I colleghi che hanno rispettivamente tradotto e curato la versione italiana di “Think Good, Feel Good” Allenati a pensare diversamente per sentirti meglio, Elena Cirimbilla e Giuseppe Romano, mi hanno chiesto di leggere questo libro per una eventuale recensione. Lo ho preso in mano ed è stato un amore a prima vista. Proverò quindi a spiegare per quali buone ragioni merita di essere letto da qualunque terapeuta, anche se come me non si occupa di psicoterapia in età evolutiva.
La prima cosa che mi ha colpito è il fatto che nel primo capitolo c’è una presentazione della psicoterapia cognitiva essenziale, semplice nel linguaggio e chiarissima nei concetti che spiega in modo essenziale cosa è la psicoterapia cognitiva e su quali principi scientifici si basa. Il rasoio di Occam usato bene. In particolare mi ha impressionato l’abilità dell’autore di spiegare in poche parole sia le specificità delle cosiddette tre onde della CBT (il comportamentismo, il cognitivismo e le terapie terza onda) e sia il quanto siano integrabili senza forzature, non solo su un piano tecnico (nell’uso di tecniche efficaci, anche se sviluppate in “un’altra onda”), ma anche su un piano concettuale; ad esempio, l’autore evidenzia la non contraddizione nell’usare le procedure di terza onda che “non hanno lo scopo esplicito di modificare le cognizioni”, e basarsi su una teoria che prevede che il cambiamento dei sintomi segua il cambiamento della cognizione (il fatto che, per esempio, la mindfulness non agisca in modo esplicito sulla cognizione, non implica che non la modifichi e che il cambiamento avvenga a quel livello!).
Un secondo ottimo motivo per leggere questo libro è che, da non esperta del tema, ho avuto l’impressione che contenga una “cassetta degli attrezzi”, nei termini dell’autore, completa. Non ci sono protocolli per singoli disturbi, ma ci sono tutti gli strumenti di cambiamento utili nel curare i disturbi emotivi, nel costruire competenze e, in ultimo, migliorare complessivamente il funzionamento e il benessere del bambino. Le procedure tipiche della CBT sono presentate in capitoli, in forma già adattata all’età evolutiva e spesso tradotte in schede di lavoro direttamente applicabili; per esempio, il debating prevede delle schede con le domande tipiche della discussione che si possono o compilare insieme o dare come strumento da usare da solo al paziente.
In ultimo, una cosa che mi ha colpito molto è l’idea del paziente e dei disturbi mentale che traspare, che definirei di grande fiducia nel paziente e nelle sue risorse: i sintomi e le difficoltà del paziente (e dei genitori) sembrano concettualizzate nella mente del terapeuta sempre come modalità disfunzionali si, ma anche sempre orientate a soddisfare bisogni, perseguire scopi e desideri del tutto legittimi e condivisibili.
Stallard P. (2021), Think Good, Feel Good. Allenati a pensare diversamente per sentirti meglio. (Edizione italiana tradotta da E. Cirimbilla e curata da G. Romano), Roma, Giovanni Fioriti Editore |