Il salvadanaio della serenità in famiglia

di Laura Pannunzi

Il ruolo della coesione familiare all’interno del programma Coping Power Program

I cosiddetti disturbi “esternalizzanti” – ovvero quelli in cui il bambino impara a dirigere verso l’esterno, sotto forma di oppositività, di impulsività, di iperattività e di rabbia le proprie emozioni critiche – popolano i Servizi di Neuropsichiatria Infantile e gli ambiti di consultazione psicologica per l’età evolutiva. Non di rado, in questi contesti arrivano genitori molto provati e con una mal ridotta percezione di sé in termini di autostima e di autoefficacia percepita nel loro ruolo genitoriale. Nonostante questi tipi di disturbi siano stati definiti “life course persistent” (ovvero relativamente stabili nel corso del ciclo di vita), sono stati messi a punto dei trattamenti validati scientificamente con lo scopo di ostacolarne il decorso e di prevenire l’organizzazione di comportamenti aggressivi cronici. Tra questi, c’è il Coping Power Program, un programma di intervento per il controllo della rabbia e dell’aggressività in bambini e adolescenti, ideato dal prof. John Lochman e sviluppato in Italia dal dott. Pietro Muratori e dai suoi collaboratori presso l’Irccs Stella Maris di Pisa.
Tale programma prevede un intervento di gruppo per i bambini e parallelamente un programma di parent training per i genitori. Nella componente pensata per i genitori, in una delle sessioni a loro dedicate, si lavora sulla costruzione e miglioramento della coesione familiare, vale a dire del legame emotivo esistente tra i vari membri della famiglia: la dimensione che indica la vicinanza o la lontananza cognitiva e affettiva tra le persone che appartengono al nucleo familiare.
In un’ottica squisitamente preventiva, all’interno del programma si aiutano i genitori a pensare in che modo potranno continuare ad aiutare i propri figli e a rappresentare dei punti di riferimento negli anni a venire. All’interno della sessione, vengono indicate alcune delle tante attività che possono servire a questo scopo sia dentro il contesto familiare sia fuori casa.
Uno degli aspetti trasversali a tutto il programma è che, per una buona riuscita di tutte le tecniche che si apprendono nel percorso, risulta indispensabile avere una buona relazione con il proprio figlio e con i propri familiari. È infatti plausibile che nella quotidianità si sperimentino dei momenti di tensione, ma è proprio in quei casi che ogni componente della famiglia deve accedere al “salvadanaio della serenità” che contiene i ricordi dei momenti belli trascorsi insieme, per far emergere emozioni positive e contrastare la rabbia e per continuare a rispettare l’altro. Senza questo salvadanaio, spesso i genitori non hanno la sufficiente energia e la giusta motivazione per rimanere calmi e i figli, di conseguenza, non hanno la costanza di seguire le regole e le aspettative del genitore.
È in questo senso che costruire la coesione familiare significa costruire un clima caldo, di sostegno e di supporto, dove tutti i membri della famiglia possono condividere attività piacevoli e sperimentare relazioni positive e star bene insieme.
Infine, è importante sottolineare che più i figli crescono più hanno il bisogno di avere una buona relazione con i genitori. Un adolescente non seguirà più le regole e le aspettative genitoriali se alla base non c’è una buona relazione. Se invece questa è presente, è probabile che il ragazzo continui in modo naturale a seguire le indicazioni fornitegli, poiché le avrà assimilate e condivise.
Per approfondimenti:

Lochman J.E., Wells K C, Lenhart L.A (2012), Coping Power. Programma per il controllo della rabbia e aggressività in bambini e adolescenti ( a cura di Muratori P., Polidori L., Ruglioni L., Manfredi A., Milone A.) Ed. Italiana

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