La Culturally Affirmative Psycotherapy per i pazienti sordi – parte seconda

di Stefania Fadda

In considerazione di quanto esposto nella prima parte rispetto agli aspetti socio-linguistici della sordità, nonché all’impatto che l’etnia, la cultura e caratteristiche quali l’orientamento sessuale hanno sulla reattività al trattamento, viene fortemente raccomandato l’impiego della Culturally Affirmative Psycotherapy (Leigh, 1999). Il punto centrale di questa psicoterapia è proprio quello di comprendere e rispettare le differenze piuttosto che sradicarle. Nel lavoro psicoterapico con le persone sorde, essa richiede auto-consapevolezza da parte dello psicoterapeuta, familiarità con la comunità sorda e la sua cultura e conoscenza degli interventi terapeutici culturalmente sintonici. Leggi tutto “La Culturally Affirmative Psycotherapy per i pazienti sordi – parte seconda”

Uno studio sugli schemi maladattivi nella Bulimia e nella Depressione

di Roberta Trincas

In questo articolo vorrei descrivere brevemente uno studio in cui sono stati indagati gli schemi maladattivi che accomunano e quelli che consentono di distinguere la Depressione dalla Bulimia. In particolare, gli autori (Waller et al., 2001) hanno confrontato cinque gruppi: non clinici, bulimiche non depresse, bulimiche con depressione media (BD), bulimiche con depressione grave (BD), e pazienti con un disturbo depressivo maggiore (DDM).

L’obiettivo di questo studio è di verificare se disturbi diversi tra loro, ma accomunati da sintomi depressivi, possano essere caratterizzati da schemi maladattivi specifici. A tal fine, gli autori hanno somministrato l’YSQ (Young Schema Questionnaire; Young, 1994) per identificare gli schemi maladattivi e il BDI (Beck Depression Inventory) per discriminare i livelli di depressione. Hanno, inoltre, confrontato due metodi di scoring dell’YSQ. Il primo (Waller et al., in corso di stampa) considera la media dei punteggi agli item in ogni scala; il secondo è il criterio utilizzato da Young, in cui si considera il numero di punteggi alti in ogni scala. Leggi tutto “Uno studio sugli schemi maladattivi nella Bulimia e nella Depressione”

Time – intensive CBT: una risposta al DOC post partum?

di Viviana Balestrini

In un post precedente abbiamo posto l’attenzione sul Disturbo Ossessivo – Compulsivo (DOC) (per approfondire clicca qui) con esordio o recrudescenza in gravidanza e nel post partum. Ad integrazione di quanto già espresso, è da evidenziare come in questo particolare periodo della vita della donna, il disturbo tende ad avere una rapida evoluzione. Ciò può essere causato da fattori di diversa natura, come lo stress psico-fisico che comporta la cura del bambino, i particolari cambiamenti ormonali (Forray, Focseneanu, Pittman, McDougle, & Epperson, 2010) e il significativo carico di responsabilità che si sperimenta (Abramowitz, Schwartz, Moore, & Luenzmann, 2003). Proprio l’aumento delle responsabilità può agire da agente propulsivo se sussiste una precedente vulnerabilità al timore di colpa per irresponsabilità, stato mentale che costituisce un regolatore nel DOC (Mancini, 2005). Come fornire una risposta alla necessità di intervenire con tempismo per frenare l’ingravescenza del disturbo e contenere le conseguenze negative che il DOC potrebbe avere sulla costruzione del legame di attaccamento? Uno spunto interessante è offerto dalla terapia cognitivo-comportamentale intensiva per il DOC, di cui si stanno occupando dei colleghi del Regno Unito. Leggi tutto “Time – intensive CBT: una risposta al DOC post partum?”

