Una configurazione prototipica del Disturbo Ossessivo-Compulsivo all’MMPI-2

di Silvia Assisi

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è un disordine mentale invalidante, caratterizzato da pensieri ricorrenti, persistenti, egodistonici ed intrusivi e da comportamenti o atti mentali ripetitivi. Questi comportamenti hanno lo scopo di prevenire o ridurre l’ansia e lo stress sperimentati o di neutralizzare le ossessioni correlate.

Esistono diverse interviste strutturate finalizzate alla valutazione della sintomatologia ossessiva, tra le quali la Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale (Y-BOCS) e il Padua Inventory (PI). Tuttavia, al fine di discriminare in maniera più esaustiva le diverse manifestazioni cliniche del disturbo, sarebbe importante adottare una procedura integrata di valutazione, che includa differenti metodi e strumenti di indagine, come ad esempio l’utilizzo del Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2 (MMPI-2). Il suo utilizzo, infatti, potrebbe garantire l’individuazione di caratteristiche personologiche e, di conseguenza, portare a descrivere un funzionamento più profondo del disturbo.

La letteratura scientifica, fino ad oggi, ha rilevato come un punteggio elevato alla scala Pt dell’MMPI-2 sia strettamente correlato alla presenza di pensieri ossessivi, a processi di ruminazione mentale e a rituali e comportamenti di controllo, elementi centrali del disturbo. In questi soggetti, inoltre, è stato riscontrato un significativo incremento anche delle scale Sc e Pd.

Tuttavia, la letteratura non ha ancora identificato un profilo prototipico del DOC al test MMPI-2. Pertanto, lo studio condotto da Femia e colleghi (2020) si è proposto l’obiettivo di identificare una configurazione prototipica del DOC tramite l’utilizzo dell’MMPI-2, al fine di discriminare – in fase di assessment – le caratteristiche chiave del funzionamento psicologico del disturbo e di distinguere la sintomatologia ossessiva da quella tipica di altri quadri sintomatologici. Lo studio ha sottolineato come alcune risposte fornite al test, infatti, possono essere dettate dal funzionamento ossessivo, portando ad un’elevazione dei punteggi su scale generalmente prototipiche di altri disturbi psicopatologici.

Gli autori dello studio, tra le ipotesi di ricerca, avevano prefigurato:

  • un aumento del punteggio della scala Pt – a conferma dei dati già presenti in letteratura – che indica la presenza di un comportamento iper-prudenziale e ossessivo;
  • un punteggio più alto della scala Pa rispetto alla scala Hy;
  • una correlazione tra la scala Pt e la scala Mf;
  • un punteggio più alto della scala Sc rispetto alla scala Hs o un’equivalenza di punteggi tra le scale;
  • la presenza di una configurazione specifica HPC in pazienti ossessivi, che li distingue da pazienti con altri disordini.

Il campione dello studio condotto era costituito da 395 partecipanti, suddivisi in tre categorie diagnostiche (1. Disturbo Ossessivo-Compulsivo; 2. Disturbo di Panico e Agorafobia; 3. Disturbi dell’Umore), ai quali sono stati somministrati un questionario demografico, l’MMPI-2 e la Y-BOCS.

Le analisi statistiche condotte da Femia e colleghi hanno evidenziato come i pazienti con Disturbo Ossessivo- Compulsivo abbiano riportato elevati punteggi a tre scale cliniche specifiche dell’MMPI-2, vale a dire Pt, D e Sc, e una correlazione positiva tra le scale Pt, Sc e Pa, dando vita ad una configurazione che permette di distinguere i pazienti con DOC da altri pazienti con diagnosi di Disturbi dell’Umore, Disturbi di Panico e Agorafobia.

Nello specifico, gli autori hanno supposto che questi risultati fossero l’evidenza empirica della comune esperienza clinica sperimentata con questi pazienti, connotata spesso da:

  • ragionamenti iper-prudenziali e altre compulsioni (Pt);
  • bias di ragionamento cognitivo, con il vissuto depressivo che ne consegue (D);
  • tendenza a sperimentare timori di impazzimento e ruminazioni, a discapito delle relazioni interpersonali (Sc).

