L'autismo raccontato da una sorellina

di Giuseppe Romano Foto_Blog_mar

Ci saranno pure diversi modi per raccontare un fatto, un fenomeno, una circostanza, ma quando a raccontare sono i più piccoli tutto sembra più semplice e il racconto diventa scorrevole e piacevole. Anche se il tema è delicato.
Si parla di Autismo e a descrivere l’esperienza con l’autismo, la propria esperienza, è una bambina, che racconta in modo affettuoso e dolce alcuni spaccati di vita quotidiana vissuti insieme al fratellino autistico.

Lei, la sorellina maggiore, vorrebbe coinvolgerlo nei giochi, vorrebbe vederlo sorridere e ci riesce pure talvolta, ma lui guarda sempre verso il cielo. E così diventa interessante scoprire il modo in cui lei cerca di spiegare cosa accade e come mai succede che il fratellino non si coinvolge, non partecipa ai giochi che lei propone… tranne che ad uno, che è diventato il loro gioco.

Il cortometraggio che ha vinto il Gran Premio e il Premio del pubblico al Festival Handica-Apicil di Lione nel 2007, dal titolo “Mon petit frère de la lune”, è stato realizzato da Frédéric Philibert, regista, scenografo e direttore della fotografia e soprattutto padre di un bambino autistico ed è raccontato attraverso le parole dirette e dolci della figlia Coline, primogenita.

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Il modello CBT della Resilienza di Christine Padesky

di Barbara Basile 

Il costrutto di resilienza, in letteratura, viene inteso sia in termini di processo (o risultato) che come una caratteristica stabile di personalità (Lecomte, 2002). Nel primo caso si tratta di un processo dinamico che favorisce un adattamento efficace a situazioni di vita stressanti (Luthar et al., 2000), nel secondo, invece, ci si riferisce alla capacità dell’individuo di adattarsi a circostanze variabili utilizzando un repertorio flessibile di comportamenti per risolvere i problemi della vita (Block e Block, 1980).

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Intensive Behavioral Intervention for school-aged children with autism: Una Breccia nel Muro (UBM)—A Comprehensive Behavioral Model

di Leonardo Fava, Stefano Vicari, Giovanni Valeri, Lidia D’Elia, Serena Arima, Kristin Strauss

 

Abstract

Although, reviews and outcome research supports empirical evidence for Early Intensive Behavior Intervention in pre-scholars, intensive behavioral service provision for school- aged children with autism spectrum disorders (ASD) are less subject to research studies. In order to provide effective behavioral interventions for school-aged children it was first necessary to comprehend key variables that are common to empirically validated programs and to tailor the to the needs of older children and their families in community settings. The proposed Comprehensive Behavioral Model ‘‘Una Breccia nel Muro’’ (UBM) includes individualized assessment and skill building, treatment provision in inclusive setting and cross-service collaboration, parent inclusion and support, and intensive training for parents, staff as well as school teachers.

Riferimenti bibliografici

Fava, L., Vicari, S., Valeri, G., D’Elia, L., Arima, S., Strauss, K. (2012), Intensive Behavioral Intervention for school-aged children with autism: Una Breccia nel Muro (UBM)—A Comprehensive Behavioral Model. Research in Autism Spectrum Disorders, Volume 6, Issue 4, October–December 2012, Pages 1273-1288 

Distrarsi paga

di Carlo Buonanno 

Le scimmie utilizzano la distrazione per controllare l’impulsività. Qualche anno fa, Theodor A. Evans e Michael J. Beran (2007) lo hanno dimostrato con un paradigma sperimentale già utilizzato negli anni settanta con i bambini (Mischel, et al., 1972; Miller et al., 1976; Toner et al., 1977). L’esperimento è stato condotto con 4 soggetti, impegnati in un compito di accumulo di caramelle. In una delle due condizioni sperimentali e diversamente dall’altra, le caramelle erano disponibili in ogni momento e venivano progressivamente accumulate in un contenitore adiacente all’animale. Tuttavia, l’accesso alle caramelle ne bloccava la somministrazione. Leggi tutto “Distrarsi paga”

Affrontare il tema della morte con i bambini: L’anatra, la Morte e il Tulipano

di Claudia Perdighe

Era da un po’ che l’anatra aveva una strana sensazione: “Chi sei, e perchè mi strisci alle spalle?” domandò.
“Finalmente te ne sei accorta” … “Io sono la Morte”. L’anatra fu presa dal terrore. E non si poteva darle torto. “Sei venuta a prendermi?”
“Ti sarò accanto… nel caso…”
“Nel caso?” domandò l’anatra.
“Si nel caso ti capiti qualcosa. Un brutto raffreddore, un incidente: non si può mai sapere”.
“E all’incidente ci pensi tu?”
“All’incidente ci pensa la vita, come anche al raffreddore, e a tutte le altre cose che possono capitare a voi anatre. Per esempio la volpe”.
L’anatra non ci voleva nemmeno pensare. Le venne la pelle d’oca. La Morte le sorrise in modo amichevole. In fondo era gentile, anzi molto gentile, se si esclude che era quello che era.

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