di Jacopo Biraschi
a cura di Carlo Buonanno
Mi sveglio al mattino un venerdì e sono consapevole di avere avanti a me un weekend stimolante. La giornata parte molto bene, finché non mi ritrovo in un noiosissimo meeting di lavoro con il mio capo ed alcuni colleghi; al meeting però la mia collega Giulia mi guarda un paio di volte e mi lancia un sorriso. Situazioni come quella appena descritta ricorrono continuamente nella vita di ognuno di noi, infarcite delle peculiarità che caratterizzano la nostra routine. Quello che è interessante notare è che un breve frammento di vita come questo contiene elementi appartenenti a ordini temporali differenti: il weekend dura alcuni giorni, il meeting di lavoro alcune ore, lo scambio di sguardi con la collega alcuni istanti. Ma cos’è che accomuna esperienze appartenenti a ordini così temporali differenti (giorni, ore, secondi) in un’esperienza unitaria? La risposta è nelle fluttuazioni dell’umore, ovvero nel modo in cui il nostro umore cambia in risposta alla situazione.
È un fatto consolidato che le fluttuazioni dell’umore, nel momento in cui deviano da un determinato status, vengano gestite tramite un meccanismo di regolazione omeostatica; tuttavia, questo tipo di funzionamento sembra essere insufficiente a spiegare la complessa flessibilità del sistema affettivo. L’ipotesi di ricercatori spagnoli è che il sistema affettivo operi piuttosto su diverse scale temporali (giorni, ore, secondi, come nell’esempio precedente), manifestando una multistabilità tipica di altri sistemi fisiologici e regolata da un controllo di tipo allometrico, sovraordinato rispetto all’omeostatico. L’allometria è un fenomeno biologico che descrive l’accrescimento relativo di una o più parti di un organismo rispetto all’organismo stesso, come ad esempio la velocità di crescita dei palchi di un cervo rispetto all’intero animale: il fatto che tale accrescimento funzioni su diverse scale temporali sotto controllo allometrico significa che, cambiando la scala temporale presa in esame, il rapporto di crescita resta invariato (invarianza di scala). In altri termini, il rapporto fra la velocità di crescita del cervo nel suo complesso e quella relativa ai suoi palchi, resta costante sia considerando un mese di sviluppo dell’animale, un anno o l’intero ciclo di vita. All’inizio degli anni ’90 è stato dimostrato che diversi sistemi fisiologici, come le fluttuazioni del battito cardiaco, della respirazione ecc, non sono casuali bensì frattali; un frattale è un oggetto caratterizzato da autosimilarità, ovvero un oggetto simile a se stesso. Ciò significa che questo presenta la stessa “forma” su scale diverse, come nelle diverse scale temporali dell’esempio iniziale. Nell’articolo preso qui brevemente in esame gli Autori hanno valutato la presenza di una struttura frattale – autosimile – delle fluttuazioni del sistema affettivo. Viene quindi postulato che tali fluttuazioni abbiano la stessa struttura su scale temporali diverse (secondi, ore, giorni): questo significa che le fluttuazioni dell’umore sono le stesse a prescindere dal fatto che si consideri l’intero weekend (giorni), il meeting di lavoro (ore) o lo sguardo d’intesa con Giulia (secondi). L’autosimilarità del sistema affettivo risulta adattiva in quanto positivamente correlata con la flessibilità psicologica: dunque il sistema affettivo è stabile perché multistabile, cioè frattale.
Per approfondimenti:
Bornas X., Balle M., Morillas-Romero A, Aguayo-Siquier B. (2015): Allometric control of daily mood and anxiety fluctuations, Springer Science+Business Media, New York.