Gli autori dello studio hanno riscontrato anche una correlazione positiva tra il punteggio alla scala Pt e il punteggio ottenuto dai pazienti alla Y-BOCS, suggerendo l’ipotesi che la scala Pt possa essere un buon predittore della gravità della sintomatologia ossessiva.

È stata evidenziata, inoltre, una correlazione tra i punteggi bassi delle scale Pt e MF, giustificata, secondo gli autori, dalla presenza – nei pazienti ossessivi – dei pensieri proibiti, già descritti da Mancini come pensieri che coinvolgono la colpa deontologica, intollerabile per i pazienti con DOC.

L’elemento innovativo e di interesse clinico che hanno messo in evidenza gli autori attraverso questo studio è stato quello di riscontrare una particolare configurazione HPC del disturbo (Pt, D, Sc), che potrebbe chiarire il confine tra il DOC e il funzionamento psicotico e nevrotico. Comunemente, le scale Pt e Sc, infatti, sono associate all’area di funzionamento psicotico. Tuttavia, nel caso del DOC, punteggi elevati alle scale potrebbero assumere un significato diverso da quello dell’alterazione del pensiero: potrebbero essere associati alla paura dei pazienti di diventare pazzi a causa dei loro pensieri ossessivi, giustificando quindi l’innalzamento della scala Sc. L’elevazione di questa scala non è stata riscontrata nei gruppi di controllo: gli autori hanno ipotizzato che questo innalzamento, in un quadro psicopatologico ossessivo, potrebbe essere considerato come una conseguenza determinata dalle ossessioni che condurrebbero all’evitamento e quindi a deficit interpersonali, piuttosto che essere correlata alla presenza di sintomi psicotici.

In conclusione, gli autori dello studio hanno avanzato l’ipotesi secondo la quale il ragionamento iper-prudenziale e altri bias di ragionamento caratteristici dei pazienti ossessivi possano rendere ragione di elevati punteggi a queste scale, portando i pazienti a rispondere in maniera affermativa agli items che indagano la coerenza e la qualità del pensiero.

La configurazione specifica emersa potrebbe essere una guida valida ed efficace in fase di valutazione iniziale del disturbo al fine di identificare e discriminare gli indicatori caratteristici del DOC, distinguendolo da altri disturbi psicopatologici.

Bibliografia:

Butcher, J. N. (2016). Preparing for Court Testimony Based on the MMPI-2 Guide 6th Edition. Minneapolis: Department of Psychology University of Minnesota. Retreived July 12, 2020 from: http://mmpi.umn.edu/documents/Preparing%20for%20Court%20Testimony%20Based%20on%20the%20MMPI-2.pdf

Femia, G., Gragnani, A., Cosentino, T., Giacomantonio, M., Diano, F., Bernaudo, A., Pellegrini, V., Mancini, F. (2020). A prototypical MMPI-2 configuration of Obsessive-Compulsive Disorder. Mediterranean Journal of Clinical Psychology, 8(3). https://doi.org/10.6092/2282-1619/mjcp-2554

Goodman, W. K., Price, L. H., Rasmussen, S. A., Razure, C., Fleischmann, R. L., Hill, C. L., … & Charney, D. S. (1989). The Yale-brown obsessive compulsive scale: I. Development, use, and reliability. Archives of General Psychiatry 46(11), 1006-1011. https://doi.org/10.1001/archpsyc.1989.01810110048007

Mancini, F. (A Cura di, 2016). La Mente Ossessiva. Curare il Disturbo Ossessivo Compulsivo. Milano: Raffaello Cortina

Sanavio, E. (1988). Obsessions and compulsions: the Padua Inventory. Behavior research and therapy, 26(2), 169-177. https://doi.org/10.1016/0005-7967(88)90116-7.

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