di Sonia Ghislanzoni
I disturbi d’ansia, tra i disturbi psichiatrici, sono quelli più diffusi nell’infanzia, sono un onere per la famiglia, comportano costi per la società e un impatto negativo sullo sviluppo del bambino. La CBT è spesso efficace per l’ansia infantile, ma molti bambini continuano anche dopo il trattamento a presentare sintomi significativi. La CBT aiuta a sviluppare abilità per identificare i pensieri disadattivi, autoregolare l’ansia e richiede collaborazione tra bambino e terapeuta, spesso non raggiungibile. Molti pazienti rifiutano di partecipare alla terapia per evitare di confrontarsi con le proprie paure o perché preferiscono non ammettere di avere un problema e altri potrebbero evitare l’ansia attraverso l’accomodamento familiare. Tendenze oppositive potrebbero precludere una alleanza produttiva tra clinico e bambino e se non è possibile che il bambino partecipi al trattamento o se non è responsivo alla terapia, il training parentale può offrire un’alternativa. La formazione dei genitori è risultata efficace nel trattamento di altri disturbi e nei disturbi esternalizzanti, in cui la motivazione del bambino al trattamento è spesso bassa, il parent training è un risultato efficace. Il ruolo dei fattori famigliari nell’ansia infantile e il successo del lavoro dei genitori in altri disturbi hanno evidenziato che il coinvolgimento dei genitori nel trattamento d’ansia infantile potrebbe migliorarne i risultati. Varie teorie, come la teoria dell’attaccamento, descrivono il legame tra genitori e figli e il modo in cui l’ansia attiva quei legami, stimolando i bambini a ricercare sicurezza e protezione. L’ansia è adattiva in caso di una minaccia reale, ma è disadattiva se ripetutamente attivata da stimoli innocui. Le risposte dei genitori all’ansia del bambino potrebbero diventare un “innesco” ripetuto del sistema di attaccamento che porta i genitori a essere protettivi e questo può incoraggiare la continua dipendenza dei bambini dai genitori per regolare o evitare il loro stato affettivo interiore. The Space Program, progettato per 10/12 sessioni settimanali, è un intervento rivolto ai genitori, li aiuta a indirizzare aspetti della relazione genitori/figli plasmati dall’ansia ricorrente e si basa sulla modifica del comportamento con un atteggiamento meno protettivo, sostituendolo con uno di supporto che favorisca le capacità di coping e di autoregolazione. Fornisce strumenti pratici per superare le difficoltà tra cui insegnare l’autodisciplina, affrontare i comportamenti distruttivi e migliorare la collaborazione tra i genitori. Uno studio di 10 sessioni settimanali a cui parteciparono genitori di 10 bambini di età fra 9 e 13 anni che avevano rifiutato il trattamento individuale, ha riportato un miglioramento significativo nell’ansia del bambino, nel coinvolgimento famigliare e sulla motivazione del bambino al trattamento individuale. The Space Program è risultato efficace nell’ansia infantile, tuttavia necessitano ulteriori e più controllati studi per indagare l’efficacia di questo programma, dato che le variabili genitoriali e famigliari, come l’ansia dei genitori e altre psicopatologie, potrebbero potenzialmente influire sulla capacità di beneficiare del programma.
Riferimenti bibliografici
Eli R. Lebowitz, Haim Omer, Holly Hermes, Lawrence Scahill, Parent Training for Childhood Anxiety Disorders: The SPACE Program, Cognitive and Behavioral Practice, Volume 21, Issue 4, 2014, 456-469
https://doi.org/10.1016/j.cbpra.2013.10.004.
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