La Culturally Affirmative Psychotherapy per i pazienti sordi – parte prima

di Stefania Fadda

In questo e nel successivo post il mio intento sarà quello di proseguire nell’individuazione e condivisione delle caratteristiche che il lavoro psicoterapico deve possedere al fine di risultare efficace con i pazienti sordi. L’interesse per tale tematica nasce dalla constatazione di come la popolazione sorda ponga sfide comunicative, metodologiche e culturali alla psicoterapia cognitiva tradizionale, sia da un punto di vista etico che pratico. Inoltre, gli scorsi trent’anni hanno visto un proliferare di studi sulla storia delle persone sorde, sulla cultura sorda, sulla sociologia della comunità sorda, sulle sue norme, valori e prospettive. Ma, sfortunatamente, ad oggi, la letteratura in ambito psicoterapeutico ha dedicato solo pochi articoli agli approcci e alle pratiche efficaci nel lavoro con i pazienti sordi. Leggi tutto “La Culturally Affirmative Psychotherapy per i pazienti sordi – parte prima”

Cos’è la Terapia Focalizzata sulla Compassione (Compassion Focused Therapy) – parte prima

di Nicola Petrocchi

Come anticipato nello scorso post, inizierei a descrivere, a “puntate”, alcuni elementi interessanti della Compassion Focused Therapy ovvero la Terapia Focalizzata sulla Compassione (TFC). La TFC è una terapia sviluppata dallo psicoterapeuta e ricercatore Paul Gilbert, professore di Psicologia Clinica all’Università di Derby (UK) che da circa 20 anni studia dal punto di vista evoluzionistico la psicologia umana (è stato presidente della British Association for Cognitive and Behavioural Psychotherapy). Leggi tutto “Cos’è la Terapia Focalizzata sulla Compassione (Compassion Focused Therapy) – parte prima”

Perché l'Imagery funziona? Alcune questioni…

di Roberta Trincas 

Le tecniche di immaginazione (imagery) sono uno strumento terapeutico attualmente molto utilizzato nella Terapia Cognitivo Comportamentale. L’uso dell’imagery deriva dalla terapia comportamentale, infatti è alla base di varie tecniche terapeutiche comportamentali come la sensibilizzazione, il rinforzo, l’estinzione, e il modellamento (Upper e Cantela, 1979). Tra i primi ad utilizzarla fu Wolpe (1958), che introdusse la tecnica di desensibilizzazione attraverso le immagini e, successivamente, Lang (1977) la utilizzò nel trattamento dell’ansia. Leggi tutto “Perché l'Imagery funziona? Alcune questioni…”

…e quando il paziente bipolare rifiuta il trattamento?

di Lisa Lari

I pazienti affetti da Disturbo Bipolare pongono frequentemente il terapeuta di fronte ad una situazione specifica e complessa: il rifiuto, totale o parziale, del trattamento. Almeno questo è quello che ho riscontrato nella mia esperienza professionale, essendomi trovata in più di un’occasione ad interagire con pazienti bipolari che esplicitamente esprimevano la loro riluttanza ad affrontare un programma combinato con l’associazione di un approccio psicoterapico al trattamento farmacologico.

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Non ci voglio… non ci posso… non ci devo pensare!!!

di Olga Ines Luppino

Sempre più “affascinata” dal DOC, ancora una volta cerco, leggo e scrivo di ossessioni…in particolare, in questo post, di pensieri intrusivi di natura religiosa e sessuale.

Tra i soggetti affetti da DOC la presenza di ossessioni di natura sessuale e/o religiosa è relativamente comune e si associa ad esiti maggiormente sfavorevoli ai diversi trials di CBT e farmacoterapia (Ferrão et al, 2006; Rufer et al., 2005). I soggetti che sperimentano questo genere di ossessioni tendono a considerare i propri pensieri inaccettabili e causa di esperienze di vergogna ed imbarazzo oltre che di ansia e timore, impegnandosi perciò, in rituali volti a neutralizzare o ad eliminare i pensieri stessi. Leggi tutto “Non ci voglio… non ci posso… non ci devo pensare!!!”