarda la chiarificazione di ciò che è considerato più importante nella parte più profonda di noi stessi in cui possiamo accedere. Ciò implica il domandarsi che tipo di persona vogliamo essere, cosa è significativo per noi, e cosa vogliamo rappresentare in questa vita.
Principio 6: azione impegnata. L’ultimo principio si riferisce al fatto che la persona comprende che una vita ricca e significativa auspicata può essere creata attraverso azioni efficaci guidate dai propri valori. Non tutti gli individui dispongono di un protocollo perfetto che indica come perseguire gli obiettivi che si sono prefissati. Tuttavia non importa quante volte si “esce fuori dai binari” o da un dato percorso, in quanto abbiamo a disposizione i valori che ci forniscono ispirazione e motivazione per reintraprendere le azioni accantonate. Inoltre, sono gli stessi scopi che ricordano all’individuo circa le azioni da perseguire per giungere a quella sua vita visualizzata.
Per approfondimenti:
Harris, R. (2006). Embracing your demons: An overview of acceptance and commitment therapy. Psychotherapy in Australia (2006); 12, 4. Retrieved on 15 July, 2013, from: hyperlink.
Harris, R. (2007). The happiness trap: Stop struggling, start living. New South Wales, Australia: Exisle Publishing.