Nei neonati, una scarsa preferenza per il viso predice lo sviluppo di tratti anti-sociali a due anni

di Barbara Basile

Rachael Bedford e collaboratori (2015) hanno indagato la capacità di predire lo sviluppo di uno stile interpersonale callous-unemotional (CU, letteralmente insensibile-non emotivo) in bambini di due anni e mezzo, partendo dalla loro preferenza (i.e., maggiore attenzione) tra volti umani e oggetti inanimati, in neonati di poche settimane.

Come indicato da Frick (2009), le persone con tratti CU sono caratterizzati da una scarsa propensione a provare senso di colpa o rimorso, da una riduzione delle preoccupazioni per le emozioni altrui, da una espressione superficiale delle emozioni e da una diminuzione delle preoccupazioni relative alle proprie performance. Le caratteristiche cognitive che caratterizzano chi ha tratti CU includono una maggiore resistenza al cambiamento, una scarsa sensibilità ai segnali di punizione (Frick, Kimonis et al., 2003) e la sottostima della probabilità di essere puniti (Pardini et al., 2003). Sul piano comportamentale, questi individui ricorrono frequentemente all’aggressività premeditata e strumentale, finalizzata all’acquisizione di guadagni personali ed alla dominanza sugli altri (Frick, Cornell, et al., 2003).

In bambini di due anni di età è stata rilevata una prevalenza dei tratti CU variabile in un range tra 10 e 32%, mentre la prevalenza stimata sale al 21-50%, all’interno di campioni clinici (Herpes et al., 2012). Nell’ambito della letteratura clinica, il tratto di CU è stato indagato in bambini/adolescenti con tratti anti-sociali (per una recente rassegna, vedi Herpers et al., 2014), con Disturbo della Condotta e Disturbo Oppositivo-Provocatorio (per una rassegna vedi Blair et al., 2014; mentre per un recente lavoro che ha coinvolto un campione italiano, vedi Muratori, Buonanno, et al., in preparazione) e in altre condizioni psicopatologiche in età adulta, quali il disturbo di personalità anti-sociale o paranoide.

Nei bambini, i tratti CU sono stati associati a una scarsa attenzione verso la parte del viso che comprende gli occhi. Considerando che il contatto visivo ha un’importanza fondamentale nella relazione madre-bambino, soprattutto nei primi mesi di vita, e che questo poi influisce sullo sviluppo della socialità e dell’emotività, anche da un punto di vista neurobiologico (vedi la letteratura di Daniel Siegel sullo sviluppo del “cervello sociale”, partendo dal legame di attaccamento), comprendere il ruolo della ricerca di contatto visivo nei primissimi mesi può avere una funzione chiave nel predire lo sviluppo di tratti CU negli anni successivi.

Partendo da questa premessa, Bedford e collaboratori hanno reclutato un campione di oltre duecento madri in stato di gravidanza che sono state seguite fino al secondo anno e mezzo di vita del figlio. Controllando per possibili variabili confondenti, quali la presenza di eventuali tratti antisociali nella madre, l’assunzione di nicotina durante la gravidanza, lo status socio-economico e l’età gestazionale, è stata indagata, in neonati di 5 settimane, la preferenza nell’orientamento dello sguardo verso un viso umano rispetto ad una palla rossa. In una misurazione successiva è stata rilevata anche la sensibilità relazionale materna, osservandone le modalità di interazione con il bambino a 29 settimane.

I risultati della ricerca hanno mostrato che tratti CU più elevati all’età di due anni e mezzo erano predetti da una maggiore attenzione/preferenza del neonato verso la palla rossa, rispetto al viso umano. Verificando per il possibile effetto delle variabili confondenti, l’unica variabile che aveva un ruolo nella relazione tra preferenza viso/palla e sviluppo successivo di tratti CU, era la quantità di nicotina assunta dalla madre durante la gravidanza. Inoltre, date le più frequenti evidenze presenti in letteratura relative allo sviluppo dei tratti CU nei maschi, rispetto alle femmine, gli autori hanno eseguito una ulteriore serie di analisi suddividendo il campione in base al genere. Creando due modelli di previsione, le stesse variabili sono state indagate separatamente per i bambini e le bambine. In un primo modello è stato osservato che l’interazione tra la preferenza viso/palla e la sensibilità materna nel predire lo sviluppo di tratti CU a due anni e mezzo restava significativa per le bambine, mentre il modello perdeva la sua significatività statistica quando applicata ai maschietti.

Concludendo, lo studio mostra l’influenza delle preferenze visive (volto umano vs oggetto) in neonati di poche settimane nello sviluppo di aspetti antisociali, all’età di due anni e mezzo. Gli autori interpretano cautamente i risultati relativi alle differenze di genere. È tuttavia interessante notare il diverso effetto della preferenza viso/palla sullo sviluppo di successivi tratti CU nelle bambine, rispetto ai maschietti. Nelle femmine, infatti, non è solo la preferenza verso la palla, ma anche la difficoltà materna nel relazionarsi con la figlia (a 29 settimane), a predire lo sviluppo di tratti anti-sociali, due anni più tardi, suggerendo un maggiore ruolo di quest’ultima variabile selettivamente per le femmine, rispetto ai maschi. Questo dato suggerisce che lo sviluppo di aspetti anti-sociali nelle femmine risente, maggiormente rispetto a quanto non accada per i maschi, del tipo di interazione mamma-figlio, supportando l’ipotesi che intervenire sullo stile relazionale parentale possa avere un ruolo nel ridurre lo sviluppo di eventuali tratti UC, già sin dai primi mesi di vita.

Riferimenti bibliografici

Bedford R. et al., (2015) Reduced Face Preference in Infancy: A Developmental Precursor to Callous-Unemotional Traits? Biol Psy 78, 2, 144–150.

Blair RJ, Leibenluft E, Pine DS (2014) Conduct disorder and callous-unemotional traits in youth. N Engl J Med 4;371(23): 2207-16.

Frick PJ & Viding EM (2009) Antisocial behavior from a developmental psychopathology perspective. Devel Psychopat, 21, 1111 – 1131.

Frick PJ, Cornell AH, Bodin, SD, et al., (2003), Callous-Unemotional traits and developmental pathways to severe aggressive and antisocial behavior. Developmental Psychology, 39, 246– 260.

Frick PJ, Kimonis, ER, Dandreaux, DM & Farrell JM (2003) The 4 year stability of psychopathic traits in non-referred youth. Behav Sci Law, 21, 713–736.

Herpers PC, Scheepers FE, Bons DM, et al., (2014) The cognitive and neural correlates of psychopathy and especially callous-unemotional traits in youths: a systematic review of the evidence. Dev Psychopathol, 26(1):245-73.

Paciello, Buonanno C., Milone et al., Moral Disengagement Attitudes as Predictors of Callous Unemotional Traits in Italian Adolescents with Disruptive Behavior Disorder. Submitted to J Emo Beh Dis.

Pardini DA, Locman JE & Frick PJ (2003) Callous-unemotional traits and social-cognitive processes in adjudicated youths. J Am Academy Child & Adol Psychiatry, 42, 364–371.

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