di Emanuela Pidri
La resilienza come processo di coping degli stati emotivi legati al Covid-19
Il Covid-19 sta avendo un forte impatto sulla salute fisica, ma anche sulla salute mentale e sul benessere psicologico di tutta la popolazione. La paura del contagio, l’isolamento forzato, il timore di perdere i propri cari – accumulato all’incertezza economica del lavoro, della gestione familiare e del futuro – ha favorito sintomi depressivi, stati ansiosi, stress profondo e duraturo, in un numero considerevole di persone. In questo contesto, possono subentrare anche situazioni di notevole disagio che portano ad assumere alcol, droghe o ad attuare comportamenti potenzialmente rischiosi come il gioco d’azzardo. In base alle esperienze di quarantena passate, gli scienziati suggeriscono tra le implicazioni psicologiche la comparsa di depressione, stress, disturbi d’ansia e dell’umore, irritabilità, insonnia e disturbi da stress post-traumatico. Per questo motivo, focalizzarsi sulla salute mentale ha un carattere di estrema urgenza perché la pandemia di Covid-19 rischia di scatenare un massiccio aumento dei casi di psicopatologia.
Un fattore predittivo di salute mentale viene riconosciuto nella resilienza. La resilienza non è un tratto di personalità né qualcosa di straordinario, è possibile apprezzarla nelle persone che dimostrano un’ammirevole capacità di riprendersi dopo eventi critici della vita. La resilienza può essere appresa in quanto è una capacità di crescita, un processo dinamico, uno strumento di vita, un trampolino che dovrebbe servire a risollevare gli individui nei momenti di debolezza, di sconforto e, soprattutto, quando vengono colpiti dalle avversità. La resilienza è la capacità che permette alle persone di fronteggiare gli eventi stressanti e critici della vita, prima di tutto riconoscendoli e accettando di essere imperfetti, successivamente lavorando sui propri “punti critici”. I fattori che potenziano la resilienza sono: stabilire relazioni positive con l’ambiente circostante e coltivare amicizie positive; accettare che i cambiamenti sono inevitabili nella vita; evitare di vedere le crisi della vita come problemi insuperabili; stabilire piccole mete che siano raggiungibili; non avere paura di prendere decisioni; coltivare una visione positiva di sé stessi; scoprire sé stessi ritrovando il proprio lato spirituale, leggendo, esplorando il proprio corpo e la propria mente, poiché una mente occupata si tiene lontana dai pensieri negativi; infine, pensare in prospettiva e riportare alla memoria gli eventi stressanti e negativi che si sono superati.
Alcuni esercizi utili per potenziare la resilienza si basano sull’ascolto e sulla condivisione delle proprie emozioni, per poterle comprendere senza pretendere di controllarle: ad esempio, scrivere un diario, ritagliarsi momenti di sana solitudine, svolgere attività piacevoli e significative. Inoltre, è importante l’attività fisica, visto che un esercizio fisico, leggero ma quotidiano, genera cambiamenti positivi nel cervello liberando endorfine e riducendo il livello di cortisolo nel sangue. Praticare la Mindfulness aiuta a imparare a lasciar andare ciò che non si può controllare, maturando la flessibilità mentale necessaria per sviluppare la capacità di resilienza. Bisogna allenarsi a venire a patti con l’assenza di certezze e soluzioni definitive immediate: non tollerare l’incertezza, infatti, è un elemento comune ad ansia, depressione, disturbo ossessivo compulsivo, mentre tollerare la frustrazione del non sapere permette di affrontare in modo più efficace tutti i pensieri e le emozioni che provocano disagio procrastinando, in questo modo, la ricerca di aggiornamenti continui sullo stato della pandemia. L’ansia aumenta proporzionalmente a quanto si cerca di liberarsene, quindi lasciare che i pensieri, i sentimenti e le sensazioni vengano liberamente vissute permette di affrontare il paradosso dell’ansia. Bisogna sottolineare come la forza stia nella vulnerabilità e che è la stessa vulnerabilità a dare una spinta per rialzarsi dagli eventi critici della vita. Non bisogna negare il momento di difficoltà ma accettarlo e credere nelle proprie capacità.
Per approfondimenti:
American Psychiatric Association (2014). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Milano, Raffaello Cortina Editore
Cantoni, F. (2014). La resilienza come competenza dinamica e volitiva. Torino: Giappichelli Editore
Duchek S., Organizational resilience: a capability-based conceptualization, Business Research, 2019
Foto di eberhard grossgasteiger da Pexels