di Chiara Serra
Quali elementi distintivi differenziano il disturbo borderline di personalità dal disturbo bipolare?
Negli ultimi anni si è registrata una maggiore attenzione alla promozione di una corretta diagnosi differenziale tra il disturbo borderline di personalità (DBP) e il disturbo bipolare (DB). L’interesse nasce dalla difficoltà a differenziarli soprattutto quando manifestano sintomi sovrapponibili, come impulsività e disregolazione emotiva. Ad esempio, le esplosioni di rabbia dei DBP assomigliano alle manifestazioni sintomatologiche delle fasi ipomaniacali nel DB del tipo II, mentre l’instabilità dell’umore è confondibile con le oscillazioni timiche dello spettro bipolare, in particolare dei quadri ciclotimici. Mentre alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che il DBP piuttosto che un disturbo distintio sia parte dello spettro bipolare (Paris, 2007) altri studi hanno indicato la presenza di elementi distintivi nel differenziare i quadri psicopatologici, come l’età dell’esordio, la storia di vita, la fenomenologia degli stati depressivi vissuti, la qualità delle relazioni interpersonali e l’identità di sé (Kernberg & Yeomans, 2013).
E’ stato svolto un approfondimento della letteratura nell’ambito del project sperimentale “Diagnosi differenziale tra DBP e DB” condotto dal Dott. Femia e dalla Dott.ssa Basile (project realizzato all’interno dei percorsi di eccellenza delle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva APC e SPC). Uno degli studi più recenti che ha contribuito a chiarire il dilemma diagnostico è quello di Bayes e collaboratori (2016), che aveva l’obiettivo di identificare un set di elementi psicopatologici capaci di orientare il clinico nella diagnosi differenziale, soprattutto nei casi più complessi ove la sintomatologia è sovrapponibile.
Il campione sperimentale includeva 226 partecipanti suddivisi in pazienti con DBP e pazienti con DB. I due gruppi sono stati ulteriormente distinti sulla base delle tre modalità diagnostiche utilizzate: una diagnosi rigorosa basata sui criteri qualitativi e temporali del DSM-IV, un’altra basata sui criteri maturati dai clinici nella pratica quotidiana e una terza basata sull’impiego meno stringente dei criteri DSM-IV, escludendone i limiti temporali.
A prescindere dalle tre strategie diagnostiche utilizzate, è stato identificato un set di variabili che differenzia significativamente i due gruppi di pazienti. Il modello proposto, che include tutte le variabili identificate, predice con un livello di accuratezza pari al 88% l’occorrenza di uno dei quadri psicopatologici. Nello specifico la presenza di abusi sessuali infantili, gli episodi di depersonalizzazione e l’appartenenza al genere femminile sono i migliori predittori del disturbo borderline di personalità. Gli autori hanno ipotizzato una stretta relazione tra la prevalenza delle donne nel DBP e gli abusi sessuali: la maggiore diffusione del DBP nelle donne potrebbe essere spiegata dal rischio di essere vittima di abuso sessuale più elevato del 2-3% rispetto agli uomini. Accanto a queste caratteristiche, sono risultati discriminanti anche le difficoltà interpersonali e la sensibilità alle critiche altrui. A confermare questo risultato è l’osservazione clinica, in cui uno dei core psicopatologici del paziente borderline è rappresentato dalle difficoltà interpersonali, tradotte in condotte di svalutazione e/o idealizzazione dell’altro e nella marcata presenza di timori abbandonici. Ancora poco valutata nel DBP è invece la sensibilità alle critiche altrui, una dimensione che assume significato se messa in relazione con la sensibilità al rifiuto, caratteristica del paziente DBP. Il maggior livello di accuratezza nella diagnosi pari al 95% si raggiunge aggiungendo al modello discusso i sintomi ipomaniacali, la cui presenza esclude necessariamente una diagnosi di DBP a favore di una orientata al disturbo bipolare.
Concludendo, lo studio ha approfondito gli elementi distintivi nella diagnosi differenziale tra DBP e DB, evidenziando la rilevanza clinica nella diagnosi di DBP della vulnerabilità storica, della sensibilità nei rapporti interpersonali e dell’appartenenza al genere femminile. Una direzione futura nel nostro project mira all’identificazione di indici testologici per valutare la presenza degli elementi discussi.
Bibliografia
Bayes, AJ, McClure, G, Fletcher, K, Román Ruiz del Moral, YE, Hadzi‐Pavlovic, D, Stevenson, JL, Manicavasagar, VL, Parker, GB. Differentiating the bipolar disorders from borderline personality disorder. Acta Psychiatr Scand 2016: 133: 187–195.
Kernberg, O. F., & Yeomans, F. E. (2013). Borderline personality disorder, bipolar disorder, depression, attention deficit/hyperactivity disorder, and narcissistic personality disorder: practical differential diagnosis. Bulletin of the Menninger Clinic, 77, 1-22.
Paris, J. (2007). The Nature of Borderline Personality Disorder: Multiple Dimensions, Multiple Symptoms, but One Category. Journal of Personality Disorders 21:457–473.