di Giovanbattista Andreoli
curato da Elena Bilotta
Rispetto ad altri modelli di intervento, la terapia cognitivo-comportamentale mostra una particolare efficacia nel trattamento del disturbo d’ansia sociale (DAS). La letteratura scientifica concernente i modelli cognitivi alla base del medesimo disturbo evidenzia come fattore chiave la persistente intrusione di immagini negative quando individui con questa psicopatologia prendono parte a situazioni sociali reali o immaginate. Tali immagini consistono in rappresentazioni mentali che spesso evidenziano aspetti del proprio sé come inadeguati. Le immagini possono essere descritte in maniera talmente valida ed accurata che l’individuo può percepire pericoli laddove non sussistano, attivando contemporaneamente forti emozioni negative. Basando il proprio approccio su questi ricordi autobiografici, l’Imagery Rescripting (IR) è una tecnica relativamente recente che in combinazione con l’intervento della ristrutturazione cognitiva si è già mostrata efficace nel migliorare la sintomatologia nelle persone con DAS.
Tre sono i passi in cui l’IR si struttura: 1) il paziente richiama la memoria negativa narrandola in prima persona e descrivendo l’evento così come è accaduto; 2)l’immagine viene richiamata osservandola dalla prospettiva presente e il paziente è invitato a compiere delle rivalutazioni seguendo il suo punto di vista attuale; 3) il paziente assume nuovamente la prospettiva originaria dell’evento, ma incorporando le osservazioni elaborate durante la seconda fase.
Non esistono numerosi studi in grado di valutare l’applicazione della medesima tecnica senza la combinazione con la ristrutturazione cognitiva. Per tale ragione, Reimer&Moscovitch (2015) hanno condotto uno studio per misurarne l’efficacia secondo tale modalità. Venticinque partecipanti, tutti con diagnosi principale di DAS, sono stati divisi in due gruppi: al primo gruppo veniva somministrata una seduta di intervento IR senza ristrutturazione cognitiva, mentre al secondo gruppo non veniva somministrato alcun intervento.
I risultati hanno messo in luce come i soggetti che hanno avuto modo di sperimentare la IR riportano una sostanziale riduzione dei sintomi di DAS, con un richiamo delle proprie memorie autobiografiche più positivo. Inoltre, i medesimi soggetti riportano marcati cambiamenti nel contenuto e nell’accuratezza delle proprie credenze principali legate alle memorie autobiografiche che possiedono.
Tali esiti mostrano come l’intervento a singola sessione di IR senza alcuna combinazione con la ristrutturazione cognitiva sia possibile ed efficace per persone con DAS. A questo punto ci si potrebbe chiedere perché non implementare un intervento come la IR, più breve e meno costoso in termini temporali ed economici, sostituendo così trattamenti più complessi attualmente utilizzati nell’intervento sull’ansia sociale. Le risposte possono essere molteplici. La prima riguarda l’efficacia dell’intervento sul campione considerato: solo il 23% dei soggetti dello studio ha raggiunto guarigione completa. Secondo, non esistono indicazioni precise riguardo al momento dell’intervento in cui precisamente debba essere amministrata la IR, o con quale tipo di pazienti. Terzo, è necessario determinare e definire meglio le competenze del terapeuta nel gestire una modalità di intervento adeguata.
I clinici dovrebbero dunque essere sempre attenti a consolidare con la pratica clinica e la ricerca nuovi protocolli d’intervento emergenti prima di sostituirli a trattamenti certamente più complessi ma con maggiore evidenza scientifica.
Per approfondimenti:
Reimer, S. G., &Moscovitch, D. A. (2015). The impact of imagery rescripting on memory appraisals and core beliefs in social anxiety disorder. Behaviour Research and Therapy, 75, 48-59.