di Federica Rossi
Il manuale “Psichiatria Territoriale” rivolto a tutti gli operatori della salute mentale inizia con un interessante documento volto a far riflettere sull’attuale principio organizzativo per l’assistenza psichiatrica dei nostri Servizi di Salute Mentale, basati sul modello di riduzione della sintomatologia. Seppur l’organizzazione dei servizi basata sulla riduzione dei sintomi sia valido e utile, non tiene conto però di un fattore: quello esistenziale. D’altronde, l’avvento della formulazione transindromica della psicopatologia che combina approcci categoriali e dimensionali, ci porta pertanto a riflettere sulla considerazione che il disagio psichico non ruota solo intorno ai sintomi ma si concentra anche su altri fattori, come quelli sociali, di esposizione ambientale, comportamento e funzionamento. Questo quadro transindromico è pertanto incentrato sul paziente. Dunque nel documento si evidenzia la necessità di modelli innovativi di integrazione dell’assistenza psichiatrica e sociale, enfatizzando il ruolo e riconoscendo l’importanza del dominio esistenziale. Portare insieme in un unico servizio la prospettiva medica di “riduzione dei sintomi” e quella esistenziale di “vita significativa” rimane comunque una grande sfida (Anthony, 1993; Boevink, 2012). Il manuale è suddiviso in cinque parti, partendo dal concetto di diagnosi per arrivare al lavoro in team in psichiatria, passando per le tecniche e modelli di intervento. Nella prima sezione il focus è sui nuovi modelli dei disturbi mentali e sul processo diagnostico; con una particolare attenzione al processo di recovery: “speranza, ripresa del controllo, accesso alle opportunità di costruire una vita al di là della malattia”. Un modello orientato alla recovery che da priorità agli obiettivi propri della persona, alla cooperazione e al valore dell’esperienza vissuta, richiederebbe un cambiamento nel sistema della salute mentale. Vengono esaminati pertanto alcuni approcci evidence based dedicati alla recovery come: il supporto tra pari, l’autogestione e i piani congiunti di crisi, gli approcci di IPS, Housing First, sostegno alle famiglie e recovery college. La seconda sezione è dedicata all’organizzazione dei servizi, focalizzando l’attenzione sulla necessità di una costruzione di rete e di integrazione in politica sanitaria e psichiatria. Nella terza e quarta sezione il manuale si concentra sulle tecniche di intervento e modelli di interventi integrato in popolazioni speciali e complesse. Innovativo all’interno di questa sezione è il capitolo su Stati Mentali a rischio ed esordi psicotici in adolescenza e preadolescenza. L’individuazione precoce di bambini e adolescenti con rischio di esordio psicotico consente di migliorare il decorso clinico riducendo la sintomatologia e favorire un discreto inserimento all’interno della comunità. Nell’ultima sezione viene enfatizzata l’importanza del lavoro in team in psichiatria, non solo la necessità di lavorare in équipe ma anche la necessità dell’integrazione dei servizi psichiatrici con gli enti territoriali come i comuni, le autorità giudiziarie e con le agenzie per gli inserimenti lavorativi. Questa necessità di interazione con le agenzie territoriali è sempre più orientata ad un servizio territoriale per la salute mentale orientato alla recovery.
http://www.raffaellocortina.it/scheda-libro/autori-vari/psichiatria-territoriale-9788832852950-3436.html