di Marco Saettoni e Silvia Timitilli
Il distanziamento fisico equivale al distanziamento sociale?
Per contenere e prevenire la diffusione del virus Covid-19, sono state messe in atto azioni di sanità pubblica senza precedenti. Se da una parte si spera che tali interventi siano utili nel fronteggiare questa emergenza, dall’altra si teme per le ricadute sul futuro: uno degli ambiti più colpiti sarà l’economia, ma un rischio riguarderà anche il settore della salute mentale, con particolare riferimento al rischio suicidario.
Gli ultimi dati Istat indicano una diminuzione del suicidio in Italia: se nel 1995 sono stati registrati 8,1 casi ogni 100.000 abitanti, dieci anni dopo, nel 2015, la media si è abbassata a 6,5 casi, dato che colloca il nostro Paese tra gli Stati europei con il minor tasso di suicidi. Il fenomeno interessa in misura prevalente gli uomini rispetto alle donne (77,9% contro il 22,1%) e le fasce di popolazione di età più elevata (dai 45 anni in su) con un basso livello di istruzione (14,8 %).
Dati più recenti provengono dagli Stati Uniti: nel 2017 il suicidio ha costituito la decima causa di morte e tra il 2006 e il 2015 si è assistito a un incremento dei tassi di incidenza del 10%, che ha interessato, in particolare, donne, adolescenti e adulti di età compresa tra i 65 e i 74 anni. L’incremento dei tassi di suicidio è risultato, inoltre, uno dei fattori che ha giocato un ruolo nella riduzione dell’aspettativa di vita media ed è proprio all’interno di questo contesto che l’emergenza Covid-19 ha colpito questo Paese.
Dinnanzi alla pandemia, appare dunque opportuno chiedersi quale possa essere l’impatto delle misure di contenimento e prevenzione del contagio sul rischio suicidario, un ambito in cui la ricerca ha sempre sottolineato l’importanza di approfondire la conoscenza dei fattori di rischio e protettivi, elementi centrali per implementare interventi di prevenzione efficaci.
I dati in letteratura sottolineano la centralità del contatto sociale come elemento chiave nella prevenzione del suicidio: le persone che presentano ideazione suicidaria sono soggetti che hanno una scarsa rete di supporto sociale e che, quando incrementa il rischio di attuazione del suicidio, tendono a isolarsi ulteriormente e a ridurre al minimo (fino a interrompere) qualunque tipo di relazione sociale. Le misure di distanziamento sociale possono quindi incrementare il rischio suicidario, riducendo le occasioni effettive di contatto, favorendo l’isolamento sociale e compromettendo, al contempo, la percezione della disponibilità al contatto anche laddove questo fosse possibile.
A causa delle restrizioni imposte dalle misure di contenimento, l’accesso ai servizi di salute mentale può apparire difficoltoso (appuntamenti annullati, notizie di reparti sovraffollati, importanti operazioni chirurgiche rimandate o annullate), veicolando una percezione di assenza di supporto professionale anche quando questo risulterebbe strettamente necessario.
Anche la potenziale ripercussione negativa della pandemia sul piano economico costituisce un ulteriore elemento di rischio: la ricerca evidenzia come le recessioni economiche siano generalmente associate a tassi di suicidio più elevati rispetto a periodi di relativa prosperità.
All’interno di questo quadro, quali sono gli interventi di prevenzione possibili?
Agire sulla percezione della disponibilità del contatto sociale appare un elemento chiave negli interventi di prevenzione, dal momento che il distanziamento fisico non equivale necessariamente a un distanziamento sociale. Utili, in tal senso, risulteranno gli interventi volti a mantenere e a promuovere il contatto con altri significativi tramite telefono o video, l’erogazione in via telematica dei servizi di salute mentale e il ricorso ad interventi evidence-based di prevenzione del suicidio progettati per essere gestiti in remoto, come brevi contatti telefonici e le cosiddette “Caring Letters”.
Foto di Markus Spiske da Pexels
Per approfondimenti:
Reger M.A., Stanley I.H., Joiner T.E. (2020). Suicide Mortality and Coronavirus Disease 2019 – A Perfect Storm? JAMA Psychiatry
Wang J., Summer S.A., Simon T.R., Crosby A.E., Annor F.B., Gaylor E., Xu L., Holland K.M. (2020). Trends in the Incidence and Lethality of Suicidal Acts in the United States, 2006 to 2015. JAMA Psychiatry